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Il trionfo dell'amore Autore:
AnneLiz
(buffysea88@yahoo.it) Spoiler:
fino all’episodio 5.19
“Intervention” Note: Dawn non è la chiave, quindi Glory non è mai esistita.Neanche il Buffybot è mai stato costruito. Sommario: L’ultimo incontro con Angel al funerale della madre, ha lasciato Buffy molto confusa sui suoi sentimenti. Mentre ripensa alle parole dello Spirito Guida nel deserto, un nuovo avversario si profila all’orizzonte… ma stavolta Buffy riceverà un aiuto a sorpresa! …Buona lettura! Disclaimer:
Tutti i personaggi di “Buffy” e “Angel” sono di proprietà di Joss
Whedon. Il demone Archansis è una mia idea.
**************
Era
stanco, solo e confuso. Stanco
come lo era ormai tutte le notti, dopo la caccia. Solo.
La
sua cripta era silenziosa. L’unico
rumore era il suo sorseggiare lento di un bicchiere di Bourbon. Solo… Confuso. Si
sentiva molto confuso da quando era ritornato a Sunnydayle Drusilla
l’aveva lasciato, sì, e ne aveva sofferto molto. Ma
in quel momento non era per Drusilla che stava male. Ancora
non poteva crederci. Lui,
il grande William il Sanguinario, colui che ne aveva ucciso due, innamorarsi di
una cacciatrice… Queste
nuove sensazioni che lo sommergevano, e lo riempivano, nelle vuote mattine che
passava oziosamente, lo sconvolgevano in maniera ossessiva. Un’ossessione. Ecco
cosa pensava Buffy dei suoi sentimenti per lei. Ma
lui sapeva che non era un’ossessione. Per
quanto cercasse di non pensarci, lui sapeva che ciò che provava era amore… Innamorato
della cacciatrice… di Buffy… colei con cui per tanto tempo aveva combattuto,
e con la quale avrebbe continuato a combattere se quel maledetto chip non
l’avesse fatto diventare uno scarto dei vampiri, meno che niente, in grado
solamente di uccidere i suoi simili, e ormai più indifeso di una mosca. Chissà,
forse adesso non sarebbe riuscito in ogni caso ad uccidere nessuno. Certamente
Buffy non lo avrebbe apprezzato di più se lo avesse fatto. Ormai
entrambi erano inseparabili. Dopo
la morte di Joyce, avevano spesso discusso molto insieme, e anche se le loro
conversazioni non erano sempre piacevoli, Spike almeno riusciva a sentire la sua
voce squillante e piena di vita spiegargli animatamente che ormai non aveva più
tempo per se stessa, troppo impegnata con Dawn e con il suo lavoro, o meglio,
con la sua vocazione. E
poi alla fine concludeva tutto prendendolo a pugni, e meravigliandosi sul perché
raccontasse proprio a lui tutte quelle cose. Spike
non reagiva. La
ascoltava in silenzio, dando a volte pochi consigli, o facendo battute
sarcastiche, ma era sempre difficile stare in sua compagnia, col pensiero che
prima o poi lei si sarebbe stufata e lo avrebbe mandato a quel paese,
lasciandolo nuovamente solo. Solo
e confuso. ************** “Un’altra
giornata di duro lavoro concluso” pensò Buffy indossando la sua camicia da
notte e infilandosi nelle calde coperte del suo letto, sotto le lenzuola. Da
quando sua madre era morta (quasi cinque mesi), i suoi obblighi e i suoi doveri
si erano moltiplicati, si sentiva sempre più debole ed esasperata, e, come se
non bastasse, anche i vampiri si erano moltiplicati. Più
vampiri, più lavoro, meno riposo. Era
questo che pensava ogni notte prima di addormentarsi. E
poi ripensava a sua madre, a quanto sarebbe stato bello correre ad abbracciarla,
e aspettarsi che lei potesse risolvere ogni problema, ma non era più possibile. E
pensava a Dawn, la sua povera sorellina, che piangeva spesso per la perdita di
sua madre, ed allora si andava a rifugiare dalla sorella maggiore, e in questo
modo si consolavano a vicenda. Neanche
i suoi amici sembravano più capirla come un tempo, tutti impegnati nelle loro
storie amorose. Willow
con Tara, due anime gemelle, entrambe streghe, come se fossero state un unico
spirito. Xander
e Anya, una coppia un po’ bislacca, certo, ma i due si amavano, e forse
c’era anche qualcos’altro nell’aria… un matrimonio, forse? Chissà! Il
signor Giles, impegnato nel suo negozio di magia, continuava ad allenarla, e si
sforzava per starle accanto e aiutarla come un padre, ma a Buffy sembrò che
anche lui fosse alquanto cambiato. Forse
per questo motivo aveva preso a confidarsi con Spike, raccontargli i suoi
problemi, quello che sentiva, quello che avrebbe voluto ma che non avrebbe avuto
mai… Già,
Spike! Strano
Spike! Il
mostro che quattro anni prima l’avrebbe uccisa senza problemi sembrava esser
scomparso. Non
conosceva quella parte di Spike. Era
gentile, sensibile, e sembrava capire i suoi problemi. Chiaramente,
in più di un’occasione, le aveva fatto capire di essere cambiato. Diceva
di essere diventato buono, e diceva… diceva… di amarla. Buffy,
a quei pensieri, cinque mesi prima avrebbe chiuso gli occhi, per reprimere un
moto di disgusto. Ma
non era più così. Certamente
