Charade continuazione
Autore: Pandora 79
10.
< Sarà ancora qui? > si domandò mentre girava la chiave nella serratura.
Una parte di lei sperava fosse andato via ma l’altra…bhè, non c’era da
chiederselo, l’altra lo sognava la notte!
La televisione in cucina era accesa: Buffy chiuse la porta a chiave e la
raggiunse.
Spike sedeva al bancone con un secchiello di ali di pollo fritte mentre faceva
zapping col telecomando.
Buffy si stupì della scena: avrebbe voluto scoppiare a ridere ma lui la stava
già fissando con i suoi occhi blu.
- Ciao raggio di sole, bentornata! – sventolò un’ala fritta – Vuoi
cenare? Mi sono preso la briga di ordinare qualcosa, il tuo frigo aveva solo
verdurine e formaggi magri! -
Buffy scosse il capo divertita – Spike…tu stai mangiando! –
Lui finì di masticare – Si raggio di sole…io amo le ali di pollo! –
- Ma sei un vampiro! -
- E con questo? – allungò il secchiello verso di lei che ne prese un pezzo,
andando a sedersi accanto a lui – Io amo il cibo! -
Buffy sorrise – Non ho mai visto un vampiro mangiare…ali di pollo fritte!
– scoppiò a ridere – Scusa… - risata – Ma sei il non-morto più strano
che abbia mai visto! – altra risata.
Una volta svuotato il secchiello, Buffy sistemò la cucina: la ronda poteva
aspettare per il momento.
- Dove hai preso quella maglia? – gli domandò lei.
- Dentro l’armadio che c’è nella camera dove mi hai sistemato -
Buffy annuì – Era di mio padre…puoi tenerla se vuoi…il nero ti dona… -
commentò con un certo imbarazzo.
Chissà perché, di punto in bianco, si era ricreata la stessa tensione sessuale
della scorsa notte.
Buffy chiuse l’acqua del rubinetto con la mano che le tremava e rimase
pietrificata: il corpo di Spike aderiva perfettamente al suo, spingendola contro
il ripiano.
Le cinse i fianchi con le mani, affondando il viso nei suoi capelli.
- Spike…perché lo fai… - mormorò lei socchiudendo gli occhi e rovesciando
la testa all’indietro contro di lui, le mani chiuse a pugno sopra il
lavandino.
- Perché entrambi lo vogliamo… - fu la sua risposta.
La costrinse a voltarsi e le sollevò il viso con un dito per leggere il
desiderio nei suoi occhi.
Lei avvicinò la bocca alla sua, torturandogli il labbro inferiore come aveva
fatto lui la notte prima.
- Allora mi vuoi… - constatò soddisfatto lui mentre le mani di lei scendevano
sotto la maglia per accarezzarlo.
- Sto facendo la cazzata più grossa della mia vita… - mormorò Buffy mentre
lo spogliava.
- Non si smette mai di sbagliare raggio di sole… - rispose lui tra un bacio e
l’altro, mentre la accarezzava in mezzo alle gambe attraverso i jeans –
Andiamo di sopra… - le ordinò poi ma non aspettò alcuna replica da parte di
lei perché la prese in braccio e salì le scale.
- Cosa sto facendo Spike… - gli domandò mentre lui la distendeva sul letto.
- È quello che vuole il tuo cuore… - sussurrò lui sbottonandole i pantaloni.
- Il mio cuore… - ripeté lei poco prima che lui le tappasse di nuovo la bocca
con un bacio.
La stringeva tra le braccia, accarezzandole lievemente, con la punta delle dita,
un braccio: guardava fuori dalla finestra il cielo senza stelle; lei,
rannicchiata contro il suo petto, osservava un punto indefinito della camera.
- Spike…dormi? -
- No raggio di sole… - rispose: la tirò su per poterla baciare.
Ora giacevano entrambi su un fianco, uno di fronte all’altra: Buffy sfiorò il
suo viso spigoloso fino a toccargli le labbra.
- Ti sei fidata di me… - sussurrò lui col sorriso in volto.
Buffy arrossì, ma al buio fortunatamente non si notava.
In ogni caso, Spike conosceva la risposta: aveva ottenuto la fiducia della
cacciatrice e forse qualcosa di più.
Comunque era stato splendido fare l’amore con lei, possedere l’anima ed il
corpo di quella giovane donna, averla senza inibizioni mentre ballava con lui
nella danza dell’amore.
Non l’avrebbe mai più lasciata andare, ma le cose dovevano proseguire…non
quella notte però, lei era tutta sua.
- Mia…per sempre… - mormorò il vampiro soprappensiero.
- Hai detto qualcosa? – chiese Buffy.
Spike scosse il capo – Chi è Merrick? – le chiese invece.
Buffy si mise a pancia in su – Era il mio osservatore…a Los Angeles –
- Com’è morto? -
- Poco più di un anno fa, ero da poco la cacciatrice…il mio nemico era il
maestro della città, voleva vampirizzarmi ad ogni costo…e stava per riuscirci
visto che mi aveva ipnotizzata per bene…io ero inesperta, non ero in grado di
resistere a quegli occhi… -
- Detesto i vampiri che usano questi dannati trucchetti! – sbottò Spike.
Buffy sorrise accarezzandogli il petto lentamente – Merrick si sacrificò per
salvarmi quella notte…il maestro lo uccise con lo stesso paletto che lui gli
aveva puntato contro per difendermi… - si rattristò al pensiero di
quell’esperienza.
- Poi cosa ne hai fatto del maestro? -
- È diventato polvere durante una festa al college…ho dato fuoco alla casa di
una confraternita dove lui stava facendo una strage…e sono stata sbattuta
fuori dalla facoltà! Fine della mia carriera universitaria! – fece spallucce.
Lui ridacchiò – Una studentessa modello! –
- Ho salvato la vita a tutti! Bel ringraziamento! – brontolò lei.
Il vampiro la accolse nuovamente tra le sue braccia e lei rabbrividì al freddo
contatto con quel corpo – Dovresti saperlo… - le ricordò lui – quello
della cacciatrice è un mestiere solitario…senza chi ti ringrazia o ti
paga…destinata a morire giovane…di morte violenta… -
- Basta! – urlò lei – Non voglio più parlarne! -
- Ti sei mai chiesta perché il maestro di Los Angeles ti voleva come compagna?
– lei scosse il capo in risposta – Sei simile a noi più di quanto tu creda!
Ma puoi sottrarti al tuo destino… -
- Cosa vuoi dire? – Buffy non capiva e non sapeva spiegarsi il motivo, ma
aveva paura della risposta.
Spike si accorse di averla turbata perché decise di non dire più nulla…per
il momento.
- Non ha importanza piccola… - la rassicurò, baciandola di nuovo e
risvegliando ancora il desiderio in entrambi.
*****
Quando aprì gli occhi, il cielo era chiaro: il sole sarebbe sorto tra meno di
un’ora; Spike era alla finestra, guardava la città uscire dalle tenebre.
Buffy si accorse con timore di desiderare ardentemente che il sole smettesse di
sorgere.
Lui si voltò dopo essersi assicurato che la stanza fosse al buio e tornò nel
letto da lei – Dormito bene? – le chiese coprendosi con le lenzuola e
incontrando la pelle di lei.
Buffy annuì e lasciò che lui appoggiasse il capo sul suo grembo – Cosa
faremo ora? – gli chiese.
- Non lo so piccola… - rispose lui - …andremo avanti…tu cosa desideri? -
Buffy sospirò – Che la notte non abbia mai fine… -
- Attenta a quello che desideri… - le sussurrò lui con un ghigno strano sul
viso.
Lei però non lo vide, impegnata a meravigliarsi di aver lasciato che i suoi
pensieri avessero voce.
Spike non parlò più, limitandosi a posare lievi baci sulla sua pelle liscia e
lei ringraziò il suo silenzio.
*****
Dopo essersi vestita tornò nel letto dove Spike riposava, indebolito dal sole
alto nel cielo.
Si inginocchiò sul materasso e lo guardò.
- È stata la notte più bella della mia vita… - gli sussurrò, certa che lui
non la sentisse – Non ho mai fatto l’amore con una tale intensità…se solo
tu sapessi quanto ti ho donato di me…e questa sera al mio ritorno cosa accadrà?
– gli diede un lieve bacio sulla guancia e lo lasciò dormire.
Lui aprì gli occhi e sorrise.
11.
- Allora lo hai cacciato di casa? – la prima cosa che aveva fatto Andrew al
suo arrivo al Theatre era stato correre da Buffy per farle quella domanda.
- Andrew…non devi preoccuparti di Spike…è innocuo! – aveva risposto.
- Deduco che sia ancora in casa tua…che tipo di rapporto c’è tra voi Buffy?
-
Non aveva risposto a quella domanda: detestava mentire al suo migliore amico e
anche tutte quelle mezze verità che gli aveva propinato la facevano sentire una
traditrice.
- Andrew…è ferito… - attaccò - …non posso lasciarlo solo! I vampiri lo
farebbero diventare polvere in un batter d’occhio! A casa mia è al sicuro! -
- Ma perché ti fidi di lui? -
- Perché lui ha chiesto il mio aiuto… - abbassò lo sguardo, evitando di
parlare troppo.
< Ecco…ora capirà tutto! >
- Buffy no… - fece lui scuotendo il capo – Non dirmi che c’è qualcosa di
più della collaborazione…anti-demoni! – lei lo guardò con gli occhi lucidi
– Non dirmi che è successo quello che penso io… -
Lei ridusse gli occhi a due fessure, torturandosi le labbra e annuendo con
timore.
- Buffy! – sibilò picchiando i pugno sul bancone – Cazzo quello è un
vampiro! -
Lei lo pregò di fare silenzio – Vuoi che lo sappiano tutti? – ringhiò.
Andrew respirò a fondo, cercando di calmarsi – Ora sii sincera…il polso…
-
Buffy si massaggiò sopra la fasciatura – È quello che sospettavo ieri vero?
–
Lei non rispose di nuovo.
Andrew la guardò inorridito, lei non aprì bocca, nemmeno quando lui se ne andò
dal bar, gettandole addosso i soldi della consumazione – Non ti riconosco… -
sussurrò, ma lei non lo aveva udito.
Buffy appoggiò i gomiti al bancone, ricacciando indietro le lacrime.
In quel momento Paul entrò nel bar e la raggiunse – Hey…perché ho visto
Andrew andare via incazzato nero? – le fece l’occhiolino – Avete litigato?
–
Buffy lo fissò inespressiva, poi gli sorrise – Perché non ti fai i cazzi
tuoi? – lo prese per il collo della camicia e lo tirò verso di se – Cosa
vuoi ottenere da me comportandoti così? Che ti odi ancora di più? Sai una
cosa, ci sono momenti come questo in cui mi chiedo come abbia fatto a venire a
letto con te! – e dopo averlo liberato chiamò il suo capo Achille nel retro
per avvertirlo che usciva prima.
Mentre l’aria tiepida del tardo pomeriggio l’accarezzava, vide la macchina
di Andrew passare e lui dentro che non si girava nemmeno per degnarla di una
sguardo.
*****
Cosa doveva fare adesso? Andrew praticamente l’aveva mandata a quel paese
perché aveva scoperto tutto, si era presa un permesso per uscire prima dal
bar…ebbene…
< Che faccio? > si chiese; tirò fuori dalla borsa il cellulare e provò a
chiamare Andrew che al primo squillo le riattaccò prontamente < Ok, non
vuole parlarmi > si rispose.
Non poteva rientrare al bar, aveva spaventato il “povero” Paul che era
rimasto scioccato dalla sua reazione un po’ violenta, tornare da lui sarebbe
stato stupido.
< Tornare dentro per cosa poi? > si domandò ancora: non riusciva a
capirlo nemmeno lei perché, ma il solo desiderio che provava in quel momento
non era riappacificarsi con Andrew o tornare dentro al bar. La risposta a quel
bisogno era così banale e forse sbagliata che si sentiva spaventata.
Voleva tornare a casa perché sapeva che avrebbe trovato Spike ad attenderla.
Si torturò l’unghia del pollice con i denti.
< Avanti Buffy, ci sei andata a letto e ora neghi di voler stare con lui?
> le chiese la sua vocina interiore.
< Si perché è stato un errore… > si rispose.
< Ormai è fatta, non si torna indietro! Dovevi pensarci prima! >
Incredibile, si stava rimproverando da sola! Eppure, il suo cuore non sentiva
rimpianto per la notte trascorsa col vampiro, solo pace e un appagamento che
aveva sempre cercato tra le braccia sbagliate.
Spike placava il suo bisogno, la braccava come una preda, si lasciava dominare
da lei, dalla sua forza di cacciatrice.
Non aveva mai potuto esprimere il suo potere e la sua forza con qualcuno per
paura di essere rude o sbagliata.
Lei non era normale, la sua forza primordiale doveva sfogarsi, ma solo con quel
dannato vampiro riusciva ad appagare quel desiderio.
Lui dominava e si lasciava dominare.
Lui…doveva ammetterlo, la completava.
Cacciatrice e vampiro erano luce ed ombra di un mondo sconosciuto a tutti,
eppure, a volte lei si sentiva oscura per i desideri che il suo cuore provava.
Desiderare Spike non era forse qualcosa di oscuro?
Eppure donandosi a lui sentiva di avergli dato tutto quello che di buono lei
poteva donare…ma forse non solo quello; quando lui l’aveva morsa, Buffy
sentiva di avergli donato più del nutrimento per rigenerarsi: una parte della
sua anima era dentro di lui ora, una parte di lei, una parte dei suoi desideri
nascosti ora facevano parte di lui…e ne era spaventata.
Buffy si fidava di Spike.
Spike poteva usare questo contro di lei.
Mentre quei pensieri assolutamente da cancellare le passavano per la testa, si
era inconsapevolmente incamminata verso casa.
< Ecco, torno a casa e faccio finta di niente, gli dico che è ora che lui mi
aiuti ad uccidere il maestro…voglio che questa collaborazione finisca… >
Si bloccò un isolato prima di casa.
- Spike…noi dobbiamo parlare… - disse.
< Oddio sto facendo le prove! > si portò le mani al viso arrossendo <
Sono alla frutta ormai! >
Sospirò abbattuta e proseguì a camminare.
Girò la chiave nella serratura e prese coraggio: in fondo non vedeva l’ora di
vederlo e voleva trovarlo tra le lenzuola del suo letto, nudo come lo aveva
lasciato quella mattina, le braccia spalancate per avvolgerla nel suo abbraccio
freddo ma così pieno di calda passione.
Sbatté gli occhi ripetutamente per riacquistare un minimo di lucidità e salì
le scale direttamente, ma l’attese una sorpresa in camera da letto.
Il letto vuoto.
< Dov’è andato? > si guardò intorno, cercò in bagno, nel resto della
casa, ma di Spike nemmeno l’ombra.
Rassegnata, sollevata e delusa, andò in cucina: aveva troppe sensazioni dentro
di se per capire se era felice o no.
Si versò un bicchiere di latte.
< Dove può essere andato? Non può essersi allontanato troppo, il sole è
tramontato da poco più di trenta minuti…diamine di un vampiro! >
I suoi pensieri andavano solo verso di lui.
Si andò a sedere al bancone e notò un piccolo foglio di carta con gli angeli,
proveniente dal blocchetto degli appunti della sua camera; la scrittura era
elegante, fine, sembrava provenire da altri tempi.
“Buona sera raggio di sole, sei appena arrivata a casa e senti la mia
mancanza? Stai tranquilla, sono solo semplici ed impellenti bisogni di vampiro!
So che non approvi ma…è la natura! Non ti rammaricare per la mia assenza, ti
raggiungerò presto seguendo il tuo profumo ovunque sarai”
Buffy strinse il biglietto nella mano chiusa a pugno, fissando un punto
indistinto della stanza: era uscito per nutrirsi.
< Avanti Buffy, senti la sua mancanza ma lui è uscito per uccidere…come
puoi permetterlo? > sempre la sua razionale vocina che la tormentava < è
un vampiro e questo non puoi cambiarlo, in questo momento lui sta dissanguando
qualcuno e poi? Tu avrai il coraggio di baciare quelle labbra grondanti sangue?
>
- Basta! – gridò, alzandosi in piedi e gettando il biglietto nel tritarifiuti
– Io voglio solo capire, non voglio sensi di colpa per aver fatto l’amore
con lui! Voglio sentirmi completa e lui riesce a colmare il vuoto dentro di me!
-
Ma perché parlava al vuoto? Per autoconvincersi? Non c’era nessuno ad
ascoltarla, solo lei.
Andò in camera da letto per lavarsi velocemente e cambiarsi d’abito: scelse
un paio di jeans neri larghi sul fondo e un top nero, forse come il suo umore?