pensava ancora che quella di Spike fosse un’ossessione, ma aveva trovato in
lui un buon amico, per quanto si possa considerare amico un vampiro. Purtroppo,
alla fine dei suoi lunghi ragionamenti, il suo pensiero andava anche ad
un’altra persona. Per
quanto avesse cercato di dimenticarlo, Angel continuava a popolare la sua mente. Del
resto, il bel vampiro era stato anche al funerale della madre, e le aveva fatto
capire che non la aveva dimenticata, baciandola dolcemente sotto quell’albero,
nel cimitero. Ma
ormai forse iniziava anche a rassegnarsi all’idea di averlo perso per sempre,
che ormai le loro vite fossero completamente divise, che tra loro si fosse
formato un vuoto incolmabile, e che per tutti i suoi sforzi non avrebbero
trascorso il resto della loro vita insieme. E,
a proposito della sua vita, spesso, troppo spesso, le tornavano in mente le
parole dello spirito guida invocato nel deserto. E
pensava… pensava alla morte. Il
dono promessogli dall’amore. Chissà
se ciò che aveva detto lo spirito si sarebbe avverato. Esausta,
chiuse gli occhi, e una lacrima le rigò il viso. ************** Entrò,
sbattendo rumorosamente la porta alle sue spalle. Cordelia
sobbalzò visibilmente, ma non disse una parola. Era
abituata ai modi del suo capo, e quando si comportava così voleva dire o che
qualcosa era andato storto, o che più semplicemente aveva la testa a Sunnydayle,
da una certa ragazza che lavorava per lo più di notte. In
quelle occasioni, era meglio lasciarlo sbollire, preparargli una bella tazza di
sangue fumante, e aspettare che fosse lui a parlare. La
ragazza pensò di fare così. Cinque
minuti dopo entrò nell’ufficio del suo superiore, e gli porse una tazza. -Bevi-,
gli disse, -penso che ti farà bene!-. Angel
prese la tazza, cominciando a rigirarsela nervosamente tra le mani, e poi la
bevve in un sorso. -Grazie!-,
disse, con un tono di voce dolce, -E’ solo che….- -No,
aspetta non dirmelo: stavi pensando a Buffy, vero?-, lo interruppe Cordelia, un
sorrisino in viso. Anche questa volta non aveva saputo star zitta! -Brillanti
come al solito, le tue intuizioni, Cordelia! Peccato che non ti abbia chiesto di
parlare!-, disse adesso un po’ infastidito, sbattendo la tazza sulla
scrivania. -Suvvia,
Angy, parlare ti farà bene! Dopotutto, non mi hai ancora raccontato cos’è
successo dopo che sono andata via, al funerale!-, disse la ragazza, cercando di
contenersi. Aveva
capito che per il suo capo erano argomenti difficili da affrontare, ma come al
solito la curiosità ebbe la meglio! -Ti
prego, Cordy, lasciami solo! Oggi non è proprio giornata! In più mi è
sfuggito proprio sotto al naso un demone mentre stavo combattendo con l’altro!
Un vero disastro!-. -Oh,
beh, se come al solito vuoi rimanere qui in silenzio, e assumere la tua solita
maschera “IoNonConoscoLaVeraPace” e poi “DatemiIVostriDispiaceri:LiSconteròIoPerVoi”,
fai pure. Ho solo una domanda!-. -Ok,
falla in fretta e poi esci!-. -Vi
siete baciati?-. Angel
urlò qualcosa, ma Cordelia non riuscì a sentirlo, perché, non appena aveva
visto l’espressione del suo capo, aveva capito che non era proprio aria, ed
era uscita di corsa! ************** -Beh.
Oggi mi sei sembrata un po’ sotto tono! Se non fossi intervenuto io…- esclamò
Spike. La
cacciatrice lo guardò, poi lo stese e gli disse: -Dì, ti sembro sotto tono per
caso?-. -Beh,
mi hai preso alla sprovvista!-. Si
rialzò e la fece cadere. -Ora
come la mettiamo?-. -Ok,
non c’è bisogno di infierire!-. Buffy,
da un po’ di tempo era sempre più debole, persino Spike se ne era accorto. -Spike,
ti sarei grata se non lo andassi a urlare ai quattro venti! Sai, penso che i
vampiri di questa città inizierebbero a fare i salti di gioia!-. -E
perché dovrei farlo?-, disse il sanguinario, con tono di sfida. -Perché
ti piace vedermi in difficoltà!-, rispose la ragazza, con un sorriso di scherno
in viso. –Comunque, sarà meglio che per stasera io ritorni a casa-, aggiunse
poi. -Come,
te ne vai già? E io che ci sto a fare qui? Di solito, a quest’ora avevi già
iniziato ad affliggermi con i tuoi problemi!-, disse lui, mettendo il muso. -Oh,
Spike, stasera sono troppo stanza anche per controbattere!-, e si stava avviando
verso casa sua. -Ehm,
no, aspetta, posso accompagnarti, tanto non ho niente da fare!-, esclamò,
alzando le spalle. -Ok,
ma a distanza!-, e i due si incamminarono. ************** “Dovrebbe
arrivare a momenti. Ormai è quasi l’alba!” pensò Angel, un po’
spazientito. Aveva
l’invito per entrare in casa, ma voleva aspettarla. Stava
controllando ancora una volta l’orologio, quando li vide… Il
vampiro e la cacciatrice. Stavano
parlando, piuttosto animatamente, a quanto pare, perché a tratti lei si girava
e sembrava volesse prenderlo a schiaffi. Angel
pensò di aspettarla in camera sua. Non
voleva avere quell’impiastro di Spike tra i piedi! ************** -Spike!
Sei ancora qui?-. -Dove
credi che vada da solo, bellezza? Mi annoierei! E poi dove lo trovi uno che
rimane ad ascoltarti meglio di me?-, rise compiaciuto. -Eh,
già! Dove lo trovo? Me lo domando spesso anch’io!-, rispose la cacciatrice. -A
proposito, posso passare la mattina da te? Sta quasi per sorgere il sole e, beh,
sai com’è, vorrei conservare intero il mio corpo! Altrimenti, chi ti
protegge?-. -Ok,
puoi entrare, ma non farci l’abitudine!-, disse lei ridendo. Spike
entrò. La
casa era proprio come la ricordava, dall’ultima volta che l’aveva vista,
quando il suo invito ad entrare era stato revocato. -Beh,
credo proprio che mi accomoderò in soggiorno. Non è che potresti portarmi una
coperta? In questa dannata città di notte si gela!-, esclamò il sanguinario,
battendo leggermente i denti. -Un
attimo, vado di sopra a prendertela!-. -Dov’è
briciola?-, chiese il vampiro. -E’
da un’amica!-. “Oh,
bene, così avremo la casa solo per noi! Se soltanto…” pensò Spike, e la
guardò salire le scale. Mentre
saliva le scale, Buffy pensò più o meno la stessa cosa: “Oh diamine, Dawn
non c’è! Sono sola in casa con Spike! Ci sarà da fidarsi?”. Aprì
le porte dell’armadio nel corridoio, prese la coperta e le richiuse. E
vide Angel. Era
a un passo da lei, e la guardava con aria severa. -Che
ci fai tu qui?-, domandò Buffy, confusa. -No,
cosa ci fa LUI qui?-, urlò il vampiro visibilmente sconvolto. -Ah,
Buffy, scusa se sono salito ma volevo chiederti… ahhh, ciao Angelus. Anche tu
qui?-, Spike pronunciò quest’ultima frase con una nota di disappunto e di
rammarico. –Ehm, ragazzi, forse sono di troppo. E’ meglio che me ne
vada…-. -Sì,
ecco, vai che è meglio! E-STAI-ALLA-LARGA-DA-BUFFY!-, urlò Angel. Buffy
invece contemporaneamente gridò: -Tu non vai da nessuna parte! Rimani qui!-. Poi
la cacciatrice si girò di nuovo da Angel, e, arrabbiata, gli disse: -Bene bene,
come al solito, vieni a casa mia e mi impartisci degli ordini! Per questa
mattina Spike è ospite a casa mia, perciò rimane qui. Se hai qualcosa da dirmi
per lavoro (perché tu vieni a parlarmi solo per lavoro) puoi farlo anche
davanti a lui!-. A
queste parole, i due vampiri ebbero reazioni diverse: Spike avrebbe
letteralmente voluto saltare dalla gioia, mentre la rabbia di Angel salì entro
i limiti massimi. Ma entrambi cercarono di mostrarsi freddi e controllati. -Dunque,
sono qui per un demone, il demone della paura. Si nutre delle speranze e dei
sogni dei suoi avversari, e li attacca ricreando, virtualmente, le loro più
grandi paure. E’ questo che lo rende immensamente forte. Per sconfiggerlo,
c’è bisogno di molta concentrazione, e, secondo il testo che ho consultato,
della forza di un vampiro e di una cacciatrice insieme-. -Beh,
caro Angelus, se era per questo, potevi riferircelo anche per telefono, ed
evitare di venire fin qui. Abbiamo sia la cacciatrice-, e Spike indicò Buffy,
-che il vampiro-, ed indicò se stesso. -E’
proprio per questo che sono venuto. Non mi fido di te! E mi meraviglio che tu,
Buffy, lo faccia anche entrare a casa tua!-ringhiò Angel. “Calma,
stai calma, fai un bel respiro e poi parla”, pensò Buffy. Ma
i consigli che si diede mentalmente furono inutili, perché la ragazza guardò
il suo ex con sguardo adirato e gridò: -NON HO BISOGNO DEI TUOI CONSIGLI! E POI
SPIKE HA RAGIONE! PER QUESTO DEMONE BASTIAMO IO E LUI!!-. Meravigliato,
e nello stesso tempo ferito, da queste parole, Angel la guardò per un secondo
dritta negli occhi, in tono supplichevole: ma quando vide dagli occhi che Buffy
in quel momento non lo avrebbe di certo perdonato, lentamente prese la coperta
che aveva in mano, li superò, scese le scale, e, senza girarsi neanche una
volta indietro, aprì la porta e se ne andò. ************** Per
tutta la mattina non parlarono di quello che era successo, poi, verso l’ora di
pranzo, Buffy, che si era rifugiata in camera sua, scese le scale, svegliò il
sanguinario, e si sedette al suo fianco sul divano. -Il,
il giorno del funerale della mamma, lui, lui è venuto!-, disse improvvisamente. Spike
la guardò di sottecchi, e vide che stava piangendo. “Le
farà bene piangere” pensò. -Io,
io mi sentivo a pezzi. L’unica persona cui potevo ancora appoggiarmi non
c’era più, e poi è venuto lui, che è riuscito come al solito a farmi
tornare alla ragione e a consolarmi. Così gli ho detto che lo amavo ancora, ci
siamo baciati, e gli ho chiesto di restare per sempre! E lui, secondo te, che ha
fatto? Ha aspettato che io mi addormentassi tra le sue braccia, e poi
all’alba, è ritornato a Los Angeles!-, si fermò un attimo a prendere fiato,
poi continuò. –Lo odio!-, e iniziò a singhiozzare più forte. Il
vampiro, un po’ imbarazzato, la abbracciò e le sussurrò: -Calmati e ragiona!
Tu non lo odi, lo ami. E’ per questo che stai così male. Su calmati!- -Lo
credi davvero?-, disse la cacciatrice, sciogliendosi dal suo abbraccio. -Cosa?-. -Che
io lo ami così tanto? Sto iniziando a dubitarne anch’io!-, e riprese a
piangere. -Certo
che è così-, disse il biondo, in tono rassicurante, -ma ora sei troppo scossa
per pensare decentemente!-. Continuarono
a stare seduti così sul divano per un bel pezzo, e il silenzio regnava sovrano. Poi
la ragazza chiese al vampiro: -E’ stato così anche per te e Drusilla?-. -Beh,
bambina, sì, ma ci sono alcune differenze: primo, Drusilla mi ha lasciato per
un altro demone, e non certo per amore; secondo, Angelus ti ama ancora. Ma è
inutile parlare di Drusilla, è storia vecchia, e ormai l’ho dimenticata!-,
rispose Spike, con voce stanca, come se avesse ripetuto quelle parole cento e
cento volte. -Come
hai fatto? Come hai fatto a dimenticarla?-, urlò Buffy, piangendo più
rumorosamente. -Il
tempo lenisce tutte le ferite. E poi, semplicemente, mi sono innamorato di
un’altra ragazza!-. Nessuno
dei due aggiunse qualcosa, per non mettere in imbarazzo l’altro. -Beh,
potremmo mangiare qualcosa, che ne dici?-, esclamò la cacciatrice, alzandosi.