Poi scese di nuovo per mangiare qualcosa: chissà perché, il suo stomaco si
rifiutava di accettare qualsiasi cosa.
< Va bene, stasera è destino che faccia dieta… > si disse prendendo in
mano il cellulare e cercando il numero di Andrew in rubrica.
< Ti prego non riattaccare… > pregò mordendosi un labbro.
A furia di farlo tutte le volte in cui era nervosa, rischiava di martoriarsi le
labbra a sangue!
- Pronto? – dall’altra parte la voce impastata di Andrew rispose alla sua
chiamata.
- Sono io… - parlò timidamente Buffy – Possiamo parlare? -
Si sentì un sospiro dal capo opposto del ricevitore – Io non sono arrabbiato
con te… - rispose Andrew.
Buffy arricciò il naso, anche se lui non poteva vederla – No? –
- No…ho reagito d’impulso…cioè… - Andrew cominciava ad arrampicarsi
sugli specchi come ogni volta in cui era nervoso e non sapeva cosa dire – Non
approvo quello che hai fatto e che magari farai però…voglio dire… - ci fu
un lungo momento di pausa in cui si sentì un forte rumore.
Buffy capì che il telefono era caduto a terra – Andrew? – fece.
- Si eccomi… - si ricompose lui – Stavo dicendo che… - silenzio ancora
seguito da un sospiro furioso – Cazzo si Buffy, sono incazzato nero con te! -
- Eccoci, siamo giunti finalmente alla realtà! – concluse lei sarcastica –
Ci voleva cosi tanto? Lo avevo già capito sai? -
Si sentì il rumore dell’accendino: stava fumando, era nervoso.
- Buffy capisci cos’hai fatto? Quello è un vampiro, tu li uccidi quelli come
lui… -
Buffy si spazientì – E tu credi che io questo discorso non me lo sai già
fatto? Sono le stesse cose che mi sono chiesta anch’io migliaia di volte da
trentasei ore a questa parte! Andrew dannazione ho un cervello anche se non
sembra negli ultimi tempi! –
Andrew rise – In effetti…tra Paul e quel biondo un po’ morto…non so chi
sia meglio dei due! –
Buffy sentiva di potergli dare la risposta ma decise di non farlo, in fondo il
suo amico stava scherzando – Piantala! – gli disse invece ridendo anche lei.
- Sei innamorata? – la domanda arrivò come un fulmine a ciel sereno.
Buffy rimase di sasso: credeva che per una volta il suo migliore amico non
sarebbe arrivato al succo del discorso, invece anche questa volta non si era
smentito. Dannazione, lui sapeva sempre dove andare a colpirla! Quel dannato
trecky era il suo grande nemico! La colpiva sempre al centro!
Cosa rispondere ora? La verità? Ma anche lei non la conosceva.
- Non lo so… - decise di dire, ed in fondo era la cosa migliore quella
risposta.
Era la verità – Sono molto confusa Andrew, non riesco a capire la natura dei
miei sentimenti. Per questa…cosa…ho messo da parte anche il desiderio di
uccidere il maestro e di avere una vita normale! Non capisco cosa mi stia
succedendo ma…forse è meglio se ne parliamo di persona… - sospirò
appoggiando i gomiti al bancone e una guancia sulla superficie pulita e fresca.
- Ci troviamo al bar più tardi? – chiese lui.
- Esco subito, non ho fame, non ho voglia di stare da sola…ti aspetterò lì…
- stava per salutarlo quando una chicca gli venne in mente – Dimenticavo… -
ricominciò, raccontandogli di come avesse spaventato poco prima Paul.
Sentì l’amico ridere di gusto – Perché mi hai fatto incazzare Buffy? Sarei
rimasto a godermi lo spettacolo almeno! –
Lei sorrise e riagganciò, afferrando la sua borsa e uscendo per passeggiare
fino al Theatre.
La schiuma del cappuccino di Achille era inimitabile, la migliore al mondo: alta
almeno tre centimetri, colmava quasi del tutto la tazza bianca di Buffy.
L’aroma di caffè mischiato al latte arrivava direttamente alle sue narici
scaldandola. Le piaceva quel profumo italiano.
Dopo cena, il bar si animava, piano piano i suoi amici arrivavano tutti!
Quando era arrivata, era sola, si era comodamente seduta ad un tavolo,
aspettando principalmente Andrew; in realtà, il primo della cerchia a
raggiungere il bar era stato Paul che ben si era guardato dal sedersi al tavolo
con lei: la guardava sospettoso, con una punta di paura negli occhi.
Sembrava volesse dirle qualcosa, aveva una cosa sulla punta della lingua che
voleva uscire, ma aveva anche timore della sua reazione.
Bhè…Buffy si crogiolava in tutto questo e si gustava meglio il cappuccino.
La seconda ad arrivare fu Tara, seguita a ruota da Willow; loro, ignare
fortunatamente di tutto, l’avevano raggiunta immediatamente, cominciando a
confabulare del più e meno.
Buffy sorrideva, rispondeva alle loro domande superficiali, ma la mente era
lontana.
Una parte attendeva Andrew per potersi confidare con lui, l’altra…quella metà
sperava soltanto di vedere miracolosamente Spike entrare nel locale e baciarla a
fondo.
Erano le nove di sera, ormai il bar era quasi al completo dei suoi membri
abituali.
Inaspettatamente Buffy si sentì toccare una spalla mentre parlava con Anya di
completi intimi che fanno impazzire gli uomini: voltandosi, vide che era Paul
– Che vuoi? – gli chiese secca.
< Diamine, non mi ero mai sognata di parlargli come faccio negli ultimi
giorni! > pensò < È da quando conosco… > ma frenò il suo pensiero.
- Posso parlarti? – le chiese, cercando la sua mano.
Lei scansò prontamente il contatto – Andiamo fuori! – gli ordinò,
scusandosi con Anya che aveva già rizzato le antenne.
Una volta fuori, il ragazzo si accese una sigaretta.
- Volevi dirmi qualcosa? – chiese Buffy con una punta di noia nella voce: era
strano, ma non avrebbe mai pensato di comportarsi così con lui! Solo pochi
giorni prima non riusciva a sostenere il suo sguardo e ora invece, lo affrontava
a testa alta!
- Prima…quando mi hai…hum…parlato… -
Buffy sorrise imbarazzata, trattenendo una risata – Si? Pensi forse che ti
chiederò scusa? –
- No no… - si affrettò a ribattere lui.
- Quindi? – lo sguardo di Buffy vagò in giro, alla ricerca di chissà cosa.
- Ecco io…senti ma, tu e quel biondo… - Paul ottenne tutta l’attenzione
della ragazza - …è una cosa seria? -
Buffy si fece scappare un colpo di tosse ma si riprese subito dallo stupore –
Perché me lo chiedi? Credevo di averti già detto di non immischiarti nella mia
vita… -
Paul le mise le mani sulle spalle e Buffy provò inizialmente un senso di
malinconia per il tempo passato con lui, subito sostituito da una sensazione di
rabbia: lo scansò.
- Rispondi alla mia domanda ti prego…non lo faccio per farmi gli affari tuoi!
–
Buffy inarcò entrambe le sopracciglia incredula: non si stava facendo gli
affari suoi? Ma cosa voleva ottenere da lei?
- Ti prego… - continuò.
Ricordò quel tono di voce, lui lo usava quando erano soli e sapeva di poter
ottenere qualcosa da lei supplicandola in quel modo.
Buffy andava sempre in visibilio per quel suo modo di fare e lui lo sapeva.
- Ecco io… - fece lei imbarazzata – Non so ancora cosa sia veramente… -
terminò vaga.
Paul aspirò il fumo e lo ricacciò subito fuori, con un lieve sorriso sulle
labbra: la guardava e sembrava volesse dirle qualcosa
- Io…volevo dirti che… - pausa.
- Cosa volevi dirle? -
Una voce familiare e tanto attesa fece voltare Buffy di colpo: Spike era
arrivato alle sue spalle senza che lei se ne accorgesse: quel maledetto vampiro
era troppo bravo a celare la sua presenza anche a lei.
Fissò Paul in cagnesco, quasi volesse colpirlo da un momento all’altro.
Non si tocca la mia proprietà, dicevano i suoi occhi.
- Spike… - mormorò, credendo di perdere l’equilibrio per un’improvvisa
vertigine: Paul cercò di afferrarla per sorreggerla ma il vampiro fu più
rapido accogliendola tra le sua braccia.
Un casto bacio venne posato sulla fronte fredda di sudore della ragazza –
Raggio di sole… - le sussurrò all’orecchio - …mi sei mancata… -
Paul li osservò imbarazzato e allo stesso tempo scocciato: sembrava proprio che
quel biondo ossigenato avesse interrotto qualcosa di importante per lui.
Buffy appoggiò la fronte a quella di lui e sospirò – Spike… - mormorò
ancora - …mi hai trovata… -
Lui annuì con quel sorriso sexy che si dipingeva sul suo viso ogni volta che
voleva sedurla – Il tuo profumo è il mio richiamo piccola…come potevo non
trovarti? Avevo voglia di sentire la tua pelle… -
Buffy sorrise e cercò la sua bocca, mandando al diavolo i suoi propositi di
stoicismo.
Paul indietreggiò di qualche passo, appoggiandosi all’albero secolare vicino
all’ingresso del bar: allora le cose erano serie tra loro…dannazione!
Il suo bacio aveva il sapore del sangue, questa volta però era molto intenso.
Buffy ebbe quasi la sensazione di berlo lei stessa.
Aveva appena ucciso.
- Si… - le sussurrò lui, intuendo il suo pensiero - …ma il suo sapore non
ti dispiace vero? -
Buffy scosse il capo – No…ma è male…tutto quello che sto facendo con te
è male… -
Spike la baciò ancora – Tu dici che questo è male? – un altro bacio –
Come può essere male raggio di sole? – bacio – Il cuore ti batte così
forte che ho paura possa scoppiarti dentro in questo momento! –
Buffy arrossì e cercò di divincolarsi – Spike… - lo supplicò.
- No…non ti lascio più andare piccola! Adesso ti porto via da qui…e
trascorreremo una notte solo per noi… - e la baciò di nuovo.
Buffy lo allontanò da se – Aspetta Spike! – ordinò – Tu non puoi
portarmi via ora! Devo parlare con Andrew di alcuno questioni e… -
- E? – la incoraggiò lui, passandosi la lingua sulle labbra lentamente,
stuzzicando un punto nascosto nell’intimo della cacciatrice.
Lo detestava, come faceva a conoscerla così bene?
- Ho dei doveri…ho perso la ronda per due notti Spike, non posso mancare
questa notte! E poi…è giunto il momento che tu mi mostri dove si nasconde il
maestro! Comportandomi così non concludo nulla! -
Spike si fece serio – Cosa? Vuoi andare dritta nelle fauci del lupo? – si
accese una sigaretta nervoso – Cacciatrice mi sembra di averti detto che non
sei pronta per lui…e ricordati della Lancia! –
Buffy socchiuse gli occhi – Non mi importa di quella lancia Spike! Io devo
ucciderlo! È la mia ossessione, ogni volta che cammino per i cimiteri, penso al
male che lui emana e che arriva direttamente a me! – strinse le mani a pugno
– Lo posso sentire dentro, posso quasi toccarlo mentre giunge nel mio intimo!
–
Il vampiro inclinò il capo – Potresti non tornare… -
Lei non rispose, gli occhi sbarrati per le parole del vampiro. Si strinse nelle
spalle, fissando a terra.
Spike gettò la sigaretta lontano e la prese di nuovo tra le braccia
accarezzandole i capelli – Scusa piccola…non volevo spaventarti… -
- Spike…io non sono spaventata dal maestro… - mormorò lei con la voce
soffocata dal contatto con lui.
- No? – fece lui.
Buffy scosse il capo – Il maestro non mi fa paura…lui è un nemico…solo
quello! La Lancia di Longino è solo un’ arma profetica che devo
fronteggiare…quello che mi spaventa è ben altro… - ma chissà perché
trovava difficile dirglielo.
- Avanti Buffy… - lui la costrinse a guardarla negli occhi.
Sapeva cosa non riusciva ad uscire da quella calda bocca.
- Io…ho paura di te Spike… - lui inarcò il sopracciglio sinistro, quello più
sexy – E ho paura di quello che succede a me per causa tua…non mi riconosco
più… -
Lui la guardò freddo – E tu credi che lasciandoti uccidere risolverai il
problema? È solo perché sei venuta a letto con me la notte scorsa? Dannazione
cacciatrice tu lo volevi almeno quanto me! –
- Ed è per questo che ho paura! – sbottò – Ho paura del mio cuore… - ma
si tappò la bocca prima di andare avanti.
Non doveva esporsi troppo, non poteva, era sbagliato!
Un sorriso fugace si intravide sul viso di Spike che però si fece di nuovo
serio.
- Raggio di sole… -
- Non chiamarmi così Spike…mi confondi… -
Ma lui non la ascoltò e la prese di nuovo tra le braccia – Dimmi che non vuoi
più questo… - e la strinse forte - …e questo… - e la baciò sulla punta
del naso - …oppure questo… - le disse di nuovo, posando le labbra sulle sue,
dapprima lievemente, poi leccandole il labbro superiore e chiedendo nuovamente
di entrare per sentire il calore della sua bocca.
Come fai a ragionare quando il vampiro dei tuoi desideri ti bacia così?
Quando lui si staccò, Buffy ci mise qualche istante prima di riconnettersi alla
realtà.
- Sei ancora sicura di voler rinunciare a tutto questo? E anche al resto? -
Buffy lasciò cha le sue mani fredde si posassero sul suo viso per porre fine
alle vampate di calore che le salivano.
- Io…io… -
Spike la zittì con un altro bacio – Non rispondere se non è la verità
raggio di sole…io so che tu mi vuoi…è inutile cercare appiglio nella tua
missione…il vampiro e la cacciatrice sono complementari, non troverai mai
appagamento tra braccia calde e mortali…non è nella tua natura…perché
credi che le cacciatrici sposino la morte? Perché è la loro legittima
consorte…ed io sono la morte Buffy…sono la tua morte… -
Sentì la bocca improvvisamente secca, non riusciva a parlare, oltre tutto non
sapeva cosa dire!
Spike la confondeva con le sue parole, lei non capiva il significato.
O forse lo capiva ma non lo ammetteva.
Le cacciatrici sono le amanti della morte? Lei sapeva in realtà cosa
significava, lei la morte l’abbracciava ogni notte, e ora la amava
addirittura.
- Io non posso… - biascicò, ma la gola sembrò bruciarle al solo pronunciare
quelle parole perché gli unici suoni che uscirono dalla suo bocca furono solo
dei rantoli.
- Piccola… - sussurrò lui, affondando il viso nell’incavo del suo collo e
assaporando il profumo della sua pelle - …non temere quello che sta
succedendo…tu lo sai perché le cacciatrici muoiono giovani…non muoiono per
meri errori nei combattimenti o avversari più forti di loro…le cacciatrici…
- le soffiò nell’orecchio pronunciando l’ultimo vocabolo – la
cercano…loro anelano ad unirsi alla morte in eterno…e anche tu sei come
tutte le altre… -
Buffy si allontanò da lui bruscamente – Tu mi confondi! – esclamò facendo
qualche passo verso il retro del bar – Non capisco quello che dici, non è
vero che io cerco la morte! –
Spike sorrise – Ed io chi sono? –
- Un vampiro… - sussurrò lei confusa.
< Il mio vampiro… > rimuginò.
Spike la raggiunse di nuovo – Permettimi di dimostrarti che non sto sbagliando
raggio di sole…tu hai solo paura… - cercò di spiegarle - …paura di
ammettere la verità… - la costrinse ad appoggiarsi al muro dell’edificio,
portandola all’ombra.
- Spike…io non voglio… - mormorò lei.
- Non vuoi? – lui le leccò lentamente il collo, emettendo un sensuale ringhio
di piacere – La tua pelle ha un sapore inebriante…lasciami fare…fidati di
me Buffy, non ti farò nulla che tu non voglia… -
- Io non ti ho detto di volerlo… - mugugnò lei chiudendo gli occhi, sul punto
di cedere mentre la mano del vampiro premeva tra le sue gambe attraverso il
denim dei jeans – Spike… - supplicò ansimando - …smettila ti prego… -
Lui schioccò la lingua vicino al suo orecchio facendola rabbrividire – Non lo
vuoi? – le chiese in tono scherzoso ma sempre sensuale.
Buffy incontrò i suoi occhi e vi si perse, come la notte prima – Non posso…
-
- Chi lo dice? – domandò lui diretto.
Lei si trovò in difficoltà – Non lo so… - rispose.