–Cosa preferisci? Aspetta, se non sbaglio, tu vai matto per quei biscotti al
cioccolato che preparava la mamma. Non sono una grande cuoca, ma penso che
saprei prepararli anch’io-, e detto questo sparì in cucina. “Che
strana situazione!”, pensò il sanguinario. “Io e Buffy insieme che parliamo
delle nostre rispettive delusioni amorose, e poi lei che mi prepara i miei
biscotti preferiti. Beh, tutto ciò mi piace!-, e un sorriso comparve sul suo
viso. ************** “Mi
ha fatto proprio bene parlare con Spike! Ho scaricato tutta la tensione che
avevo accumulato in quest’ultimo periodo. Dopotutto, lui non è così male!”
pensò Buffy, ma subito dopo si corresse: “No, che sto pensando, Spike è un
mostro! Però mi è stato molto vicino! Forse… dovrei smetterla di guardarlo
come il vecchio Spike!”. La
ragazza fu risvegliata dai suoi pensieri dalle urla del vampiro, il quale, col
suo olfatto ipersviluppato, aveva avvertito un odore di bruciato. -I
biscotti!-, esclamò la cacciatrice. Aprì
il forno frettolosamente e poggiò sul tavolo la teglia. Dei
biscotti non rimaneva altro che un po’ di carbone. Il
sanguinario nel frattempo si era alzato, era entrato in cucina e aveva assistito
anche lui impotente alla fine dei suoi amati biscotti. -Complimenti!-,
fece lui, sarcastico. –Credo che se invitassi a cena tutti i vampiri e i
demoni della città, li uccideresti al primo boccone!-. -Oh,
smettila, non infierire!-, rispose lei, facendosi piccola piccola. –So di non
essere molto abile in cucina! Il fatto è che mi sono distratta, e ho lasciato i
biscotti nel forno!-. -Molto
bene! E sai ora cosa facciamo? Fila in soggiorno e aspetta fino a quando i
biscotti sono pronti. Questa volta però sarà meglio che li prepari io!-, detto
questo la spinse in soggiorno e si infilò un grembiulino da cucina. Buffy
non poté far a meno di notarlo, e, ridendo, lo schernì: -Spike, certo che con
quel grembiulino fai proprio paura! Ah ah ah ah!-. -Ridi,
ridi! Intanto non sei capace di fare due biscotti decenti! Fra un po’ madame
avrà il piacere di gustare i “biscotti alla Spike”-. -Ah,
non vedo l’ora!-. ************** Intanto,
in un ufficio di Los Angeles, il nostro solito amico entrò sbattendo la porta. E
anche questa volta la sua segretaria sobbalzò. -Buongiorno
capo! Com’è che sei già tornato? Pensavo che ne avessi per un bel po’ a
Sunnydayle!-. Angel
non rispose e si chiuse nella sua stanza. Pochi
minuti dopo, Cordelia gli portò come al solito una tazza di sangue fumante. -Ok,
sputa il rospo! Cos’è successo?-, domandò la ragazza in tono fermo. -Beh,
la signorina Buffy ha deciso che ucciderà il nostro amico demone senza il mio
aiuto!-, disse il vampiro, senza espressione. -Beh,
è tutto qui il problema?-, domandò la ragazza, perplessa. -Magari
fosse solo questo. Ha detto che si farà aiutare da Spike!-. -Cosa?
Spike? Per favore, Angy, raccontami tutto con precisione-. -Dunque,
era quasi l’alba, la stavo aspettando fuori casa sua, quando chi vedo
arrivare? La cacciatrice e il sanguinario. Allora sono salito in camera sua,
perché pensavo sarebbe stato meglio parlarle da sola, anziché con Spike. Pochi
minuti, e Buffy sale in corridoio a prendere una coperta, poco dopo sale anche
Spike. Capisci? L’ha fatto entrare a casa sua!-, sbottò, ancora sconvolto. Quando
Cordelia annuì, in segno di comprensione, il bel vampiro continuò: -Stavamo
dicendo, a parte il fatto che mi sono infuriato, le ho raccontato del demone, e
le ho detto che per sconfiggerlo occorre la forza di una cacciatrice e di un
vampiro insieme. E sai lei cosa ha risposto? “Bastiamo io e Spike”. Dio, non
posso ancora crederci!-. E,
evidentemente, non ci credeva neanche Cordelia, la quale aveva assunto un’aria
tra il confuso e il meditativa. Dopo
un attimo di riflessione, esclamò: -Non è che si sono innamorati?-. Ad
Angel la tazza di sangue quasi non finì addosso. Innamorati?
E
perché no? Dopotutto,
Spike si era redento (almeno così diceva) ed era diventato inoffensivo a causa
di quel chip. Ma,
che si fossero innamorati l’uno dell’altra… La
ragazza, vedendo la faccia del suo superiore, che dal suo bel colore pallido,
stava passando al rosso, al violetto, al blu e anche al verde, aggiunse
frettolosamente: -Ma no! Cosa vado a pensare! Buffy non si innamorerebbe mai di
Spike! Ok, forse è meglio che vada! Ciao, Angy! Se mi vuoi, sono (come sempre)
qui fuori!-, e uscì di corsa anche stavolta. ************** Buffy
stava seduta in soggiorno da circa un’ora, quando le porte si spalancarono, ed
entrò Spike con in mano un vassoio. -La
signorina gradisce un biscotto?-, disse, porgendole il vassoio. La
ragazza, che stava iniziando a ridere, prese un biscotto e lo assaggiò. Era
ottimo, proprio come lo preparava sua madre. Al
pensiero di Joyce, la cacciatrice divenne improvvisamente triste. Il
vampiro intuì al volo il motivo della sua tristezza, allora depose il vassoio
sul tavolino in mezzo alla stanza, andò in cucina, e ritornò con un barattolo
di nutella in mano. -Ecco!-,
esclamò versando l’intero contenuto del barattolo sui biscotti, -così
saranno diversi da come li preparava tua madre. E probabilmente anche più
buoni! Senza offesa, Joyce!-, e addentò velocemente un biscotto. Continuarono
a mangiarli; quando il vassoio fu vuoto, Buffy gli chiese: -Ora dimmi, Spike,
come hai fatto a indovinare che stavo pensando alla mamma?-. Il
sanguinario la guardò enigmaticamente, poi le rispose: -Ma moncheri, ormai
dovresti sapere che ti conosco anche meglio delle mie tasche. Ad esempio,
immagino che prima i tuoi biscotti si siano bruciati perché pensavi a… Angel,
giusto?-. Buffy
parse riflettere un attimo: -Mhm, sbagliato, stavolta non è così. A dir la
verità… stavo pensando a quanto tu sia cambiato nell’ultimo anno, e
sinceramente non pensavo che potessi diventare una persona…-, -…buona-,
concluse il vampiro. -No,
non intendevo buona. Una persona comprensiva, fidata, insomma, un vero
amico!-. “Peccato,
vorrei essere per te qualcosa di più di un amico, ma forse, più in là…”
pensò il vampiro, sedendosi anche lui sul divano, e poggiando i piedi sul
tavolino. -Sarai
anche diventato comprensivo e fidato, Spike, ma di certo resti un gran cafone!
Nessuno ti ha insegnato che è da maleducati poggiare i piedi sul tavolo?-,
esclamò Buffy, indignata. -Uff!
Nervosetti, eh?!-, disse il vampiro, alzandosi in piedi e avvicinandosi alla
finestra. –Ok, baby, si è fatto scuro, quindi… io andrei… salutami
briciola!-. Il
sanguinario era già alla porta, ma Buffy lo raggiunse e in un attimo gli fu
dietro. -Aspetta,
abbiamo detto ad Angel che ci occuperemo di quel demone, solo che non sappiamo
dove si trova, e neanche come sconfiggerlo, sappiamo solo…- -…
che è il demone della paura, che si nutre dei timori dei suoi avversari, e che
per batterlo occorre la mia forza con la tua. Non ci basta?-. -Non
credo! Sarà meglio andare da Giles, subito!-, e Buffy lo prese per un braccio e
lo strattonò fino alla casa dell’osservatore. ************** -Uhm,
dunque-, l’uomo si aggiustò gli occhiali sul naso, e continuò, -secondo i
miei recenti studi, il mostro che dovremo affrontare è Archansis, il demone
della paura. E’ molto forte, perché si avvale delle paure dei suoi avversari,
riproducendole virtualmente. Nel momento in cui l’avversario cade in trance, o
se volete in uno stato ipnotico, inizia ad attaccare mentalmente, ed è molto
forte. Per questo motivo, occorre prima di tutto superare la propria paura, e in
secondo luogo uccidere finalmente il demone tramite la forza di una cacciatrice
e di un vampiro. Il piano è semplice: tu, Buffy, e anche tu, Spike, prima di
affrontarlo dovrete capire qual è la vostra più grande paura, e trovare il
modo per sconfiggerla. Lo so, non sarà facile, ma avrete abbastanza tempo a
disposizione: secondo i miei calcoli, il demone si materializza solo una notte
al mese, precisamente, quando c’è luna piena, cioè tra tre settimane. Dopo
averlo sconfitto a livello mentale, dovrete colpirlo al cuore con questa-, e
poggiò sul tavolo, facendo un certo sforzo, una strana spada, rilucente, molto
bella e sicuramente molto antica. –Tutto
chiaro?-. Sia
la cacciatrice che il vampiro si ritennero soddisfatti della spiegazione di
Giles, per cui entrambi lasciarono la casa dell’osservatore per andare a
caccia. Il
resto della serata non portò altre novità, tranne i soliti neovampiri, che i
due eliminarono velocemente. Durante
tutto il tempo non scambiarono una parola, entrambi evidentemente già
concentrati sulla loro missione. ************** Alle
prime luci dell’alba Spike rientrò nella sua cripta. Era,
come al solito, stanchissimo, e aveva più che mai bisogno di riposarsi per
essere pronto ad agire. Ma
si era appena steso sulla sua tomba, e aveva appena chiuso gli occhi, che la
porta si spalancò, ed entrò Buffy. -Non
riesci proprio a starmi lontana, piccola?-, la schernì il vampiro, coprendosi
la vista accecante con le mani. La
cacciatrice chiuse la porta e si sedette su di una poltrona. -Allora,
vuoi dirmi che ci fai qui, o vuoi rimanere in silenzio per tutta la mattina?-,
esclamò il sanguinario con voce adesso impaziente, andandosi a sdraiare sul
divano. -Ehm,
stavo pensando… qual è la tua più grande paura, Spike?-. -Non
lo so, bambina, devo pensarci, e dimmi un po’, la tua?-. La
ragazza non rispose subito, poi, in evidente stato di imbarazzo, si portò le
ginocchia al petto, come se in quella posizione si sentisse sicura e protetta, e
sussurrò: -La morte-. La
cacciatrice cercò di incrociare lo sguardo di Spike, perché voleva sapere, era
curiosa di sapere com’era la morte, da uno che se ne era risvegliato. Il
vampiro aveva intuito il motivo della visita di Buffy. Si
alzò. Aveva
bisogno di qualcosa di forte, prima di parlarle. Prese
dal frigo una bottiglia di Bourbon e ne bevve un sorso d’un fiato. Poi
ritornò a sedersi. ************** Le
otto di mattina erano passate già da un pezzo, quando Buffy uscì dalla cripta. Il
sole la inondò con la sua luce, e la ragazza dovette aspettare qualche secondo
per riuscire ad abituarsi. Mentre
tornava verso casa, le parole di Spike le occupavano la mente. “-E’
una sensazione strana-, aveva detto, -un momento prima ti senti attivo e vitale,
il sangue scorre nelle tue vene e il cuore batte al suo posto, e un attimo dopo,
puff!, non senti più niente, o meglio, avverti attorno a te solo il nulla
assoluto. Per
noi vampiri è più semplice, perché è come se resuscitassimo, e poi è facile
riprendersi, perché, anche se siamo morti, abbiamo i vostri stessi bisogni:
nutrirsi, riposarsi, e poi… cacciare, ma quella è una cosa a parte. Invece,
chi muore definitivamente, non so cosa provi. Probabilmente la sensazione di
vuoto e di nulla che ti avvolge ti porta alla pazzia, o… mah, chissà!-”, e
si era interrotto, rimanendo in silenzio. E
lei non aveva avuto il coraggio di parlare, ma dopo un po’, senza che lui
gliel’avesse chiesto, gli aveva raccontato di quello strano incontro con lo
spirito guida, dei suoi dubbi, di quello che aveva provato, della sua paura, del
suo desiderio sempre più grande di continuare a vivere, e come al solito lui
l’aveva ascoltata, in quel modo che solo a lei riservava. Camminando,
e ripensando a Spike, ancora una volta la cacciatrice rimase immensamente
meravigliata dal suo comportamento, ma sentiva che qualcosa dentro di lei si
stava sciogliendo nei suoi confronti. E
ne era, inspiegabilmente, felice e spaventata. ************** Passarono
lenti i giorni, e con i giorni un’intera settimana. Buffy
e Spike si preparavano ogni giorno. Ormai
avevano capito entrambi quali erano le loro più grandi paure. Buffy
temeva la morte… …e
Spike… temeva di veder morire Buffy, e sentiva che senza di lei non avrebbe
potuto continuare a vivere. Entrambi
dovevano trovare un qualcosa che li aiutasse a non aver paura. Facile
a dirsi! Di
certo non a farsi! Inoltre,
avevano iniziato ad allenarsi nella palestra del Magic Shop ogni pomeriggio. Giles
li lasciava soli, e i due iniziavano a combattere con quanta foga avessero in
corpo. Spesso
l’osservatore restava a guardarli, e altre volte organizzava loro degli
esercizi di yoga o altro. Ma
non era il solo ad osservarli. Da
qualche giorno un ombra si aggirava furtivamente ogni sera intorno al negozio di
magia, e poi anche al cimitero. Ma
la cacciatrice e il vampiro, come del resto tutta la Scooby Gang, non si era
accorta della presenza di Angel. Il
vampiro vegliava sulla donna che amava, e soprattutto, teneva d’occhio Spike. Non
si fidava di lui. Dopotutto,
restava sempre un vampiro sanguinario che aveva seminato stragi su stragi. Eppure
ogni qual volta li seguiva era come se si sentisse sempre più un estraneo! ************** -Ben
fatto! Abbiamo sgominato quella banda di vampiri in un soffio!-, esultò il
biondo, compiaciuto. -Abbiamo?