Il primo bottone dei jeans saltò al tocco delicato della mano esperta del
vampiro, mentre lui strusciava il viso contro quello di lei – Ho voglia di
assaggiarti di nuovo raggio di sole…voglio mostrarti come appagare il tuo
bisogno…voglio che tu capisca…ciò a cui realmente aneli è qui di fronte a
te… - le mordicchiò il lobo dell’orecchio – Solo con me completi i tuoi
bisogni…solo tu completi i miei Buffy… - spinse con forza il suo corpo
contro quello della ragazza, sentendola ansimare di nuovo mentre la sua mano
raggiungeva il suo intimo.
- Unisci i piaceri…perché privarsi della metà del godimento? - le mormorò
all’orecchio mentre mutava i lineamenti – Non lo vuoi? -
Buffy socchiuse gli occhi mentre le sue mani salivano lungo la schiena del
vampiro, stringendosi intorno al suo collo: poteva tornare indietro? Sapeva cosa
lui voleva fare, la spaventava così tanto che avrebbe dovuto fermarlo
eppure…desiderava ancora più intensamente che lo facesse.
- Mordimi Spike… - sussurrò – Ti scongiuro fallo… -
Quello era il sogno? Luogo diverso ma identici personaggi, e come nella
dimensione onirica era lei a supplicarlo di morderla.
Spike sorrise, mentre con i denti scalfiva leggermente la pelle calda della
cacciatrice, lasciando che qualche piccola goccia di sangue ne fuoriuscisse: con
la punta della lingua la leccò, sentendo il corpo della ragazza fremere e
stringerlo a se con più vigore mentre la sua mano spingeva la sua testa contro
il suo collo perché la mordesse a fondo.
- Ti prego Spike… -
I denti questa volta penetrarono la carne profumata della cacciatrice, ferendola
a fondo e lasciando che un caldo fiotto di sangue inondasse la bocca del vampiro
che inghiottì quel mare tumultuoso di emozioni.
Buffy sentì le ginocchia cedere mentre lui suggeva il sangue dal suo corpo: lo
cullava con dolcezza, godendo del mare di emozioni che provava.
Non credeva che essere morsa da un vampiro fosse così sensuale ed erotico, era
sempre stata convinta che fosse un dolore fortissimo che portava solo
all’incoscienza prima della morte.
Il vampiro si staccò dalla ferita, leccandola con un movimento lento e
sensuale.
Buffy cercò di attirarlo ancora a se, gemendo di disappunto – Ancora… - lo
supplicò, sentendo allo stesso tempo un bisogno che non aveva mai provato.
La sete.
- No… - sussurrò lui dritto al suo orecchio – Ora ne hai bisogno tu…la
senti? La tua gola è secca, arsa dalla sete, ma sai di non volere acqua… -
proseguì - …cacciatrice vuoi placare il tuo bisogno fino in fondo? – domandò.
Buffy aprì gli occhi e questa volta si perse in quelli gialli del demone: la
sete la stava divorando ed era come lui le aveva detto, non voleva acqua!
- Lo vuoi? – le chiese ancora lui; stava diventando un gioco per lui, per
Buffy invece era qualcosa di nuovo, sensuale e spaventoso allo stesso tempo.
Lei annuì: sapeva che se non avesse placato quel suo bisogno probabilmente
sarebbe caduta a terra rantolando per il fuoco che le bruciava la gola e che
l’avrebbe consumata fino alla morte.
Lui si ferì il collo con un’unghia, procurandosi una lacerazione abbastanza
profonda da lasciar uscire un’abbondante quantità di sangue – Bevi raggio
di sole… - le sussurrò, mentre lei avvicinava la bocca al suo collo.
Il tocco incerto e titubante delle sue labbra, la lingua timorosa lo fecero
andare in estasi, mentre con lentezza lei inghiottiva il primo fiotto di sangue.
Buffy sentì il bruciore alla gola placarsi mentre il sangue del vampiro
scendeva lungo le sue pareti come se fosse miele.
Il suo calore la riempiva, nutrendola e appagandola.
Spike aveva ragione.
Inghiottì più che poteva, mandando giù quel nutrimento e sentendosi per la
prima volta sazia.
La fame, la sete che la consumavano ogni volta che giaceva tra le braccia di
qualcuno erano state placate come un incendio.
Spike la allontanò da se con uno strattone; Buffy andò a sbattere contro il
muro e istintivamente si portò una mano alla bocca grondante sangue mentre lui
si incollava nuovamente a lei cercando la sua bocca.
- Com’è stato? – le chiese lui abbassandole i pantaloni mentre lei
slacciava i suoi.
- Dolce…oscuro… - rispose ad occhi chiusi mentre lui premeva la sua erezione
contro la sua femminilità – proibito… - proseguì mentre lui la penetrava.
Lui le leccò i contorni della bocca, pulendola del sangue, scendendo lungo il
mento e tornando alla ferita alla gola, scorrendo fino ai seni ancora coperti
dal top.
- Devo fermarmi? – ghignò lui per metterla alla prova.
Buffy scosse il capo e rise – No… - rispose – non osare… - e lui la
prese alla lettera, spingendo con forza dentro di lei, mentre i gemiti della
cacciatrice riempivano le sue orecchie come un dolce suono che lo portava
all’apice.
13.
Un fazzoletto, aveva bisogno di quello immediatamente.
< Questa volta non è un sogno… > si disse Buffy strofinandosi la ferita
al collo mentre Spike tornava a baciarla.
Lei gli mise le mani sul petto facendo forza per allontanarlo da se –
Aspetta… - mormorò.
Lui la interrogò con lo sguardo, le sue labbra sexy erano ancora rosse di
sangue.
Buffy socchiuse gli occhi e si rivestì.
- Raggio di sole? – fece lui, cercando di attirare la sua attenzione.
Una folata di vento scompigliò i capelli della ragazza.
- Andiamo via da qui… - continuò il vampiro.
Lei scosse il capo turbata – No…devo pulirmi… - si strofinò energicamente
la bocca per cercare di togliersi il sangue, ma più di tutto voleva eliminarne
il sapore caldo e sbagliato.
Nel vederla comportarsi in quel modo, Spike la fermò, afferrandola
energicamente per i polsi e bloccandola al muro – Buffy! – esclamò – Che
diavolo ti prende? –
La cacciatrice lo fissò con occhi distanti: puntò la sua attenzione sulla
ferita al collo da cui lei aveva appena bevuto. Si stava rimarginando
lentamente, ma il processo era visibile ad occhio umano.
- Spike… - sussurrò lei mentre una lacrima le scendeva sul viso –
Scusami… - terminò ed usando la sua forza di cacciatrice si liberò dalla
presa del vampiro, assestandogli un destro che lo fece cadere a terra confuso.
Il vampiro imprecò, scuotendo la testa da una parte all’altra e
massaggiandosi la mascella: si rialzò appena in tempo per vedere Buffy
allontanarsi da lui di corsa.
Si scrollò degli aghi di pino dalla giacca ed afferrò il pacchetto di
sigarette: ne accese una, aspirando a fondo la prima boccata di fumo ed
osservandone le spirali che salivano dall’estremità.
Un sorriso lieve si formò sulla sua bocca, gli occhi si ridussero a due fessure
mentre osservava la sua prede fuggire via.
Cominciò a fischiettare “london bridge is falling down” e si incamminò
nella direzione opposta a quella di Buffy.
*****
- Cos’è successo? –
Paul alzò lo sguardo per osservare chi gli aveva posto quella domanda: Andrew
lo aveva appena raggiunto, proprio mentre Buffy fuggiva via – Dove corre Buffy?
– chiese preoccupato.
L’altro fece spallucce – Non lo so…stavo parlando con lei quando quello lì…l’ossigenato
è arrivato e se l’è portata via! – Andrew corrugò la fronte sospettoso
– Si sono imboscati la in fondo al buio e poi lei è scappata via! –
- Hanno litigato? – domandò.
Paul scosse il capo imbarazzato – Veramente…non che abbia
origliato…ma…ho sentito dei gemiti… -
- Uh? –
- Si…ecco, credo che abbiano…sai… - terminò.
Andrew si mise una mano nei capelli appena ingellati e scosse il capo, cercando
di riordinare le idee.
Paul si accese una sigaretta – I due piccioncini avranno fatto le porcate nel
vicolo e poi… - rise amaramente mentre si voltava verso l’amico che era già
sparito – Hey! – sbottò – Ma che diavolo avete tutti da scappare stasera?
–
*****
Buffy spalancò la porta di casa, mandandola a sbattere contro il muro;
raggiunse la cucina e afferrò uno strofinaccio, cacciandolo sotto l’acqua
bollente, poi se lo passò energicamente sulla bocca e sul collo, quasi
scorticandosi la pelle, poi lo gettò nella spazzatura.
Si guardò intorno con aria smarrita e buttò fuori tutta l’aria che aveva in
corpo, accasciandosi sul pavimento.
Aveva frequenti conati di vomito, voleva infilarsi due dita in gola ma non ce la
faceva, il sapore del sangue di Spike era ancora intenso e lei nel profondo
voleva ancora assaporarlo.
*****
Bussarono alla porta.
Buffy alzò il capo di scatto < Spike? > la sua mente elaborò subito
l’immagine del vampiro che l’aveva rincorsa per stringerla di nuovo tra le
sue braccia, ma svanì non appena lei aprì la porta.
- Andrew… - mormorò confusa – Cosa ci… - Stava per terminare la domanda
quando si rese conto che in realtà lei era andata al bar per parlare con lui!
- Scusa… - terminò invece.
L’amico inclinò il capo stranito ed entrò senza aspettare alcun invito –
Ti ho vista scappare dal bar… - attaccò – e Paul mi ha detto di averti
visto nascondere con Spike e… -
- Non andare oltre! – lo zittì lei – Mi vergogno già così… -
Andrew le prese una mano – Buffy…sono preoccupato per te…quel mostro ti ha
fatto del male? -
Lei corrugò la fronte, scuotendo il capo poco convinta – Fisicamente sto
bene… - si sciolse dalla stretta dell’amico e si passò le mani sul viso per
asciugare le prime lacrime – L’animo è turbato…deviato… -
- Cosa vuol dire? –
Scosse il capo – Non lo so Andrew…non mi riconosco più… -
- È per via di Spike? Se quello lì… -
Buffy lo zittì di nuovo – No…non fa nulla senza il mio consenso…ed è
quello che mi spaventa! Sto scoprendo il mio lato oscuro Andrew – fece una
pausa per sospirare – Spike conosce la cacciatrice che è in me come nessuno
al mondo! Nemmeno il mio osservatore conosceva ciò di cui ho bisogno, ciò che
ogni cacciatrice desidera e cerca fino alla fine dei suoi giorni… -
Ci fu una lunga pausa di silenzio.
- Io…io temo di non capire Buffy… - ricominciò Andrew, fortemente perplesso
per quelle parole.
Buffy si era rilassata mentre parlava, ora il suo viso appariva più disteso –
Non ha importanza… - fece – Io sto comprendendo…e credo che Spike mi stia
aiutando a vedere le cose per ciò che sono, rendendomi consapevole dei miei
reali…bisogni… - pronunciò quell’ultima parola con un filo di voce, quasi
non volesse essere udita da nessuno.
< Sembra che solo i vampiri comprendano il mio animo… > proseguì nella
sua testa < Anche a Los Angeles fu così, ma la musica terminò…e
l’incanto svanì… >
- Buffy! – Andrew la richiamò alla realtà.
Lei sbatté più volte le palpebre, scuotendosi dai suoi pensieri: solo ora si
accorgeva che l’amico aveva tra le mani dei fogli piegati in quattro – Cosa
sono? – chiese curiosa.
Andrew li aprì, distendendoli sul tavolo – Il tuo amico è un pignolo,
dovresti saperlo… - iniziò – Ho rintracciato un sito molto…molto
inaccessibile di una società segreta che si occupa di occulto e….della
ricerca di sacre reliquie, uno dei pochi in cui viene trattata la figura della
cacciatrice e la sua sacra missione – Buffy arricciò il naso senza rendersene
nemmeno conto – C’è una cosa che devi sapere Buffy…una cosa che non sai
sulla Lancia di Longino e quel rituale… -
- Hai tutta la mia attenzione! – esclamò lei.
- Se la cacciatrice verrà trafitta con la Lancia durante il rituale… - si
fermò, indicando con il dito indice un punto nel testo stampato.
Buffy osservò dove lui le mostrava e spalancò gli occhi - …la linea delle
prescelte verrà definitivamente spezzata… - mormorò atona.
I due si guardarono negli occhi per un lungo istante – Mio Dio… - sussurrò
lei.
- Se prima era in pericolo la tua vita…ora sappiamo che il destino
dell’umanità sta nella tua sopravvivenza! –
- Non ci saranno più cacciatrici, non una per ogni generazione… - mormorò
Buffy incredula e preoccupata; si appoggiò al bancone, tirandosi indietro i
capelli, permettendo ad Andrew di notare il morso sul collo.
Allibito, il ragazzo allungò la mano per scostarle una ciocca di capelli
sfuggita alla sua presa, osservando attentamente.
Buffy si scostò di scatto, allontanandosi e coprendosi istintivamente il collo.
- Ti ha morso… - mormorò lui.
Buffy abbassò il capo, sentendosi colpevole, mentre Andrew avvertiva un forte
bisogno di nicotina.
- Non voglio parlarne… - piagnucolò lei - …non è il momento! –
L’amico si accese una sigaretta con gesti nervosi, facendo cadere a terra
l’accendino – Dovrei forse trattenere la mia sorpresa? Oppure la mia
preoccupazione per te? Come posso? Mi hai appena detto di non riconoscerti più…ebbene
è lo stesso per me! Cazzo Buffy, hai permesso a quel cadavere ambulante di
morderti! Dovrei stare zitto? Dimmelo tu! –
- Non ho bisogno delle tue prediche! – sbottò lei – Credi che non ci pensi
già io? Ho i miei problemi, con questa dannata Lancia e la confusione nella
testa mi disorienta! – Sbatté le mani contro il bancone.
Si sentì scricchiolare il ripiano di granito.
Andrew si massaggiò gli occhi, imponendosi calma – Quel morso…voglio
dire…non implica che tu diventi un… -
- Vampiro? – terminò lei fissandolo – No! – rispose convinta.
Lui sembrò rincuorarsi a quella risposta – Non succederà più vero? –
Buffy sembrò voler prendere tempo – No…non accadrà mai più… -
- Tu…puoi farcela senza il suo aiuto…voglio dire che non hai bisogno di
Spike per uccidere il Maestro, sei tu la cacciatrice! –
- Si… - mormorò lei – …solo io posso fermarlo da sola… - si asciugò
una lacrima.
Andrew la strinse tra le sue braccia – Stare con lui ti fa solo male! Ora devi
riposare, pensare a tornare quella di prima e spaccare il culo a quel vampiro
del cazzo! – aumentò la stretta – Ti aiuterò io a trovarlo… - poi gli
venne in mente qualcosa – Non…non credi che sia arrivato il momento di farti
trovare dal consiglio? Potrebbero… -
- No! – rispose secca lei – È meglio che continuino ad ignorare dove
sono…sanno che continuo a compiere la mia missione e so che prima o poi
arriveranno qui…ma per il momento non voglio un altro osservatore tra le
scatole! –
Andrew annuì, accettando la scelta dell’amica, seppur non approvandola.
- Devi riposare… - le suggerì invece.
Buffy voleva stare da sola e continuare a rimuginare sui suoi pensieri,
desiderava che il suo migliore amico la lasciasse in pace.
- Ti senti sicura? Vuoi dormire da me? – le domandò.
- Stai tranquillo… - rispose lei mentre lo accompagnava rapidamente alla porta
– Lui non si presenterà qui… -
< Ma non è ciò che desidero in realtà? E poi…come faccio ad essere
sicura che lui non venga qui? > fu il suo pensiero mentre chiudeva a chiave.
14.
Buffy si agitava tra le lenzuola: non riusciva a dormire, consapevole di una
strana sensazione che cresceva in lei.
< Non sono sola >
Spalancò gli occhi e lo vide, seduto sul davanzale della finestra, intento a
fumare una sigaretta, serio in volto; quando però incontrò lo sguardo di lei
le sorrise, gettando il mozzicone fuori e raggiungendola sul letto.
Buffy si scostò, coprendosi istintivamente e fissandolo come se fosse un
estraneo.
Spike sogghignò – Che ti prende piccola? – le chiese languido – Volevo
lasciarti sola stanotte, ma sono egoista e non posso fare a meno di stringerti
tra le mie braccia… - si tolse la giacca di pelle e si allungò sul letto
accanto a lei – Sembri tesa raggio di sole… - mormorò sfiorandole una
guancia con le labbra – Che hai? –
Buffy scosse il capo, allontanandolo da se con una mano – Non ho niente! –
rispose secca – Spike vattene! – lo intimò.
Il vampiro schioccò la lingua – Sei furiosa raggio di sole? –
Lei arrossì incollerita, cercando nuovamente di scacciarlo con degli strattoni.
Spike le bloccò i polsi, inchiodandola al letto – Ma che ti prende? Credi che
potrei farti del male bambina? Dannazione, prima fai l’amore con me, poi
scappi…e ora? Vuoi che me ne vada? –
Buffy sembrò voler sprofondare nel materasso, fissando gli occhi del vampiro:
erano così intensi e grandi che lei si sentì perduta in quel blu.
La sua bocca la invitava solo ad essere baciata.
< Buffy non ci cascare… > si impose < …ma come posso resistergli?
Io lo desidero tanto… >
- Buffy rispondimi! – la implorò lui, con uno strano tono nella voce. C’era
qualcosa di strano, di canzonatorio e provocante che però lei sembrò non
cogliere.
Le liberò un polso per accarezzarle il viso, scendendo lungo il collo e la
spalla – Io so perché ti comporti così…è per quello che ti ho detto nel
vicolo vero? E per quello che è successo dopo…vero? – domandò.
Lei annuì, senza batter ciglio.
- È così grave se tra noi due c’è tutto questo? – domandò lui ancora.
Di nuovo un cenno affermativo da parte di Buffy.
- Io credo di no… - sussurrò lui scendendo sulla sua bocca per chiuderla con
un bacio di fuoco.
Le liberò l’altro polso, così lei ne approfittò per avvinghiarlo a se;
quando si staccò per riprender fiato, lui le passò un dito sulle labbra rese
rosse e gonfie dall’impeto del bacio.
- Io so quello che tu vuoi raggio di sole… - le sussurrò all’orecchio,
scoprendo completamente il corpo della cacciatrice che indossava solo uno slip e
una canottiera.
Le passò un dito sul morso e la sentì gemere, poi scese disegnando il contorno
del suo seno, scoprendo l’ombelico e arrotolandosi intorno l’elastico dello
slip – Hai conosciuto il lato oscuro delle cacciatrici…vuoi che io ti porti
ancora dentro di esso? –
Buffy lo baciò, gli occhi offuscati dalla passione crescente ed incontenibile,
divorando le labbra del vampiro come un’affamata – Ho fame Spike… - mugolò
disperata.
Il vampiro si lasciò sfuggire un ghigno – Tutto ciò che desideri… -
sussurrò, ferendosi ancora il collo.
Buffy si avventò su di lui, senza aver bisogno di essere guidata, succhiando
con avidità il suo sangue, mentre gemeva per un nuovo morso di Spike.
Mugolò di piacere mentre anche lui beveva e lei lo divorava.
…Buffy hai permesso a quel cadavere ambulante di morderti…
Le parole di Andrew echeggiarono nella sua testa come la sirena di un allarme.
Sentì il bisogno di riemergere dal fiume nero del suo io, doveva nuotare verso
lo spiraglio di luce che quelle parole avevano aperto in quell’acqua torbida.
Aprì gli occhi e mandò giù sangue ma con una forte spinta allontanò Spike da
se.
- No! – gridò.
Si ritrovò a spingere l’aria mentre il sole entrava prepotentemente nella sua
camera.
< Era un sogno… > pensò.
Incrociò le gambe e appoggiò i gomiti alle ginocchia, sorreggendo la testa che
le pesava come un macigno.
Sospirò – Era un sogno… - ripeté ad alta voce.
Era esausta: il sudore freddo le imperlava la fronte e le braccia.
L’incontro in sogno con Spike e gli eventi di quella notte l’avevano
svuotata < Sono un involucro vuoto dopo questa notte…solo con Spike mi
sento completa e forte…lo desidero più di ogni altra cosa, il mio desiderio
per lui supera la voglia di uccidere il Maestro…cosa può succedermi se
continuo ad uscire dalla mia strada? Posso ancora rientrare? Si…questo era
solo un sogno in fondo… >
Una folata di aria fresca la fece rabbrividire.
- Aria? – disse.
Si voltò nella direzione della finestra, alzandosi di scatto per andare a
chiuderla < Ma…io non lascio mai le finestre aperte…e se…oh mio Dio…
>
- Ma era un sogno o no? – terminò il suo pensiero ad alta voce, sconvolta
dalla rivelazione.
15.
Il caffè non era dei migliori, lo aveva fatto troppo poco carico: a lei piaceva
l’aroma forte ed intenso che entrava nelle narici avvicinando la tazza al
naso, il sapore amaro che le risvegliava i sensi ogni mattina.
Quel sogno, o presunto tale, l’aveva distrutta per la sua intensità.
Poteva essere vero? La finestra era aperta, ma poteva anche averla scordata
prima di andare a letto…eppure era una distrazione che non era solita
concedersi sulla Bocca dell’Inferno.
Mandò giù tutto il contenuto della tazza rossa e si alzò in piedi, pronta a
buttarsi sotto la doccia.
Quella mattina sarebbe stata fredda: ne aveva bisogno.
< Basta con i vampiri, o meglio, basta con le relazioni con i vampiri….o
meglio ancora…mai più innamorarsi di un vampiro! Basta con Spike! >
Appoggiò la tazza a terra e si soffermò sulla veranda: si era innamorata di
Spike? Ma come poteva? Certo, era semplice, lui la conosceva troppo bene, lui
aveva scavato nel suo intimo, svelando un lato che lei era riuscita a nascondere
perfino a se stessa.
Ma bastava per innamorarsi? No, non era solo quello, era il suo viso,
l’espressione strafottente che la sfidava in ogni istante ma che sapeva essere
dolce, sensuale e provocante, a tal punto da far cedere la corazza anti-uomo che
si era costruita dopo la recente scottatura con Paul.
Recuperò la tazza, non aveva tempo per quei pensieri, più vi si soffermava, più
soffriva e tornava sui suoi passi.
Andrew aveva ragione, lei era la cacciatrice, non importava quanto oscura fosse
la sua natura profonda, lei aveva una missione da compiere…e quella più
imminente era uccidere il Maestro.
Tutto tornava come prima…di conoscere Spike…
Ma come poteva tornare tale dopo aver fatto l’amore con lui, dopo aver
assaporato il suo corpo ed il suo sangue?
Doveva…
*****
L’acqua gelata della doccia aveva intirizzito il suo corpo, facendola
rabbrividire mentre si avvolgeva nell’asciugamano.
Allo specchio del bagno si fermò per controllare la pelle del viso: l’acqua
fredda aveva risvegliato tutto il suo corpo, doveva ammetterlo.
Ora doveva solo prepararsi, scacciare via i cattivi pensieri ed i ricordi
dolorosi e…andare al lavoro…ma quanto mancava all’agognato martedì di
riposo?
*****
Orario di aperitivi, solite facce, tante facce, troppa gente, roba da impazzire.
Buffy non si fermava un istante, preparava cocktail per tutti, ed i suoi amici
progettavano la serata.
- Tu Buffy sei dei nostri? O hai…diciamo di meglio da fare? – domandò Anya
con aria maliziosa e supponente.
La cacciatrice rispose con una smorfia che l’altra ignorò – No, mi fermo
con voi a cena…andrò a casa più tardi… - rispose evasiva: nella borsa
dietro il bancone gli armamenti da cacciatrice erano già pronti, le sarebbe
bastato per andare direttamente a fare la ronda.
Sbuffò.
In quel momento Paul fece il suo ingresso al bar seguito da Andrew: il primo la
guardò imbarazzato, abbassando il capo e raggiungendo il resto della cricca,
l’altro le sorrise chiedendole con lo sguardo se andasse tutto bene.
Lei annuì timidamente, poi distolse lo sguardo.
*****
Sedeva al tavolo con gli amici, tra Andrew e Willow; Paul la fissava
intensamente da più di un quarto d’ora, mettendola a disagio.
Si sarebbe alzata dalla sedia per mollargli uno schiaffo ma cercava in ogni modo
di ignorarlo: cosa diavolo voleva da lei? Metterla in imbarazzo, far battute o
altro?
Perché la tormentava ora che lei non lo voleva più? C’era stato un tempo in
cui lei avrebbe fatto di tutto per avere la sua attenzione, un suo sguardo, un
gesto carino o altro…ma quel tempo sembrava essere passato da tanto.
Quanto aveva sofferto per lui? Tanto…
Quanto aveva combattuto per lui? Tanto…
Quanto tempo aveva perso? Troppo…
Si soffermò su di lui, incrociando i suoi occhi.
Buffy sentì gli occhi bruciare, il primo allarme delle lacrime.
Ma erano per Paul? O per Spike?
Le fece cenno di seguirla fuori dal bar mentre lui prendeva le sigarette dalla
tasca della giacca.
Lo seguì: cosa voleva dirle?
- Devi dirmi qualcosa? – domandò Buffy appoggiandosi al muro.
Paul chiuse il suo zippo mettendolo nella tasca dei jeans però non parlò.
Buffy gli fece un cenno spazientito, poi sbuffò: non le piacevano quei silenzi.
- Lui ti fa soffrire? – fu la prima domanda.
Lei sapeva a chi si riferiva – Lui non c’entra…sono io quella sbagliata…
-
- Perché dici così? -
- A te cosa importa? Credo di averti già detto di non intrometterti nella mia
vita…non ne hai più diritto… -
Paul gettò la sigaretta appena iniziata e la guardò serio – Volevo solo
dirti che… -
- Tu mi hai fatta star male per mesi Paul…cosa vuoi ancora? Sapere se sto
soffrendo ancora per te o per lui? Vuoi ancora essere al centro dei miei
pensieri? Vuoi ancora essere il dolore che accompagna i miei giorni e le mie
notti? Non lo sei più ormai…io sono il dolore…io sono la morte… - terminò
in un sussurro, sperando che lui non la sentisse.
- Ma cosa vuoi dire? La scorsa notte tu e lui… -
Buffy si morse il labbro inferiore con nervosismo – Ti sei soffermato ad
origliare i nostri discorsi? Oppure hai sbirciato mentre facevamo sesso nel
vicolo? – si sentì malignamente soddisfatta mentre scandiva le ultime parole.
Lui scosse il capo – Non voglio vederti star male…quella sera io volevo
parlarti… -
- E di cosa? – chiese lei brusca.
- Di noi due… - mormorò lui.
Buffy rimase a bocca aperta – Ma…noi due non esiste più…non è mai
esistito Paul! Non siamo mai stati una coppia, uscivamo di nascosto dal resto
del gruppo, tu ti vergognavi o altro…non volevi impegnarti…non hai mai
creduto a NOI DUE! Perché ora vuoi parlarne? Ora che è tardi? –
- Speravo che ci fosse ancora una speranza… -
- Perché ora? -
- Io…non lo so… - rispose lui.
- Ecco moccioso…è meglio se non ne parli allora! – la voce di Spike arrivò
per l’ennesima volta ad interrompere Paul.
Buffy si sentì avvampare di collera, con entrambi: aveva motivi per ognuno di
loro.
Spike avanzò con la sua camminata sicura verso la ragazza, prendendola per un
braccio e fulminando Paul con lo sguardo – Vattene pidocchio! – gli fece.
Paul lo fissò intimorito, poi cercò lo sguardo di Buffy che era pietrificato.
- Lasciaci soli… - mormorò lei senza guardarlo.
Paul rimase bloccato per qualche istante, poi Spike gli ringhiò letteralmente
contro, spaventandolo e facendolo scappare dentro il bar.
- Spike… - mormorò Buffy - …perché sei qui? -
- Raggio di sole… - lui la strinse tra le braccia - …non capisco il tuo
comportamento…perché sei fuggita ieri? –
< Potevi venirmi a cercare… >
- Io…Spike tu ed io non possiamo continuare questa…cosa…lo capisci? -
Il vampiro scosse il capo – No…non capisco…ti ho già detto perché io e
te siamo complementari…perché tu non vuoi capirlo? –
Buffy lo fissò – Tu mi stai facendo del male Spike…io sono la cacciatrice,
te l’ho già detto…non posso più vivere nel tuo mondo e farmi mordere da
te…fare l’amore con te…bere il tuo sangue…tutto questo mi sta cambiando!
–
- No…non è questo il motivo… - fece lui sorridendo – Tu hai paura… -
- Paura? -
Lui annuì – Tu hai paura di noi due…temi ciò che provi… -
Buffy scosse il capo – Io non provo… -
- Scccc… - fece lui - …non dire quello che non è vero…io lo so quello che
provi, lo sento dal tuo cuore…e tu vuoi sapere quello che provo io per te? -
- No… - rispose tra i primi singhiozzi – Ti prego Spike non parlare più! Tu
mi tormenti…non mi lasci in pace un istante, mi fai visita nei sogni…quei
maledetti sogni che sembrano così veri…ed io non distinguo più la realtà…
- gli mise una mano sulla bocca appoggiando la testa al suo petto – TI
scongiuro Spike non parlare… -
Il vampiro si passò la lingua tra i denti – Buffy…perché? Non vuoi sapere
ciò che provo per te? Credi che per un vampiro sia facile ammettere di amare la
cacciatrice? –
Buffy alzò di colpo la testa.
Bingo…
- No…tu non mi ami…tu vuoi solo il mio aiuto…e un po’ del mio
sangue…tutto qui! – sbottò.
- Non è vero… - sussurrò lui prendendo le mani nelle sue ed attirandola a se
– Io ti amo raggio di sole… -
- Non è vero… -
- Smetti di dire che non è vero! – sbraitò lui strattonandola – Sono
venuto a cercarti questa sera…non ti basta? Avrei potuto prosciugarti quando
volevo, ti ho dimostrato di essere più forte…perché non ti basta tutto
questo? -
Buffy sgranò gli occhi – Perché non è naturale… - e scoppiò a piangere,
aggrappandosi al petto di lui.
Spike scosse il capo sorridendo – Io sono il tuo destino Buffy…non puoi
scappare…ti amo piccola, non negare quello che anche tu provi per me… -
La cacciatrice fermò i suoi singhiozzi e lentamente tornò a fissarlo negli
occhi – Spike…tu mi ami? Come possiamo…siamo nemici naturali…come posso
io? –
- Dillo Buffy… - fece lui – Dimmi che mi ami anche tu e risolveremo ogni
problema, supereremo ogni ostacolo… -
Lei dischiuse le labbra – Spike… - mormorò mentre una lacrima sfuggiva dal
suo occhio per raggiungere la bocca. L’assaggiò ed aveva il sapore del sangue
e del dolore – Anch’io ti amo…ma… -
Non la fece terminare, quel “ma” venne bloccato dalla sua bocca contro
quella della ragazza.
Labbra contro labbra, lacrime e sangue.
Andrew uscì dalla porta del locale proprio in quel momento.
Qualcuno colpì Spike alla schiena con un sonoro calcio, mandando lui e Buffy
violentemente contro il muro.
16.
Buffy sbatté violentemente la testa contro il muro, mentre il corpo di spike
cozzava contro il suo.
La vista le si annebbiò momentaneamente ma l’effetto del colpo passò subito,
permettendole di tornare attenta a ciò che accadeva.
Spike si girò di colpo, proteggendola con il suo corpo: erano stati attaccati.
Andrew non aveva ancora capito molto di ciò che era successo: aveva visto i due
baciarsi e la delusione e la rabbia erano affiorate prepotentemente.
Avrebbe voluto iniziare a fare il maestro jedi della situazione che difende
l’amato allievo ma il spike era stato colpito improvvisamente, ribaltando
tutto.
Il biondo stava proteggendo Buffy: il colpo non lo aveva toccato per nulla
nonostante la sua forza e mentre la cacciatrice si riprendeva dallo shock lui
teneva a bada il vampiro che lo aveva colpito.
- Cosa diavolo… - fece Buffy confusa mentre Spike parava un calcio diretto al
suo bel viso.
- Maledetto essere putrescente! – gridò lui restituendo il colpo.
Il vampiro sconosciuto ringhiò ferocemente: era alto e robusto, di aspetto
giovane nonostante il volto trasfigurato, esperto nella lotta e agile; doveva
avere qualche decennio di non-vita alle spalle per dare del filo da torcere a
uno come Spike.
Spike si mise in posizione di difesa, pronto a parare il prossimo colpo –
Buffy va dentro! – gridò.
- No! – rispose lei pronta – Fatti da parte, è compito mio ucciderlo! -
Il biondo le sorrise poi tornò ad occuparsi dell’energumeno che lo stava
fissando in cagnesco.
- Cosa diavolo vuoi? – gli chiese Spike – Chi ti ha mandato qui nel
territorio della cacciatrice? – inarcò un sopracciglio aspettando risposta
invano.
Il mostro ringhiò di nuovo.
- Ok…ho capito che sei un’idiota senza cervello e tutto muscoli… - fece
lui avanzando rapidamente: lui era più piccolo ma più forte e agile visti i
suoi secoli di esperienza.