Io ho sgominato quei vampiri!-, precisò la cacciatrice, con un sorriso beffardo
in viso. -Certo!
Come no, tesoro! Senza di me ti avrebbero già fatto fuori da un pezzo!-. -Certo
che sei la modestia in persona, vero Spike?-, poi si fermò un attimo, e continuò
–Ma tu non ti senti continuamente osservato? Io ho come questa impressione!-,
e così dicendo la ragazza cominciò a guardarsi intorno attentamente. -Ti
stai sbagliando! Chi mai dovrebbe aver interesse nel spiarci? Via, la tua è
solo paranoia!-. -La
tua leggerezza mi sbalordisce come al solito, ma forse hai ragione tu…-. Si
incamminarono verso la cripta di Spike nella chiara luce della luna, che era già
a tre quarti nel cielo limpido e sgombro di nuvole. -Solo
una settimana! Abbiamo ancora solo una settimana di tempo, e poi dovremo
affrontare quel demone!-, esclamò d’un tratto il sanguinario. -Già!-,
concordò Buffy. –Ripensi mai alla conversazione che avemmo quella sera nella
tua cripta sulle nostre rispettive paure? Io spesso. Giles aveva detto che
dovevamo imparare a dominare le nostre paure, ma non so se ci sono ancora
riuscita. E tu? A proposito, quel giorno non hai voluto dirmi quale fosse il tuo
più grande timore. Allora? Non ti sembra venuto il momento di confidarti con
qualcuno?-. Ormai
i due si comportavano come due vecchi amici, e in effetti era così: si
conoscevano da quattro anni e mezzo, e anche se all’inizio non andavano per
niente d’accordo, e combattevano l’uno contro l’altro, con il passare del
tempo avevano imparato a sopportarsi, e ad amarsi, per quanto riguardava Spike. -Oh,
non so ancora, e se anche sapessi… non penso che né tu né i tuoi amichetti
ne sareste messi al corrente!-, rispose un po’ acido. Buffy
non aggiunse nient’altro, e il vampiro si sentì in colpa per ciò che aveva
detto e per come l’aveva detto. Così,
cercando di riscattarsi, disse: -Ad ogni modo, se vuoi ora possiamo andare a
casa tua e potrei prepararti i miei famosi biscotti. Scommetto che ci farebbero
bene, e forse ci aiuteranno a schiarirci le idee!-. -Vada
per i biscotti!-, rispose Buffy, non troppo convinta. ************** Tornarono
a casa in un attimo, e Spike si mise subito ai fornelli. Stavolta
però ne preparò molti di più, nel caso Dawn si fosse svegliata e ne avesse
voluti. Dopo
un’oretta, i biscotti, caldi di forno, e con la nutella già spalmata,
aspettavano di essere mangiati. I
ragazzi si sedettero in cucina e cominciarono a sgranocchiare quei deliziosi
dolcetti. Ad
un tratto, però, sentirono un rumore. -Uffa!
E adesso chi è? Ci manca solo che sia un ladro. Ma non gli conviene per niente
mettersi sulla mia strada. Né ora né mai!-, esclamò la cacciatrice, e stava
per alzarsi, ma Spike la costrinse a rimanere seduta e andò lui a vedere cosa
fosse successo. Salì
in camera di Buffy, da dove avevano sentito provenire il rumore. Entrò,
ma non vi trovò nessuno. In
compenso c’era una gran confusione e la finestra aperta. Si
avvicinò con cautela alla finestra per evitare di rompere qualcosa, e vide un
luccichio. Era
un anello. Un
anello Claddagh. L’anello
di Angel. Allora
Angel era a Sunnydayle, e probabilmente era lui la presenza che la cacciatrice
avvertiva costantemente accanto a sé. Se
era così, avrebbe dovuto parlargli. Scavalcò
la finestra, scese giù e cominciò a correre verso il vecchio palazzo del suo
sire. Sapeva
che se fosse stato a Sunnydayle, la sua dimora sarebbe stata quella. ************** Angel
ansimava ancora per la corsa fino al suo palazzo. Entrando
dalla finestra in camera di Buffy per controllarla da lì, aveva
inavvertitamente fatto cadere un mobiletto, e fatto rumore quanto basta perché
la ragazza venisse a controllare cosa fosse successo. In
quel momento aveva pensato soltanto a scappare per non farsi scoprire, ma nella
fretta non si era accorto che il suo anello Claddagh gli era scivolato dal dito. Solo
quando era arrivato nel vecchio edificio se ne era accorto, e in cuor suo si
malediceva per non essere stato più attento. Ora
Buffy avrebbe sicuramente scoperto la sua presenza a Sunnydayle, e quanto meno
avrebbe chiesto spiegazioni. Mentre
pensava a tutto questo, con la luce della luna che entrava dalla finestra
aperta, sentì il portone di ingresso sbattere, e passi che si avvicinavano. Ma
ora sentiva che non era Buffy. Erano
passi maschili, pesanti e cadenzati. ************** Spike
entrò nell’immenso salone, e scorse subito il suo sire accanto alla finestra. Angel
lo stava guardando estremamente disgustato, e si avvicinò a lui con fare
minaccioso. -Spike!