Lo colpì con un pugno sotto il mento, intontendolo abbastanza da farlo
indietreggiare – Tutto muscoli ma…niente resistenza pivello? – domandò
Spike cominciando a colpirlo ripetutamente con foga.
Nel frattempo, la gente dentro al bar era stata attirata fuori dai rumori
sospetti: Andrew faticava a trattenerli, dicendo loro che era solo un
balordo…ma si sa…la curiosità è un peccato a volte mortale…
Buffy voleva che Spike non combattesse, era compito suo.
- Cosa devo fare per farti smettere, impalettarti? – gli gridò.
Spike rise mentre non smetteva di muovere le mani – No raggio di sole…il
paletto potresti porgermelo per questo signorino molto carino e ben educato! –
rispose.
Buffy sbuffò e guardò Andrew – Va dentro e prendi quello che sai! – gli
ordinò.
L’amico non se lo fece ripetere due volte: facendosi strada in mezzo alla
ressa dei suoi amici raggiunse il retro del bancone, afferrando la borsa di
Buffy.
Tirò fuori un paletto e la lasciò cadere a terra, tornando all’ingresso e
lanciandolo alla cacciatrice.
Buffy lo afferrò salda e scansò Spike con una spinta – Eccomi
bestione…sono tutta tua! – gridò al vampiro.
Saltò e gli sferrò un calcio dritto in faccia, stordendolo, poi con un rapido
movimento del corpo si fece avanti e conficcò il paletto nel cuore
dell’energumeno che si sparse nell’aria in una frazione di secondo.
Spike sbuffò avvicinandosi a lei – Ti avevo detto di stare lontana! –
Buffy lo fissò con aria di sfida – Chi è la cacciatrice qui? Vuoi rubarmi
lavoro e stipendio? – gli domandò ridendo.
Il vampiro ossigenato le prese la testa tra le mani e l’attirò a se per
baciarla, sotto gli sguardi di Andrew e altre facce conosciute e non, alquanto
perplesse e spaventate – Devi andare dentro… - le ordinò lui.
Buffy lo interrogò con lo sguardo – Che dici? Spike… - non servì attendere
risposta.
Dal buio del vicolo di fianco al bar sbucarono altri vampiri, tre per la
precisione.
- È un attacco in piena regola? – si domandò Buffy cercando conferma negli
occhi del vampiro.
Spike annuì – Sono qui per… - e la guardò con preoccupazione negli occhi.
Buffy si sentì il sangue gelare nelle vene per quelle parole lasciate morire
nell’aria. Sapeva come sarebbe terminata quella frase, sapeva che ormai era il
momento.
Improvvisamente, Andrew prese Buffy per un braccio e l’attirò a se ma lei
oppose resistenza – Lasciami! – sbraitò Buffy presa di sprovvista.
Spike la osservò tranquillo – Fai come dice lui, vai dentro! – e guardò
l’amico della cacciatrice –Tu sai cosa vogliono questi qui…tienila al
sicuro! – Andrew annuì.
Non credeva che si sarebbe trovato dalla stessa parte di Spike!
Buffy si lasciò condurre stranamente arrendevole dentro al bar.
Andrew chiuse la porta.
17.
Sentiva gli occhi di tutti puntati su di se dentro il bar: diede un rapido
sguardo agli amici più stretti.
Regnava il silenzio più imbarazzante in quel posto, la stavano soffocando con i
loro sguardi spaventati e allo stesso tempo confusi.
Loro non sapevano e non capivano cosa realmente stava accadendo fuori dal
Theatre.
La musica era cessata di colpo per mano sconosciuta; Buffy e Andrew si
guardarono.
Lui stringeva tra le mani la borsa delle armi della cacciatrice talmente forte
che le nocche erano diventate bianche.
I suoi occhi erano terrorizzati. Lui sapeva, conosceva la realtà lì fuori ma
non si era mai trovato in una situazione simile.
Del resto, Buffy lo aveva sempre tenuto il più lontano possibile dal suo mondo
oscuro.
- Chi era quel tizio? – la voce baritonale di Achille ruppe il silenzio: era
ancora dietro il bancone, con un flute in mano e la spugna nell’altra.
Buffy doveva rispondere? Era la persona alla quale era stata rivolta la domanda.
Una cosa avevano capito loro: lei era coinvolta in tutto quel caos.
Eppure lei voleva proteggerli…era riuscita a non metterli al corrente del suo
lavoro, della sua missione, ma ora…non poteva più nascondere nulla! Loro
erano in pericolo e anche Spike lì fuori!
- Ne arriveranno altri! – esordì lei rivolgendosi ad Andrew ed ignorando la
domanda del suo capo.
< Basta! È ora che prenda in mano la situazione! Ormai non devo più
nascondere nulla! > si disse decisa.
Strappò la borsa dalle mani dell’amico e l’appoggiò rumorosamente sul
tavolo, aprendo la cerniera.
- Cosa vuoi fare? – domandò Xander appoggiando le mani accanto e osservando
inorridito l’armamentario. Gli altri presenti impallidirono alla vista di
paletti e crocifissi.
Buffy inspirò a fondo, tranquillizzandosi prima di parlare: era tesa, voleva
uscire per aiutare Spike, temeva per lui, voleva che fosse al sicuro, voleva
salvarlo più di tutti anche se era l’unico oltre a lei ad avere la forza
necessaria a sopravvivere.
Guardò Xander, poi Anya, Willow, Tara…e Paul.
- È il mio lavoro, solo il mio lavoro! – rispose secca.
Tirò fuori un grosso crocifisso in argento, delle ampolle di acqua santa e
qualche paletto, mostrandoli a tutti, poi si rivolse ad Andrew – Spero che non
dobbiate usarli! Perché se succederà vorrà dire che… -
L’amico la zittì con uno sguardo severo – Non dirlo nemmeno per scherzo
Buffy! Non succederà nulla di male a nessuno! – gli occhi erano lucidi.
Si, anche lui aveva molta paura.
- Ma…ma…stiamo dando la caccia ai vampiri? Siete fuori di testa voi due? –
domandò Paul divertito.
Buffy lo fulminò con lo sguardo: Dio solo sapeva quanto avrebbe voluto dargli
dimostrazione della sua vera vita, sbattendolo fuori allo sbaraglio, ma, per
quanto sembrasse inverosimile, anche lui era un innocente!
- No… - si limitò a rispondere con un sibilo – Loro danno la caccia a
noi… - e con queste parole, afferrò il suo inseparabile Mr. Pungolo.
Si voltò.
- Dove vai? – Andrew la bloccò per un braccio.
Lei si voltò – Non voglio che loro entrino qui! Sarebbe una strage! –
rispose – Loro vogliono me! –
- Ma c’è Spike! – ribatté lui.
Scosse il capo – Non può farcela da solo… - lo strattonò per liberarsi
dalla sua presa - …e non è lui la cacciatrice! –
Mentre raggiungeva l’ingresso sentì il vociare dei suoi amici aumentare.
Ora volevano spiegazioni? Spettava ad Andrew la patata bollente!
*****
Spike aveva bisogno di lei.
In fondo lo sapeva: il Maestro si era deciso a rapirla per il rituale della
lancia.
Aprì la porta per richiuderla rapidamente alle sue spalle. Chi stava dentro
doveva risparmiarsi quella violenza.
Lanciò una rapida occhiata verso Spike che si destreggiava con due vampiri, poi
un ringhio alla sua destra attirò la sua attenzione.
- Bene bene… - ghignò lei mettendosi in posizione di guardia – Ecco la
vostra cacciatrice preferita che si guadagna il pane quotidiano… -
Sferrò il primo pugno al vampiro, osservandone uno che cercava di attaccarla
dalla parte opposta – Cavolo! Siete così bravi da dovermi attaccare in due?
– domandò sarcastica.
Sentì ridere Spike poco più in la mentre lei evitava un gancio e rispondeva
prontamente di sinistro.
- C’è tanto da ridere? – urlò al biondo mentre afferrava il paletto e lo
conficcava facilmente nel cuore del primo dei suoi aggressori.
- Credevi in un onesto combattimento raggio di sole? – domandò lui
incenerendone uno altrettanto – Questa volta siamo vicini alla fine
piccola…lui ti vuole! -
Buffy rabbrividì per un istante ma non poteva permetterselo! Si concentrò
sulla lotta.
*****
- Dobbiamo chiamare la polizia! – esclamò Willow stringendo le mani a pugno
sul tavolo.
Tara, accanto a lei, si stringeva nelle spalle, pallida in viso – Come può
farcela da sola? Lei è solo una ragazza… - disse.
Andrew sgranò gli occhi alle parole di entrambe, fissando prima una poi
l’altra amica.
Mostrò ad entrambe il grosso crocifisso che stringeva in mano – Will…secondo
te quelli lì fuori sono normali delinquenti? – scosse l’oggetto per
attirare l’attenzione su di esso.
- Ma Buffy… - deglutì - …qualunque cosa siano…lei non può… -
Andrew sospirò: invidiava Buffy che combatteva lì fuori.
- È il suo compito – rispose asciutto.
- Cosa intendi dire? – si intromise Anya stretta tra le braccia di Xander.
- Se chiudi la bocca forse posso spiegarvi! – sbottò Andrew.
La ragazza arrossì, vistosamente irritata per quell’osservazione.
Fuori si sentì un urlo maschile, o forse era meglio dire un ringhio misto ad un
urlo.
Andrew aggrottò le sopracciglia, passandosi nervosamente una mano tra i
capelli.
Si domandava, per la prima volta, se Buffy ce l’avrebbe fatta.
*****
Buffy saltò, calciando in pieno stomaco l’ennesimo vampiro – Ma non
finiscono mai? – domandò a Spike una volta atterrata a terra, pronta ad
impalettare il demone.
Spike si affiancò a lei, pronto a ricevere nuovi vampiri – Credo che lui si
sia creato un folto numero di servi proprio per non lasciarti scappare
piccola… -
La cacciatrice lo fissò in un attimo di pausa: lui era in buone condizioni,
aveva solo un taglio sulla guancia che sanguinava lungo la linea del viso,
rendendolo sexy e duro.
- Cacciatrice mi stai guardando in maniera poco consona alla situazione! – le
fece notare lui con un sorrisetto sardonico.
Buffy arrossì – È colpa tua vampiro…mi distrai… - sorrise, tornando ad
occuparsi di un nuovo vampiro.
Spike rise e si appoggiò al muro – Sembra che tu ce la faccia da sola
piccola… - si accese una sigaretta.
Buffy incenerì anche quel vampiro e si appoggiò al muro accanto a lui,
appoggiando il capo sulla sua spalla – Si…forse questo era l’ultimo? –
si domandò.
Il biondo sorrise e la prese tra le braccia – Vieni da me raggio di sole…sei
stata bravissima, una vera cacciatrice… -
Lei sollevò il viso in cerca della sua bocca, lasciandosi catturare.
Il suo bacio aveva il sapore del tabacco e del sangue: gli piaceva, gli era
sempre piaciuto.
Gli sfiorò il taglio sul viso e raccolse il sangue su due dita: lui la osservò
divertito.
- Cacciatrice… - mormorò a bassa voce - …cosa fai… -
Buffy non rispose ma si portò le dita alla bocca per assaggiare il sangue.
- Cattiva Buffy… - mugolò lui prima di catturare ancora la sua bocca.
- Cattivissima… - rispose lei staccandosi un istante e affondando le mani nei
suoi capelli.
*****
- Aspetta aspetta! – esclamò Paul divertito – Vuoi dirmi che Buffy è la
santa cacciatrice di vampiri, che ucciderli è il suo compito, ha già salvato
il mondo più di una volta e altre stronzate simili? – scoppiò a ridere –
Pensi che questo basti per tranquillizzarci o altro? Forse quelli sono ex amanti
di quella troietta e sono qui per vendicarsi! Questo è più credibile! Oppure
sono creditori di quel biondo che lei frequenta! -
Andrew sbatté il crocifisso sul tavolo, conficcandolo nel legno – Cosa credi
che dicendo queste cose la umilierai davanti a tutti? – gridò – Tu parli
così solo perché lei non ti vuole più! Lo sanno tutti che razza di idiota sei
e che fiore di ragazza ti sei lasciato sfuggire, parlar male di lei non servirà
a nulla! – spostò una sedia e si accomodò nervosamente di fronte a Paul –
Se non credi alle mie parole, ti basta andare fuori e controllare di persona!
Magari proverai l’ebbrezza del morso del vampiro…proverai piacere prima di
essere dissanguato e squartato! –
Nonostante non credesse ad una parole di quelle che uscivano dalla bocca di
Andrew, Paul sentì un brivido freddo corrergli lungo la schiena.
Il sorriso che si dipinse sulle sue labbra era tirato: aveva fatto una
figuraccia.
- Ma come pensi che noi crediamo alle tue parole? Vampiri? A Sunnydale? –
domandò Xander scettico.
- Lei, è stata lei a tenervi all’oscuro di tutto! In questo anno, ha creato
un territorio attorno a questo bar in cui nessun vampiro si sarebbe azzardato ad
entrare…questo era il dominio della cacciatrice! Ci ha protetto per un anno
intero mentre fuori da qui i non-morti prolificavano e si preparavano a questa
notte! -
- Ma… - attaccò Willow - …è tutto così assurdo…tu hai una fervida
immaginazione Andrew… -
Il ragazzo aprì le braccia – L’invito ad uscire è esteso anche a te! -
La rossa rimase senza parole.
Nessuno gli credeva, ne era consapevole. Però ci aveva provato. Per buffy
l’importante era saperli vivi all’interno, ma forse dopo quella notte li
avrebbe persi comunque.
Improvvisamente una miriade di schegge di legno accompagnate da un rumore
fortissimo li colse alla sprovvista.
Buffy era stata letteralmente scaraventata contro la porta, mandandola in mille
pezzi.
Se non avesse avuto la forza di una cacciatrice, si sarebbe rotta sicuramente la
schiena a quell’impatto, invece si rialzò quasi immediatamente, nonostante
fosse intontita e leggermente dolorante.
Si scostò i capelli dal viso, tossendo.
Tre vampiri erano sulla soglia d’ingresso, pronti ad entrare.
- Buffy! – esclamò Andrew avvicinandosi, ma lei lo bloccò con il cenno di
una mano.
Andrew osservò i tre demoni: ma dov’era Spike?
- Ma…possono entrare? E dov’è… - ma la paura della risposta bloccò la
seconda domanda.
Buffy lo fissò per un istante con la coda dell’occhio – Lo hanno preso… -
mormorò – …e credimi, mi duole dirti che…si, possono entrare… -
- Com’è possibile? -
La cacciatrice afferrò un pezzo di legno che aveva la stessa punta di un
paletto: lo fece roteare tra le mani – Andrew cazzo! Questo è un luogo
pubblico, non hanno bisogno dell’invito! –
Ma allora perché non erano entrati prima?
- Non chiederti perché non lo hanno fatto prima! – intuì lei – Ti ho già
detto che sono qui per me… -
I vampiri, che fino a quel momento erano rimasti all’ingresso, entrarono,
facendo qualche passo avanti.
Avevano tutti e tre il volto della caccia, ma quello che stava in mezzo, il più
piccolo di stazza, assunse le sue sembianze umane e parlò.
- Cacciatrice… - esordì - …finalmente ci incontriamo… -
Buffy sbuffò, cercando di nascondere il terrore per la sorte di Spike –
Finalmente uno che sa parlare! – commentò mettendo le mani sui fianchi,
fingendo impazienza – Cosa vuoi? Non avete fatto abbastanza danni? –
- Credi che qualche osso rotto e una porta bastino? Non è stata versata nemmeno
una goccia di sangue se non dalla ferita del tuo fidanzatino non-morto! Però
potremmo rimediare immediatamente! – e dopo aver detto quello, con una velocità
propria solo degli immortali, afferrò la persona che gli era più vicina, una
ragazza che buffy conosceva a malapena.
La poveretta gridò inizialmente, poi però la voce le morì in gola nel momento
in cui i suoi occhi si fissarono in quelli del suo aggressore.
Lo guardava terrorizzata, mentre mugolii uscivano dalla sua gola: piccole gocce
di sudore scesero dalla fronte, mescolandosi alle lacrime che ora scendevano
ininterrotte.
- Lasciala stare! – gridarono Buffy ed Andrew contemporaneamente.
Il vampiro rise, ma non diede ascolto alle sue parole – Cosa preferisci? Lei o
il tuo Spike? – strattonò la ragazza che si lamentò, poi, dopo un istante
che sembrò durare in eterno, senza attendere altra risposta, affondò le zanne
nel collo della ragazza che gridò con quanto fiato aveva in corpo,
indebolendosi ad ogni sorsata del demone.
- La stai uccidendo! – gridò Andrew, muovendosi sulla sedia. Sapeva di essere
impotente, ma non capiva sinceramente perché Buffy non facesse nulla per
fermarlo.
O forse…temeva di saperlo…
Il vampiro lasciò la ragazza alle cure degli altri due che si presero la briga
di non versare nemmeno una goccia di sangue sul pavimento…uno per braccio
morsero la pelle pallida ed esangue della poveretta, come se fosse un’animale
da macello, una cosa.
Poi, come se fosse stato un sacco di patate, lasciarono cadere il cadavere a
terra.
Gli amici di Buffy inorridirono: chi vomitò, chi pianse, chi gridò alla vista
del volto con gli occhi sbarrati della giovane ragazza senza colpa.
Buffy stringeva convulsamente il paletto nella mano, lasciando che le schegge la
ferissero e facendo scorrere il sangue lungo il legno.
Il vampiro scoppiò a ridere – Che bello, ho messo in difficoltà la
cacciatrice! Il maestro aveva ragione, Spike è diventato più importante della
vita di qualunque innocente per te! Quel misero vampiro da quattro soldi è
dunque il tuo amante! –
- Smettila! – gridò Buffy con le lacrime agli occhi – Dov’è? -
Lui fece spallucce, poi ghignò e osservò la cacciatrice: si avvicinò a lei,
restando a soli pochi centimetri dal suo viso, quasi sfiorandola con le sue
labbra.
Buffy sentì l’odore di sangue fresco ma non provò piacere. Non era lo stesso
di Spike, era sangue di un innocente.
- Non ti avvicinare oltre… - fece lei – O giuro che ti uccido prima di
lasciarti parlare… -
Lui rise – Pensavo che volessi farti sbattere anche da me già che
c’eri…tanto mi sembra che il nostro uccello ti piaccia molto…ti piacciono
le cose fredde e du… -
Buffy urlò, ma non lo uccise: si limitò a scagliarlo contro gli altri tre,
facendoli cadere a terra – Non osare paragonarti a Spike lurido assassino! –
Il vampiro si rialzò e la guardò in cagnesco – Attenta a quello che fai o il
tuo bel non-morto finirà in cenere prima del mio batter di ciglia! E
poi…sappiamo entrambi che anche il tuo Spike uccide gli innocenti, solo che
lui ti fa godere come una cagna in calore e quindi non merita di morire! –
Buffy si sentì fremere, ma non reagì: ora lui aveva la palla in mano.
- Noi abbiamo il tuo vampiro, e tu lo rivuoi…siamo noi che conduciamo il
gioco, se non farai ciò che ti diciamo, lo esporremo ai primi raggi del sole
piccola… - si passò la lingua sulle labbra – quindi…piccola cagna…se
vuoi salvarlo, devi presentarti al Restfield tra mezz’ora, sola e senza armi!
– si avvicinò ancora a lei e le mostrò i denti insanguinati, poi si passò
sopra la lingua per pulirli, in un gesto che voleva apparire provocatorio.
Senza aspettare risposta, il vampiro si voltò, seguito a ruota dagli altri due,
sparendo nella notte che ormai era tornata silenziosa.
Buffy cadde in ginocchio, scoppiando a piangere: Andrew le si avvicinò ma non
osò toccarla. Aveva paura.
Aveva sentito troppo, aveva capito che Buffy aveva lasciato morire quella
poveretta al posto di Spike.
La cacciatrice aveva fallito.
Lei si asciugò le lacrime ma si sporcò il viso con il sangue delle ferite
della mano.
Quando alzò il viso e si voltò per guardare gli altri, si sentì colpevole.
< Ho scelto Spike, ho lasciato che uccidesse quella ragazza…perdonatemi…
> avrebbe voluto dir loro, ma non ne aveva il coraggio.
< Loro non capiscono niente…stupidi ignoranti… > un pensiero cattivo
attraversò fugace la sua mente.
Ora doveva solo pensare a come agire: andare diritta nelle fauci del suo nemico,
rischiare la sua vita, la stessa stirpe delle cacciatrici future solo per
l’uomo che amava?
< La missione è più importante della mia vita… > cercò di convincersi
< ma in questo momento non lo è… > terminò.
18.
- Tu vuoi salvare Spike? Tu sei completamente matta! – gridò Andrew
afferrando Buffy per le spalle e scuotendola violentemente.
Lei non reagì ma si lasciò sballottare dall’amico, fissandolo con gli occhi
ancora lucidi di pianto e il sangue che le imbrattava il bel visino.
Gli amici all’interno erano troppo sconvolti per reagire a quella scena: era
ancora troppo forte per loro la scena a cui avevano partecipato.
Il cadavere della ragazza dissanguata giaceva ancor a terra con gli occhi senza
vita che fissavano il vuoto.
Qualcuno la osservava di sfuggita, poi distoglieva lo sguardo scoppiando in
lacrime isteriche.
- Non abbiate paura! – li rassicurò Andrew – Ormai è tutto finito! -
Buffy lo osservò – È tutto finito? – chiese, poi un sorriso sarcastico si
dipinse sul suo volto – È appena cominciato… - terminò.
Lui la guardò – Adesso andrai al Restfield vero? Lo sai che non puoi farlo?
–
La cacciatrice inclinò il capo da un lato – Non posso? – domandò a fil di
voce – Chi me lo impedisce? –
Andrew sospirò – Io forse non posso Buffy…ma faccio appello alla tua
coscienza! Tu sei la cacciatrice, non puoi morire…non puoi permetterti di
morire! –
- E cosa devo fare? Lasciare che il maestro governi indisturbato su Sunnydale?
Credi che voglia solo salvare Spike? -
Andrew annuì.
Buffy sgranò gli occhi: il trucco di quella sera stava lentamente colando sul
suo viso, mescolandosi alle lacrime e al sangue.
Non era un bello spettacolo in quel momento, ma poco le importava.
- Si invece! – la contraddisse lui – Tu mascheri il desiderio di salvare
quel vampiro con la scusa di uccidere il maestro! Ma non ti rendi conto che cosa
ti succederà in quel cimitero? -
Buffy scosse il capo seria.
- Tu morirai…e le cacciatrici moriranno con te! Tutte quante! Tutte le
speranze future di salvezza per la razza umana spariranno all’istante, non si
attiveranno più, la profezia si spezzerà! Tu vuoi questo? Lo vuoi solo per
puro egoismo personale? Vuoi morire per salvare quel vampiro? -
Buffy deglutì – Io…io… -
< A me non importa di morire…non ha più importanza… >
Si liberò dalla presa dell’amico e si appoggiò al bancone con la schiena,
fissando stranita i suoi amici.
Loro ricambiarono lo sguardo, osservandola forse per la prima volta.
- Vi piace quello che vedete? – domandò loro – Io sono quella che ogni
notte rischia il culo per farvi dormire sonni sereni, per evitare che i vostri
colli vengano squartati, che le vostre budella vengano sparse sull’asfalto o
usate come cibo! – sorrise – Siete solo carne da macello per loro! E solo io
li fermo…e sapete una cosa? Sono stanca di salvarvi la pelle! Ma… - si voltò
verso Andrew e fece schioccare la lingua – la missione prima di tutto vero
amico? A volte mi sembra che tu sia l’osservatore mandato dal consiglio…pare
che mi abbiano scoperta? -
Nessuno rispose, calò nuovamente il silenzio, rotto solo da un singulto di una
Tara terrorizzata; Buffy la osservò e sembrò trovare un attimo di pace in
quegli occhi innocenti.
Lei li proteggeva quelli come Tara…e le era sempre piaciuto!
La cacciatrice sospirò e cercò un fazzoletto per pulirsi il viso, poi, si
rivolse ad Andrew – Scusa… - gli disse – io devo andare, devo fare il mio
dovere o quello che vuoi tu! Cercherò di uccidere il maestro, ma…devo salvare
Spike! –
Andrew sospirò – Non posso fermarti, lo sai…sei troppo forte per me…per
chiunque! –
Lei annuì con un lieve sorriso di scherno – C’è qualcuno che può fermare
la mia corsa…ma sto andando da lui…è la resa dei conti Andrew – continuò
- …uno dei due morirà questa notte…e se sarò fortunata, la stirpe delle
cacciatrici sarà salva, la Lancia di Longino distrutta e…il maestro ridotto
in cenere… -
- E spike? – domandò lui – Che ne sarà di lui? -
Buffy si avvicinò al cadavere – Spero possa riposare tranquillo tra le mie
braccia, nel mio letto per quello che resta della notte… -
Osservò la ragazza morta e si abbassò per chiuderle gli occhi.
< Perdonami… > le disse < …se puoi ovunque tu sia…ma lo rifarei
ancora, ti lascerei morire cento volte se necessario per lui… >
Poi si alzò e guardò Andrew – Fate sparire il cadavere…non so come
reagirebbero i poliziotti nel vederla qui…fai ripulire il bar e riparare i
danni…nessuno deve sapere quello che è successo qui questa notte…a parte
questi poveri disgraziati… -
Dopo quelle ultime parole, si congedò dai presenti sempre più disperati e
increduli.
Nella notte si sentì solo il rumore dei suoi passi sull’asfalto.
19.
La strada ormai poteva farla a memoria per quel cimitero, ci aveva trascorso
quasi tutte le notti della sua permanenza a Sunnydale.
In quel posto aveva riscontrato il maggior numero di vampiri appena risorti che
in qualunque altro cimitero della città.
< Che stupida sono stata… > si disse mentre avanzava < in un anno non
ho mai capito, non ho mai collegato le due cose…così tanti vampiri che
nascono in un solo cimitero! Il maestro era qui vicino e non ci ero mai
arrivata! Cazzo!> si diede una sberla sul viso e si fermò di colpo in mezzo
alla strada deserta.
Era nel viale alberato che conduceva al Restfield, il cimitero dove aveva
incontrato Spike per la prima volta.
Respirò a fondo e l’umidità della notte le entrò nel corpo, provocandole un
brivido freddo. Paura?
< Spike… > il pensiero per lui era fisso, temeva che gli facessero del
male < ma lui mi vuole… > proseguì riferendosi al maestro.
Quell’essere spregevole e vigliacco la stava aspettando in chissà quale punto
del cimitero per la resa dei conti.
< Uno dei due non sopravvivrà a questa notte… > continuò a pensare
< posso morire e spezzare la catena delle cacciatrici, ma Spike ha bisogno di
me…e io non posso più vivere senza di lui… >
Ricacciò indietro le lacrime che volevano fuggire dal suo intimo: non ne aveva
tempo ora.
Sollevò il piede sinistro.
< Il primo passo è il più difficile > si disse.
Poi fece un altro passo, un altro ancora, un altro…fino al cancello.
Lo trovò aperto.
Fece cigolare il metallo quando lo aprì.
Lo richiuse alle sue spalle.
Avanzò dritto davanti a se, incerta sul dove andare.
Le stavano forse tendendo una trappola? No, lei doveva arrivare viva al maestro,
non potevano farle nulla.
Il ringhio di una creatura della notte attirò la sua attenzione: il vampiro che
era entrato nel bar uccidendo la ragazza poco prima era sbucato da dietro un
monumento funebre dalle fattezze di donna in preghiera.
Buffy lo fissò gelida.
- Puntuale cacciatrice… - notò lui sorridendo col volto della caccia – Ti
stavamo aspettando – e le porse il braccio per accompagnarla.
- Dov’è Spike? – domandò, ma il vampiro fece finta di non sentire.
Buffy avrebbe voluto correre e avventarsi su di lui per squartarlo a mani nude,
fracassandogli la gabbia toracica per estrargli il cuore, però la ragione per
una volta ebbe il sopravvento e fermò i suoi intenti.
- Allora? – fece il vampiro incoraggiandola – Non ti mangio piccolo raggio
di sole… -
Buffy sussultò nel sentire quelle parole: come sapeva?
Raggiunse il vampiro ma rifiutò il suo braccio.
- Come sei scorbutica… - commentò lui sarcastico – Eppure sono convinto che
una volta nella dimora del maestro ti divertirai…ci divertiremo tutti! –
ghignò.
< Buffy calmati… > si disse < Quando avrò ucciso il maestro, se sarò
ancora in piedi…giuro che farò a brandelli questo vampiro!! >
Sbuffò rumorosamente e il suo accompagnatore sorrise, guidandola verso il
centro del cimitero – Vedrai raggio di sole…non sarà doloroso… -
Buffy si fermò di colpo – Vuoi piantarla di chiamarmi così? Chiamami in
tutte le maniere, usa epiteti, insulti, ma non chiamarmi così! –
Il vampiro fece spallucce e represse a stento una risata – Come vuoi…cacciatrice…
-
Perché la chiamava così? Solo Spike lo faceva.
Quelle parole pronunciate da lui avevano un significato che per lei era troppo
importante, non potevano uscire dalla bocca marcia di un essere qualunque!
Proseguirono il loro cammino.
La luce della luna, velata da una leggera foschia, illuminò un grande mausoleo
abbandonato, vicino al centro del cimitero.
- Siamo arrivati – fece il vampiro e si voltò verso Buffy per guardarla in
faccia – Qui il mio compito termina cacciatrice… -
Buffy lo fissò con occhi sgranati – Devo entrare da sola? – chiese
stupidamente.
Il vampiro scoppiò a ridere – Devi entrare di tua spontanea volontà piccolo
cucciolo, sarete solo voi due! –
- Il maestro è così superbo da credere di farcela da solo? – domandò
infuriata.
La sottovalutava, come sempre.
Ma lei lo avrebbe ucciso.
- Allora, vuoi dirmi dov’è Spike? – chiese poi.
- Al sicuro…lo libereremo quando tutto sarà finito… -
Buffy afferrò il vampiro per il collo e lo sbatté contro il muro del mausoleo
– Non farmi scherzi mostro! Voglio la certezza che Spike sia ancora vivo… -
gli sibilò nell’orecchio.
- Devi fare quello che diciamo noi cacciatrice, o il tuo vampiro diventerà
polvere all’alba! – il vampiro si liberò con uno strattone che fece
indietreggiare Buffy di qualche passo – Non hai scelta piccola! In ogni caso
vinciamo noi e tu perdi…ma puoi salvare l’esistenza del tuo
uomo…sacrificare la tua per la sua…che amore puro… - la schernì alla
fine.
Buffy non rispose.
Come le pesava non poter reagire, ma la non-vita di Spike era legata alle sue
azioni, non poteva abbandonarlo per un eccesso di collera anche se giustificato.
Si morse il labbro inferiore e fulminò il vampiro con gli occhi, aggirandolo
per aprire la pesante porta del mausoleo.
Sentì il vampiro ridere di gusto mentre la richiudeva alle sue spalle.
Poi, fu il buio.
*****
Una volta dentro, Buffy attese che i suoi occhi si abituassero al buio per
potersi muovere all’interno di quel luogo.
Da quanto tempo dimorava in quel luogo il maestro di sunnydale?
Quel posto era sudicio, umido, devastato dallo scorrere del tempo, dalla polvere
dei secoli.
Un ratto le passò di fianco al piede.
Buffy saltò: detestava i topi!
Aveva fatto rumore.
< Cazzo! > imprecò.
Aspettò ferma, immobile per un lungo instante, cercando di carpire rumori, ma
tutto quello che sentì fu lo zampettare del topo verso un punto dove brillava
una fioca luce.
Proprio verso il punto più oscuro della camera, all’altezza del pavimento,
brillava una fioca luce giallastra, fievole, quasi impercettibile.
Forse era la luce di una candela? Ciò significava che c’era un livello
inferiore in quel mausoleo.
Buffy fece un passo avanti < Vogliono che scenda… > pensò.
Non aveva altra scelta.
I suoi sensi non percepivano nulla all’interno della camera principale del
mausoleo.
I suoi occhi, abituati al buio, riuscivano a carpire i contorni indistinti di
una grande tomba in pietra grigia, collocata al centro della stanza: si portò
abbastanza vicina da poterla toccare e orientarsi mentre si avvicinava alla
luce.
La superficie della tomba non era impolverata come prevedeva, segno che in quel
luogo qualcuno ci viveva.
Avvertì la superficie di gelido marmo raffreddarle la pelle della mano,
camminando sul suo braccio e facendola rabbrividire.
Paura?
No, pensieri confusi, ma uno sopra tutti: Spike.
*****
La luce si era fatta più forte.
Sotto di lei ora poteva vedere perfettamente una scala di pietra grezza che
portava al livello inferiore; era illuminata da lunghe candele bianche, accese
da non molto tempo.
Poca cera era colata lungo di esse.
< Hanno preparato il comitato di benvenuto con le candele? E lo champagne?
> si chiese < Ah! Sono io quello… >
il calore emanato da quelle candele non la scaldava, anzi, le sembrava di
provare brividi più forti a mano a mano che si avvicinava al primo gradino.
< Siamo al momento decisivo, tra poco lo vedrò in faccia, tra poco scoprirò
con chi ho avuto a che fare per un lungo anno di lotta! Tra poco uno dei due
vedrà la sua morte in faccia… > terminò il suo pensiero.