Ti avevo detto di toglierti dai piedi, ma a quanto pare non mi hai dato retta!-. Il
sanguinario lo guardò con aria di sfida, e molto adirato disse: -Io non vado da
nessuna parte! Tu piuttosto, che ci fai qui? Sei venuto a controllare che non
stia troppo appiccicato alla tua ex-fidanzatina? O forse sei tornato solo per
spezzarle il cuore nuovamente e poi tornartene a Los Angeles come se niente
fosse?-. I
due vampiri si squadrarono con occhiate feroci, poi il bruno disse: -Non penso
che Buffy abbia bisogno di me per tenerti alla larga! Sei così patetico che non
avrai mai alcuna speranza con lei, e questo non c’è bisogno che te lo dica
io!-, e sul suo viso comparve un riso di scherno. -Beh,
caro il mio vampiro-detective, probabilmente per ora non ci metteremo insieme,
ma siamo AMICI! Ti è chiaro il concetto di questa parola? Forse no, ma un amico
è una persona su cui puoi contare, che si fida di te e di cui ti fidi, e che
sai non ti abbandonerà mai. E poi, spesso le grandi amicizie si trasformano in
qualcosa di più…-. A
queste parole, Angel cominciò a ridere forte, poi lo guardò negli occhi e
disse: -Per il momento sei fortunato che lei abbia bisogno di te per sconfiggere
quel demone, altrimenti non saresti ancora qui con noi. Ti auguro di godertela
il più possibile, perché quando questa storia sarà finita girerai al largo,
lascerai questa città, questo stato, questo continente. Sarà meglio per te che
tu sparisca da questa parte della terra, se tieni alla tua pelle!-. La
minaccia dell’altro vampiro non intimidì affatto il biondo, il quale rispose
soltanto: -Si vedrà! Intanto sono io quello che può starle vicino quando
vuole, ed è con me che trascorre la maggior parte della sua giornata. Ora, mi
dispiace interrompere questa conversazione molto interessante, ma devo tornare
da Buffy, o si insospettirà! Non le dirò niente di te, perché in questo
momento non ha bisogno di essere sconvolta più di quanto già lo sia!-, e così
dicendo si voltò e cominciò ad incamminarsi. Arrivato
alla porta però si fermò, gli lanciò l’anello, e se ne andò dicendo: -A
proposito di quell’anello! E’ perfettamente inutile che tu lo tenga ancora.
Oramai non ha più alcun valore!-. ************** Buffy,
ancora seduta in cucina, stava aspettando il ritorno di Spike da un quarto
d’ora. Quando
finalmente il sanguinario ritornò, cominciò a sommergerlo di domande: -Ci hai
messo un’eternità! Pensavo che non tornassi più! Era un ladro?- -Sì,
un ladro. Un ladro molto astuto e furbo. Quando sono entrato nella tua camera,
era già scappato dalla finestra, ma io l’ho raggiunto. Non ha avuto il tempo
di prendere niente, ma occhi aperti, potrebbe ancora essere nei paraggi!- -Quindi
la presenza che ci spiava poteva essere quel ladro?-, chiese la ragazza. -Sì,
suppongo di sì!-, e finì tutto lì. Ormai
era sorta anche l’alba. Spike,
come era solito fare da un po’ di tempo, passò la giornata a casa della
cacciatrice, e solo al tramonto tornò alla sua cripta. ************** I
giorni passarono inesorabili. Uno…due…tre…quattro… Adesso
ne mancavano solo tre allo scontro col demone, e i due interessati, cacciatrice
e vampiro, diventavano ogni giorno più nervosi e intrattabili, e i loro amici
sempre più preoccupati. Per
la prima volta vedevano che anche Spike era visibilmente in ansia, e questo li
sconcertava abbastanza da capire che la loro non sarebbe stata una missione
facile. Le
ore che trascorrevano nella palestra del Magic Shop, e la caccia notturna erano
gli unici momenti in cui Buffy e Spike potevano scaricare la loro tensione. A
due giorni dallo scontro Giles consigliò loro di riposarsi e di conservare le
energie. Ma
trascorrere le giornate oziosamente non faceva altro che ravvivare nei due il
senso di preoccupazione per il combattimento. Così,
il giorno prima, decisero di fare gli straordinari. Durante
il giorno si allenarono coscienziosamente in palestra, mentre durante la notte
sterminarono un enorme numero di vampiri. Col
passare del tempo, avevano perso ogni interesse per le cose futili. La
cacciatrice e il sanguinario non litigavano più, ma il loro rapporto di
amicizia era diventato più stretto. Buffy
aveva scoperto di stare bene in compagnia di Spike, di riuscire a svagarsi e
divertirsi senza il pericolo di catastrofi naturali o altro, ed era da un mese
che non pensava più ad Angel. Sembrava
che il biondo fosse riuscito a sostituirsi al bel vampiro bruno. ************** Anche
Angel, intanto, si accorgeva che i sentimenti della ragazza stavano cambiando
nei confronti di Spike. Quando
l’aveva lasciata, aveva sperato che riuscisse a vivere una vita normale, con
un ragazzo normale, e avere una famiglia normale, ma anche se Spike non era
proprio il tipo del ragazzo perbene, l’importante era che potesse rendere
felice la sua Buffy come lui non aveva potuto fare. Certo,
in alcuni momenti, colmo di gelosia, gli sarebbe piaciuto uscire allo scoperto e
infilare un paletto nel cuore del biondo. Ma
ragionando razionalmente, anche tutto ciò non era possibile, dato che Buffy ne
avrebbe sofferto. A
questo punto, si augurava di non perdere la ragazza che amava definitivamente. ************** E
finalmente il grande giorno arrivò. Spike
e Buffy erano molto nervosi, perché, dopo tutti i loro sforzi, non erano ancora
riusciti a capire come sconfiggere le proprie paure. Venne
la notte. La
luna, alta nel cielo e più piena che mai, illuminava il cimitero di Sunnydayle,
e sembrava dare un barlume di speranza ai due ragazzi. Stavano
camminando con molta prudenza, girandosi ad ogni piccolo rumore che sentivano,
che in quel momento era come amplificato. Poi
all’improvviso, i nervi tesi al massimo, avvertirono una presenza dietro di
loro. Poi
sentirono dei passi, strascicati, come qualcuno che stava trascinando qualcosa. La
cacciatrice, con il vampiro biondo al suo fianco, si girò lentamente. Ed
ecco che videro… Xander! -Xander!