Aveva paura, ma dentro di se si faceva strada un altro miscuglio di sentimenti.
La curiosità.
Il desiderio di morte.
L’odio.
Il rancore.
L’amore.
< Spike… > il pensiero ultimo andò al suo vampiro.
Sopra tutto quel mare di emozioni, Buffy voleva solo salvare lui, portarlo fuori
da lì.
Ma era tutta la verità?
Le parole che lui le aveva poco tempo prima echeggiavano nella sua testa: le
cacciatrici cercano la morte…perché è la loro consorte…
Era vero? Lo avrebbe scoperto quella notte.
Sapeva che quella era la sua notte, la notte della cacciatrice e del maestro.
Loro avrebbero ballato finché uno dei due non si fosse fermato esausto, ferito,
morto.
Scese i gradini, lentamente fino all’ultimo.
Sentiva la presenza di un vampiro, uno solo.
Possibile che non si fosse veramente tenuto tirapiedi al seguito? Cavolo,
sarebbe stato uno scontro diretto!
Onesto.
< No…ci deve essere qualcosa sotto… > la mente di Buffy lavorava in
continuazione, senza sosta, cercando di capire la strategia del maestro.
Ma non l’avrebbe mai capito da sola, doveva affrontarlo faccia a faccia.
Non aveva armi con se.
Aveva rispettato i patti.
Si guardò intorno alla ricerca di qualcosa di legno, qualsiasi cosa, anche una
matita!
Per il momento non aveva visto nulla.
Una volta sceso l’ultimo gradino, si ritrovò in uno spazio grande almeno il
doppio della stanza del mausoleo.
Non esistevano muri, solo grezza pietra: i servi del vampiro avevano scavato
fino ad averne ricavato una stanza.
Era strana però.
C’era qualcosa di insolito: tutto era costellato di candele, come a ricreare
una situazione romantica, c’era un letto sfatto con delle lenzuola nere
appallottolate era alla sua destra e una cassettiera.
Quella era una camera da letto, non una sala del trono di un maestro!
Ma chi viveva lì dentro?
Buffy strizzò gli occhi e continuò ad osservare.
Alla sua sinistra, c’erano 3 alti gradini e alla sommità, una grossa poltrona
nera, voltata.
< Che sia lì? > inarcò un sopracciglio.
Se era seduto in quella poltrona, voltandole le spalle, perché non reagiva?
Aspettava una sua mossa?
Cosa doveva dire?
Buffy sentì il panico avanzare: possibile che una volta di fronte al maestro
non sarebbe riuscita a trovare le parole adatte ad iniziare?
Si mise parallela alla poltrona e deglutì a fatica.
Aveva la gola secca, molto secca, ma del resto non poteva restare ferma a vita,
uno dei due doveva pur fare il primo passo.
Un respiro profondo…e via…
- Sono arrivata! – esclamò, sentendosi subito dopo una stupida per quelle
parole.
< Non poteva uscirmi qualcosa più ad effetto? > si rimproverò.
La poltrona scricchiolò lentamente, facendo mezzo giro verso sinistra.
Ora era di tre quarti, ma la cacciatrice non riusciva a vedere il volto del
maestro, non ancora.
Tutto quello che riusciva a scorgere era la mano bianca poggiata mollemente sul
bracciolo.
- Benvenuta nella mia casa…cacciatrice… - rispose il maestro.
Buffy strinse gli occhi, cercando di analizzare quella voce: era vecchio ad una
prima conclusione, una voce rantolosa ma forse…camuffata.
< Vuole nascondere la sua vera voce? Perché dovrebbe… >
Si, decise infine che il maestro era un vecchio vampiro, eppure quella nota
stonata continuava a tormentare il suo pensiero.
< È camuffata? >
Scosse il capo.
Mise le mani sui fianchi e picchiettò il piede destro sul pavimento, in segno
di impazienza – Dov’è Spike? Dove lo tieni nascosto? –
Ci fu una pausa lunga , nella quale Buffy si sentì morire.
L’attesa della risposta le provocava un formicolio lungo le braccia: avrebbe
voluto avere in mano un paletto in quell’istante, per poterlo scagliare contro
quella poltrona, facendogli attraversare da dietro il cuore del maestro.
Ma dove teneva Spike? E la Lancia? C’era sicuramente qualcosa che lei non
riusciva a cogliere.
- Non temi la morte? - domandò lui.
Buffy spalancò gli occhi, poi lui proseguì.
- Sei così decisa ed innamorata da mettere di fronte a tutto la salvezza di un
essere inutile come Spike? -
- Spike non è inutile! – sbottò lei in risposta.
Strinse i pugni e la ferita sulla sua mano si riaprì.
- Sanguini cacciatrice? – domandò il maestro – Sento già l’odore sublime
del tuo sangue… -
Lei fece un passo indietro inorridita e si strinse la mano nell’altra.
- Spike è fortunato ad aver bevuto il tuo sangue bambina…il sangue della
cacciatrice è il pasto migliore al quale un vampiro possa anelare… -
- Perché continui a nominarlo? Dimmi dove sta! – gridò lei alla soglia
dell’esasperazione – Sono venuta di mia spontanea volontà, ti chiedo solo
di liberarlo! Cosa vuoi di più? -
La poltrona scricchiolò: lui si stava muovendo, ma ancora non si alzava.
- Vuoi combattere con me cacciatrice? Non è forse per questo che sei qui? –
le domandò.
Buffy scosse il capo – Si…cioè… -
- Sei confusa? -
Alzò di nuovo lo sguardo verso la figura seduta < Perché invece di
picchiarci a sangue stiamo parlando? Mi sembra di non arrivare a nulla e nel
frattempo Spike potrebbe… >
Ma il maestro interruppe i suoi pensieri – Tu pensi disperatamente a quel
vampiro, Spike…perché? Perché rischi la tua vita e la discendenza delle
cacciatrici per lui? È il tuo nemico naturale…tu li uccidi quelli come lui…
-
Buffy si mise la mano ferita all’altezza del cuore: batteva all’impazzata.
Perché lui la distraeva? Era lì per combattere e morire se necessario, non per
analizzare i suoi sentimenti per Spike!
- Ti ho fatto una domanda! – parlò lui insistendo, assumendo un tono di voce
meno roco e vecchio.
Sembrava che ci fosse impazienza nelle sue parole, Buffy non capiva.
- Cosa ti devo dire? Vuoi sapere perché? Io amo Spike, lo amo come non ho mai
amato nessun uomo mortale che cammina alla luce del sole! È l’unico che è
riuscito a completarmi, è l’unico che comprende i miei bisogni, le mie
necessità più intime e nascoste…lui… -
La poltrona cigolò, girandosi di qualche centimetro – Lui… - suggerì il
maestro - …lui placa la tua sete…creatura oscura più vicina a noi di quanto
tu non creda… -
Buffy alzò lo sguardo nel sentire pronunciare quelle parole – Come fai? –
domandò esasperata – Come puoi dire tutto questo? – sbraitò gesticolando a
braccia aperte – Sono cose così personali, sono solo di Spike e me… -
terminò con un filo di voce.
Gli occhi scrutarono ogni singolo particolare, granello o sassolino che si
trovava sul pavimento.
Non trovava forza per guardare anche solo la poltrona girata del maestro: quelle
parole erano di Spike, perché lui le conosceva? Come gliele avevano estorte?
Tortura?
Respirò profondamente, chiuse gli occhi e alzò lo sguardo: una volta ritrovato
un briciolo di equilibrio, fissò torva in direzione del maestro – Perché non
rispondi? Perché non mi affronti? Vuoi attuare una meschina e bieca tecnica
psicologica per vedermi impazzire? –
Avvertì il rumore di un accendino e subito dopo delle spire di fumo si levarono
verso l’alto.
Buffy sgranò gli occhi non appena il maestro scaglio all’indietro il
pacchetto di sigarette: riconobbe la marca come quella fumata da Spike.
Il suo cuore perse un battito.
- Mostro! – gridò mentre le lacrime che tanto aveva cercato di reprimere si
facevano strada fino ai suoi occhi – Vuoi provocarmi fino a farmi esplodere? -
Buffy decise che il tempo delle parole volgeva al termine e si mise in posizione
d’attacco – Mostrati vampiro o verrò personalmente ad alzare quel tuo
maledetto culo rugoso da lì! –
Il maestro scoppiò in una sonora risata – Allora sei veramente pronta
cacciatrice…sei una perfetta e volontaria vittima sacrificale… -
La poltrona ebbe un sussulto quando l’antico vampiro si alzò.
Buffy non riusciva e vederlo ancora: era avvolto in un mantello nero o in
qualcosa di simile e lungo, la testa restava in penombra.
- Cacciatrice… - fece lui - …sei pronta al momento della verità? Il tuo
cuore potrebbe non essere pronto… -
Buffy non rispose ed attese in silenzio.
Il maestro si voltò e la luce investì di colpo i lineamenti del suo viso, il
colore dei capelli, il mantello che in realtà era uno spolverino di pelle.
Gli occhi della cacciatrice si puntarono su di lui, riflettendo la verità.
- Non…non è possibile… - balbettò incredula.
Il vampiro sorrise beffardo – Eccomi qui…in tutto il mio oscuro e potente
fascino…raggio di sole… -
20.
Sentì le gambe cedere.
Cadde in ginocchio.
Le labbra tremavano, nel vano tentativo di pronunciare una sola parola, un solo
nome.
Era uno scherzo vero?
- S…Spike… - balbettò Buffy – Cosa…cosa succede? -
Il vampiro fece spallucce – Eccomi cacciatrice, sono qui… - rispose.
- Perché? Dov’è il maestro? -
Ancora non capiva?
- Non ti è chiaro? – fece lui scendendo i gradini con aria disinvolta e
diminuendo la distanza tra loro.
- No… - rispose lei asciugandosi le lacrime con le mani chiuse a pugno.
Spike sorrise teneramente alla cacciatrice – Sono io raggio di sole, sono io
il Maestro di Sunnydale…io governo la Bocca dell’Inferno –
Buffy deglutì a fatica, poi tossì: il pianto era scoppiato, sfociando in una
reazione isterica.
- Non…non può essere vero… - biascicò – Tu mi stai mentendo! -
- E perché dovrei? – rispose lui – Non ho più motivo per farlo raggio di
sole, era giunto il momento di metterti di fronte alla verità! – puntò il
dito indice contro di lei – Tu hai voluto sapere chi ti faceva la guerra da un
anno…e io ti ho accontentata! – cominciò a camminarle intorno, aspettando
una reazione violenta della ragazza.
- Perché… - sussurrò lei fissando il suolo – Mi hai portata a questo
punto… - alzò il viso, cercando di mostrarsi decisa e fiera ma il risultato
non fu quello che lei desiderava – Mi hai giocata, mi hai ingannata fin
dall’inizio solo per avermi qui, volontaria vittima del tuo maledetto
sacrificio con la Lancia di Longino? -
Si alzò in piedi e affrontò il vampiro – Allora? – gridò – Rispondimi
Spike! Perché mi hai ingannata? Dov’è la lancia? Avanti! –
Il vampiro si fermò, proprio di fronte a lei, fissandola serio – No…non è
il momento della rabbia… -
- Cosa? Che diavolo stai dicendo? Credi che io possa ignorare chi sei e perché
mi hai…mi hai…fatta innamorare di te? -
Spike sorrise – Tu mi ami… -
< Si > - No! – mentì – Come posso amare una cosa senza vita? – dopo
aver terminato l’ultima parola si scagliò contro il vampiro, sferrandogli un
potente calcio – Mi volevi qui per avere l’immortalità vampiro? – sbraitò
– Allora dovrai conquistartela! -
Spike parò il colpo ma si trovò subito in difficoltà vista la furia continua
dei colpi della cacciatrice.
Buffy colpiva, guidata e sostenuta dalla rabbia e dall’odio.
- Come hai potuto ingannarmi? Come hai potuto prenderti gioco di me? – un
calcio nello stomaco lo mandò dritto contro la roccia – Certo… - proseguì
lei – Tu sei malvagio, hai fatto tutto come un perfetto attore teatrale,
l’amore, le tue parole…scommetto che l’attacco alla biblioteca e al bar
sono stati opera tua! Hai sacrificato volentieri i tuoi servi per arrivare al
mio cuore! -
Spike le restituì il calcio una volta in piedi, permettendogli così di poterle
rispondere – Si…era tutto programmato…era tutta una messinscena solo per
arrivare a te… - ammise - …ma non nel modo che tu pensi! –
Buffy si rialzò e cominciò a colpire con i pugni.
Spike si abbassò per evitarne uno.
- Volevi solo scoparmi? Mettere in crisi la mia coscienza? Se era per questo
motivo allora hai vinto, ci sei riuscito…ora tira fuori la Lancia e mostrami
il tuo scopo finale! – gridò lei.
Lui la colpì sotto il mento con un sinistro, facendola sbandare.
Le sanguinava il labbro inferiore.
- Sei così bella quando combatti raggio di sole… - commentò lui con sguardo
lussurioso – Così mi ecciti… -
Buffy ringhiò – Tenti di provocarmi? – si passò la mano sulla bocca per
levar via il sangue.
Spike si passò la lingua tra i denti – Si… - rispose – Voglio sfinirti
cacciatrice, poi parleremo… -
- A meno che io non ti uccida prima! – rispose lei saltandogli addosso ed
inchiodandolo al suolo con la forza delle sue gambe e bloccandogli le braccia
sopra la testa.
Ci fu un lungo attimo di silenzio.
Buffy ansimava: non era la stanchezza fisica ma quella mentale.
Erano viso contro viso quasi.
Troppe cose aveva vissuto quella notte, troppe cose avevano sconvolto il fragile
equilibrio della sua vita.
Spike l’aveva ingannata e lei era pronta a morire per lui fino a pochi minuti
prima!
Il maestro sorrise e fissò Buffy che lo osservava scura in volto.
- Raggio di sole… - fece lui col suo tono suadente - …cosa vorresti fare
ora? -
Una goccia di sangue cadde dal labbro della cacciatrice sulla bocca del vampiro
che l’assaporò, chiudendo gli occhi e sospirando di beatitudine.
Buffy ringhiò.
- Raggio di sole…a meno che tu non mi strappi il cuore…non hai paletti, non
puoi eliminarmi…e se mi liberi le mani io… -
- Perché? – chiese lei – Perché ti sei preso gioco di me? Non era meglio
un combattimento unico…un vincitore e un vinto… -
Spike ammutolì e la guardò per la prima volta, da quando si era rivelato, con
dolcezza – Buffy… - mormorò, leggendo una profonda delusione nei suoi
occhi.
- Spike… - rispose lei – Io ti amavo… -
Lui aggrottò le sopracciglia – Ora non mi ami più? – domandò.
< Che domanda… > pensò lei, ma non aveva la capacità di portare a
termine una frase, figurarsi i pensieri.
- Io…no…non ti amo più… - ma non riuscì a guardarlo negli occhi mentre
pronunciava quelle parole.
Distolse lo sguardo ma tornò subito su di lui; le lacrime copiose le impedivano
quasi di vedere chiaramente – Si…maledetto vampiro ti amo ancora…ma questo
non cambia le cose! –
- Si che le cambia… - ribatté lui.
- No! Tu mi hai voluta qui per il rituale della lancia! Hai ottenuto che ci
venissi di mia volontà…e ora potrai spezzare la linea delle cacciatrici come
dice la profezia! -
- No Buffy… - tentò di replicare lui.
La cacciatrice aumentò la presa sui polsi del vampiro – Smettila di dire
stronzate! Non credo più alle tue parole! Tutto quello che mi hai detto era
falso… -
Spike scosse il capo – Buffy lasciami parlare! – urlò e si alzò di scatto
liberandosi i polsi e tirando una testata alla cacciatrice, stordendola e
permettendogli di ribaltare i ruoli.
Quando Buffy riaprì gli occhi qualche attimo dopo, si trovava inchiodata al
suolo, Spike sopra di lei che però le aveva lasciati liberi i polsi; le
accarezzava il viso, deponendo piccoli baci sulle sue labbra ferite, scendendo
lungo il collo.
- Cosa fai… - mormorò lei allontanandolo da se – Non mi devi toccare mai più!
– gli ordinò.
Spike la guardò con dolcezza e una punta di divertimento – Ti adoro quando
sei arrabbiata raggio di sole… -
Buffy lo fissò confusa – Spiegami perché… - chiese calma. Non aveva scelta
ormai.
Spike socchiuse gli occhi – Ti ho dato molte volte il motivo…ma tu non lo
hai colto perché ignoravi chi fossi in realtà… -
Lei lo interrogò con lo sguardo: la rabbia faceva posto alla curiosità.