Dio, che ci fai qui, a quest’ora e in questo momento?-, gridò la ragazza
esasperata. Xander,
che aveva portato loro la possente spada con la quale avrebbero dovuto far fuori
il demone, sfinito, la lasciò cadere sull’erba, e se ne andò mormorando:
-Che irriconoscenti! E io gli stavo anche facendo un favore!-. Il
ragazzo se ne andò, e i due tornarono a concentrarsi. E
ad un tratto, come per magia, il demone si materializzò pochi metri davanti a
loro. Era
veramente enorme, un mostro ributtante, i capelli crespi e di colore verdastro
legati alla nuca, e un enorme fauce che vomitava saliva e veleno. Appena
lo guardarono negli occhi, caddero in trance. Era
come se stessero facendo lo stesso sogno… ************** “Il
demone stava venendo verso di loro. I
due, terrorizzati, iniziarono a scappare. Quella
però non era più Sunnydayle. Era
uno strano posto, tutto bianco, come se non ci fosse niente, solo il nulla che
li avvolgeva completamente. E
Buffy ripensò a ciò che le aveva detto Spike (“E’ una sensazione strana…
non senti più niente… avverti attorno a te solo il nulla assoluto”). All’improvviso,
cadde. Il
vampiro ritornò indietro. -Forza,
alzati, non cedere! Ce la faremo! Insieme lo sconfiggeremo!-. Le
parole del biondo la confortarono e la rassicurarono. Lo
guardò negli occhi, quegli occhi così blu, e lo baciò. Si
rialzarono, abbracciati. Poi
sentirono le urla del demone. -No,
smettetela! Voi vi odiate! Siete nemici mortali! Allontanatevi!-. Li
stava raggiungendo, ma ormai i due ragazzi avevano capito che l’unico modo per
sconfiggerlo era l’amore. Si
presero per mano e camminarono nella direzione del mostro, il quale invece iniziò
ad arretrare. E
d’un tratto si ritrovarono su una scogliera, il rumore delle onde che si
frangevano sugli scogli e l’odore forte e chiaro del sale. Archansis
si trovava sull’orlo del precipizio. Continuò
ad arretrare e cadde miseramente nel vuoto.” ************** Si
risvegliarono, come da un incubo. In
un primo momento persero la cognizione del luogo e del tempo. Ma
poi subito ricordarono la loro missione, videro il demone, impugnarono la spada,
lo raggiunsero e gli trafissero il cuore. Archansis,
ormai moribondo, si accasciò su un lato, e lentamente, si sciolse in un liquido
denso e scuro. Ce
l’avevano fatta. L’avevano
sconfitto. Stanchi
morti, ma pieni di felicità, si abbracciarono. Cominciarono
a ridere e piangere confusamente, poi si baciarono. Fu
un lungo, tenero bacio, e i due si strinsero come se la propria sopravvivenza
non dipendesse da altro. Poi
si alzarono e si incamminarono verso casa di Giles per raccontare a tutti
l’esito di quella sera. ************** Seduto
dietro una lapide, Angel aveva lo sguardo fisso davanti a sé, nel vuoto. Sapere
che finalmente la sua cacciatrice aveva trovato l’amore lo riempì di grande
felicità e di grande rimpianto e tristezza. Ma
ormai sarebbe stato inutile per lui cercare di riconquistarla, perché se ci
fosse riuscito, l’avrebbe fatta soffrire, e non se lo sarebbe mai perdonato. Lentamente,
si avviò verso casa di Buffy, entrò in camera sua dalla finestra, come faceva
ai bei tempi in cui potevano amarsi, e poggiò sul letto il suo anello Claddagh. Come
aveva detto Spike, non aveva più valore, e adesso poteva dargli pienamente
ragione. Dopo
aver visto forse per l’ultima volta la stanza, andò via. ************** Verso
le sette di mattina Buffy, accompagnata da Spike, rientrò in casa, esausta
dalla lunga notte passata da Giles. Avevano
festeggiato in grande stile fino a poco tempo fa. Inoltre
aveva raccontato a Willow dei suoi sentimenti per Spike. Se
in un primo momento la sua migliore amica si era mostrata pressoché dubbiosa,
le aveva fatto le sue felicitazioni, asserendo che, dopotutto, il vampiro era
davvero cambiato, e non era niente male come ragazzo. Appena
entrati in casa, i due iniziarono a baciarsi. Rapidamente
si spostarono nella camera e accesero la luce. Stavano
iniziando a spogliarsi quando Spike intravide sulla coperta un luccichio. Era
l’anello Claddagh di Angel, e accanto vi era un biglietto. Anche
Buffy lo vide e aprì il foglio. Poche
parole. “DONALO
ALLA PERSONA CHE AMI”. Gli
occhi le si riempirono di lacrime. Corse
verso il suo comodino, aprì il cassetto, e prese il suo anello. Poi
si avvicinò a Spike e gli porse l’anello del suo ex ragazzo. -E’
per te!-, disse tra le lacrime, -la corona significa la lealtà, le mani
l’amicizia, e il cuore, beh, lo sai… mettilo con la punta del cuore verso di
te. Vuol dire che appartieni a qualcuno!-. Buffy
infilò l’anello al dito. Allora
Spike disse: -Questo era un pegno d’amore da parte di Angel! Se lo mettessi,
non farei altro che rivangare il suo ricordo!-. Ma
la ragazza lo baciò, e gli sussurrò: -No, ti sbagli. Questo è un pegno
d’amore da parte mia! E ogni volta che lo vedrò al tuo dito, saprò che mi
ami, come io amo te!-, e glielo infilò al dito. Il
vampiro mormorò: -Oh, Buffy…-, e i due ripresero a baciarsi… FINE |
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