Si stava ammorbidendo? Ma poteva cedere anche se era lui il suo vero nemico?
- Ti ricordi quando ti chiesi perché il maestro di Los Angeles ti voleva come
compagna? Perché la cacciatrice è la creatura più vicina ai vampiri tra tutte
le creature delle tenebre! Si perché anche tu sei nata nelle tenebre…proprio
come me! Ma tu non sei la sposa di semplici neonati senza potere, non di
sanguinari che uccidono per puro e animalesco appetito…la cacciatrice è stata
creata per ucciderli quelli così… - si fermò un istante per accarezzarle la
guancia – La cacciatrice è nata per essere una regina della notte…la
cacciatrice è l’unica creatura nata per essere la compagna di un maestro come
me…tu sei destinata a me…come io sono destinato a te…te l’ho già detto
Buffy, io sono la tua morte, sono la morte che tu insegui da quando sei la
cacciatrice! -
Buffy sgranò gli occhi.
Spike avvicinò il viso al suo – Ricordi le parole di Lothos? Tu ed io siamo
uno… -
Lei annuì tornando per un istante al ballo di quella notte a Los Angeles.
- Io c’ero quella notte…quando tu lo hai ucciso…quando hai dato fuoco a
tutto e sei scappata sulla moto con quel ragazzino che avevi baciato… -
pronunciò le ultime parole con un tono rabbioso – Da allora non ti ho più
lasciata! Ti ho seguita fino a qui, la Bocca dell’Inferno ha chiamato
entrambi…era destino piccola… -
Buffy scosse il capo incredula – Io…ma perché hai inscenato tutto questo?
–
Spike sorrise sornione e si avvicinò alla sua bocca – Avresti creduto alle
mie parole? Se fossi venuto da te e ti avessi detto chi ero e cosa volevo da
te…non mi avresti attaccato? Saresti forse uscita a cena con me? –
- Io… - la cacciatrice sbuffò.
- Vedi…ho ragione…ho dovuto portarti nel mio mondo, diventare il tuo unico
aiuto in questa finta guerra tra di noi, corteggiarti, sedurti e farti scoprire
il tuo vero io… -
- È solo per quello che non ti mostravi? -
Spike annuì e le sfiorò le labbra con le sue – Io ti osservavo ogni notte
mentre uccidevi i miei servi. Ti spiavo, ti ammiravo mentre ti muovevi come una
predatrice tra le lapidi, aspettando il momento propizio per iniziare la mia
messinscena e la mia seduzione…Buffy… - proseguì – Io non ho mai
posseduto la Lancia di Longino… -
Lei chiuse gli occhi – Ma allora cosa vuoi ottenere da me… - lo implorò.
- Niente di più di quello che ho già davanti…raggio di sole… - scese sulla
sua bocca e questa volta il bacio non fu casto.
Buffy non si ritrasse a quel contatto, nonostante tutto lo desiderava, lo amava:
dischiuse la bocca per lasciare entrare la lingua del vampiro e lo circondò con
le braccia per approfondire il contatto.
Il desiderio del suo corpo era completo, lo voleva, voleva possederlo e farsi
possedere di nuovo, anche se questo avesse significato la sua dipartita.
Quando si staccarono però, la cacciatrice lo fissò seria – Stai mentendo…
-
Spike scoppiò in una risata leggera – È vero… - rispose - …voglio
qualcosa di più… -
- E cosa vuoi? – domandò lei.
– Non lo hai ancora capito cacciatrice? –
Buffy sorrise e lo attirò a se – Credo di averlo capito vampiro… -
21.
Spike stava per baciarla ma lei lo fermò mettendogli una mano sulla bocca: lui
la interrogò con lo sguardo.
Buffy sorrise – Mi hai ingannata…e hai inscenato tutto questo solo per
arrivare qui? Non c’è nessuna lancia? Dove la tieni… - sibilò.
Il vampiro ghignò – Non c’è nessuna lancia raggio di sole…la vera Lancia
di Longino non è ancora stata trovata…e quando verrà ritrovata…non credo
sarà più un tuo problema… - e si abbassò di nuovo per baciarla.
Questa volta non incontrò nessun ostacolo.
- Sei un bastardo… - sentenziò Buffy non appena si staccarono – Sapevi che
non avresti avuto possibilità con me…in nessun modo oltre a questo… -
Lui annuì divertito.
- E non avrei mai accettato una storia con te… - proseguì lei.
- Non senza una componente di oscurità piccola…la stessa oscurità che sento
dentro di te… - il suo dito le sfiorò le labbra, scendendo lungo il mento e
il collo, raggiungendo l’incavo tra i seni.
Buffy si sentì rabbrividire – La mia oscurità sei tu… - sussurrò lei.
- Io sono la morte… - mormorò lui leccandole il collo e ringhiando
sensualmente – Nessuno oltre a me può starti vicino cacciatrice…lo sai
vero? -
Buffy lo fissò dritto negli occhi, perdendosi in quell’oceano.
Le lacrime iniziarono a scendere lungo il suo viso.
- Perché piangi raggio di sole? – domandò lui preoccupato.
Lei scosse il capo e sorrise – Io ero sbagliata fin dall’inizio…tu lo
avevi capito… -
Spike schioccò la lingua e la baciò a fior di labbra – No…tu non sei
sbagliata… - le mordicchiò il labbro inferiore, succhiandolo lentamente –
Ogni cacciatrice è nata nel buio…e nel buio torna nel momento della
morte…ma solo tu…e altre poche sono state guidate verso la loro natura
profonda… -
Buffy lo studiò incuriosita.
- Se io non ti avessi risvegliata amore mio…tu avresti vissuto i pochi anni
che ti restavano combattendo come un guerriero e trovando pace solo nei brevi
momenti di uccisione, vivendo due vite a metà, il lavoro in quel bar, i tuoi
amici, l’idiota di Paul e la notte, unica dolce nota della tua esistenza… -
- E ora? – chiese lei.
- Ora… - iniziò Spike, alzandosi e prendendola tra le braccia - …ora potrai
godere per l’eternità…piccolo e oscuro fiore delle tenebre… -
Buffy sorrise per quelle parole – Chi ti da la certezza che io ti seguirò
nella notte? Non ti ho detto di si… -
Per un istante il viso di Spike si rabbuiò – Non hai scelta raggio di
sole…lo faccio per salvarti…o con me o sottoterra tra poco tempo! Cercherai
la morte altrove se mi lascerai – sorrise – e sarà quella sbagliata che ti
farà visita piccola… -
Buffy gli mise le braccia intorno al collo – Perché solo tu sei la mia
morte…quella perfetta…quella oscura che cerco… - lo baciò - …avevi
giurato di corrompere la cacciatrice… - mormorò affondando il viso
nell’incavo del collo - …e a quanto pare sei riuscito nel tuo intento… -
Spike scoppiò a ridere – Si…ero certo di vincere piccola…ti amavo già…da
tanto tempo…ed è difficile resistere al mio fascino oscuro… -
Buffy mugolò qualcosa che lui non comprese.
- Cosa? -
- Hai detto di amarmi… - disse lei sorpresa.
Il vampiro annuì e lei lo baciò di nuovo, poi si diresse verso il letto.
- Dove mi porti? – domandò Buffy fingendo meraviglia.
Lui la distese delicatamente sul letto – Dobbiamo farci la guerra raggio di
sole no? Abbiamo ballato fino ad ora…ora si fa sul serio… -
La cacciatrice sorrise mentre lui si toglieva lo spolverino e la camicia; lei si
mise a sedere sul letto e gli sbottonò i jeans.
- Impaziente… - commentò lui sornione, finendo di spogliarsi e facendo
altrettanto con lei.
Si distese sopra di lei, beandosi del calore di quel corpo piccolo ma tanto
forte, almeno quanto il suo.
- Non avresti mai vinto con me… - mormorò lui baciando il collo già ferito
di lei.
Buffy scoppiò a ridere – Ne sei così sicuro? – domandò lei accarezzando
la sua virilità attraverso il tessuto del boxer nero che ancora indossava.
Spike annuì mentre le sue mani vagavano per il corpo della ragazza – Non
avresti mai avuto il coraggio di uccidermi… -
- Nemmeno tu… - proseguì lei, strizzandogli i glutei sodi mentre lui si
strusciava contro di lei, eccitandola.
Lui ridacchiò – Ma io lo sto per fare raggio di sole… -
- Col mio consenso… - terminò lei chiudendo gli occhi e sospirando.
- Già…non credi che questa sia la morte migliore che una cacciatrice possa
desiderare? – le chiese; sentì lei gemere e spalancare gli occhi sotto di lui
mentre le sue dita esperte raggiungevano il centro del suo piacere.
- Oh si… - mormorò lei in estasi – Non c’è morte migliore…che
questa… - biascicò tra un sospiro e l’altro.
Chiuse di nuovo gli occhi mentre il vampiro le leccava di nuovo il collo,
ringhiando di piacere e soddisfazione.
- La cacciatrice è mia… - sibilò mutando i lineamenti e mostrandosi a lei.
Buffy l’osservò adorante, accarezzandogli i lineamenti demoniaci e mortali
– Sei il mio amore… - gli disse e sollevò il capo per raggiungere la sua
bocca.
La sua lingua sfiorò i canini appuntiti e letali, conficcandosi volutamente
dentro per fargli bere il suo sangue.
Il loro ballo finale ebbe inizio così.
Spike le fece appoggiare la testa sul cuscino senza mai staccarsi da lei,
continuando a danzare con la sua lingua e bevendo il suo sangue, poi si allontanò,
senza cambiare lineamenti.
Buffy ansimò di piacere mentre lui la contemplava: le pulì gli angoli della
bocca sporchi di sangue con un dito, portandoglielo alle labbra per farle
assaggiare ancora il sangue.
- Il sangue della cacciatrice… - mormorò lei – Il miglior nettare che un
vampiro possa desiderare… -
Spike annuì ed entrò in lei con una spinta decisa, facendola sussultare –
Mia…mia per sempre… - disse mentre lei si inarcava verso di lui per
approfondire il loro intimo contatto.
- Mordimi… - lo implorò lei ancora – Saziati Spike… - gli ordinò –
Saziami… - gli chiese.
(seconda parte)
Il vampiro si avventò sul collo della cacciatrice e la morse, approfondendo la
precedente ferita.
Buffy gridò nello stesso istante, raggiungendo il piacere fisico e sentendosi
toccata nel profondo dell’anima dal morso del vampiro.
- Siamo una cosa sola… - mormorò mentre sentiva la bocca del vampiro che
beveva famelica da lei – Uccidimi Spike…fammi diventare come te… -
Mentre le forze la abbandonavano, Buffy si avventò sul collo del suo amore,
cercando di morderlo con i suoi denti e scalfendo leggermente la pelle.
Spike si staccò dalla ferita, sorridendo nel sentire i denti di Buffy.
La staccò con delicatezza da se e lei si sentì cadere indietro verso il
materasso, troppo debole per sostenersi: lo fissò senza parlare.
Lui le accarezzò i morbidi capelli – Raggio di sole… - mormorò lui
contemplandola nella morte imminente – Ti aiuto io… - e si ferì ancora il
collo, proprio come la notte prima.
Buffy respirava a fatica: il battito del suo cuore le rimbombava nelle orecchie
come rintocchi di un lento orologio a pendolo.
Spike fece passare una mano dietro la sua nuca, aiutandola a sollevarsi – Bevi
raggio di sole… - le disse – e al tuo risveglio sarai finalmente sazia e
completa accanto a me… -
Lei riuscì a sorridergli prima di premere le labbra contro la ferita:
inizialmente sentì bagnarsi le labbra di sangue caldo e immortale, poi il primo
fiotto le inondò la bocca, dandole la scossa di vita che aspettava da tempo.
La scossa, la completezza, l’oscurità del sangue vampiresco di Spike.
La sazietà.
La forza ricomparve nel suo corpo dissanguato, permettendole di aggrapparsi da
sola a Spike: lo strinse, lo accarezzò con possessione e quando lui la allontanò
da se, lei si lasciò cadere sul letto ridendo e mormorando – Mio…per
sempre… -
22.
- Ma dove diavolo mi stai portando? – Paul inciampò in una radice che
fuoriusciva dal terreno.
Andrew Sbuffò nel vederlo incespicare e quasi perdere l’equilibrio – Non lo
vedi? Siamo al cimitero, al Restfield! È qui che Buffy è venuta, qui la
troveremo! –
Paul si fermò, appoggiando una mano ad un albero – Ma come potremo salvarla?
– domandò confuso – Hai visto quelle…cose al bar cos’hanno fatto… -
Il biondo scosse il capo – Abbiamo le croci, i paletti, l’acqua santa…in
qualche modo ce la caveremo! Una volta trovata Buffy sarà facile avere il suo
aiuto! –
- E se è già… -
- Non dirlo nemmeno per scherzo! – sbottò Andrew – E poi…Buffy vincerà
contro il maestro! È un osso troppo duro da sconfiggere, non può perdere! Ha
aspettato questo momento per un anno intero, preparandosi, combattendo e
uccidendo vampiri ogni notte per salvaguardare la nostra incolumità…è
pronta, è forte, talmente forte che tu non puoi nemmeno immaginare! –
- Lei è speciale? – domandò Paul – Tu lo hai sempre saputo, tu eri
l’unico… -
Andrew annuì – Si, solo io sapevo…io e Spike in seguito… -
Paul sospirò guardandosi intorno: non voleva farlo notare all’amico, ma le
sue gambe tremavano.
Aveva paura.
Tanta.
- Dove sarà? – domandò infine Paul – non possiamo cercarla in tutto il
cimitero, questo è il più grande della città! È immenso! –
Andrew gli fece cenno di tacere all’istante, poi gli indicò un punto preciso
– È un antico mausoleo – bisbigliò al compagno di avventura.
Paul lo interrogò con lo sguardo.
- Qualcuno si è appena allontanato da lì… - gli spiegò – Non lo hai
visto? –
L’altro gli rispose con un cenno negativo del capo.
- Poco importa, l’ho visto io…chi vuoi che si muova a quest’ora della
notte in un cimitero oltre alla cacciatrice e ai vampiri? –
I peli del corpo di Paul si rizzarono per il gelo che lo investì.
Ancora vampiri.
Strinse il crocifisso che aveva in mano.
- Andiamo! – lo esortò il biondo.
- E se ce ne sono altri? – Paul lo bloccò per un braccio ma Andrew si liberò
con uno strattone.
- Li uccideremo! – fu la risposta.
Paul inghiottì saliva a fatica e seguì l’amico.
Erano quasi giunti all’ingresso del mausoleo quando la porta venne spalancata
dall’interno, lasciando uscire una figura ricurva e zoppicante, interamente
nera.
La luce della luna si fece strada prepotentemente tra le nuvole, illuminando
quella figura.
- Spike! – esclamò Andrew mentre il vampiro cadeva a terra.
Paul rimase alle spalle dell’amico che nel frattempo aveva soccorso l’altro.
- Spike rispondimi… -
Il vampiro emise un gemito di dolore: il viso portava ancora i segni della lotta
precedente, era visibilmente sofferente.
Inoltre…piangeva.
- Dov’è Buffy? – gli chiese Andrew.
Spike sbatté le palpebre più volte, mettendo a fuoco la figura del ragazzo che
lo sorreggeva.
Cercò di parlare, ma le parole sembrarono morirgli in gola.
- Rispondi! – lo rimproverò Paul con stizza.
Spike lo osservò come se non lo avesse mai visto: dolore era ciò che si
leggeva sul suo viso.
Indicò l’interno del mausoleo con la mano – Laggiù… - piagnucolò –
Andate sotto… - mormorò.
Andrew lo aiutò ad appoggiarsi al muro ed insieme a Paul entrò.
Spike sorrise.
Scesero le scale di corsa, raggiungendo il livello inferiore della cripta.
La prima cosa che i due notarono fu il letto dove un corpo giaceva sdraiato,
apparentemente addormentato.
Paul ed Andrew si precipitarono lì, restando a bocca aperta.
Buffy giaceva sdraiata su quel letto, nuda e…morta.
Paul le tastò il polso, non sentendo battito, Andrew la osservò.
Il collo era sporco di sangue, segnato da un profondo morso di vampiro, la dolce
e piccola bocca era imbrattata anch’essa, così pure il mento.
- Buffy… - mormorò Paul accarezzandole il viso noncurante del sangue che lo
sporcava.
- Non toccarla… - sibilò Andrew.
- Ma…dobbiamo portarla via da qui? - fece l’altro.
Andrew si guardò intorno, la vista annebbiata dalle lacrime – Non c’è
traccia della lancia… - sussurrò.
- Cosa? Andrew perché perdiamo tempo? Potrebbe arrivare qualche mostro e
saremmo spacciati anche noi! – fece un girò su se stesso, terrorizzato dai più
piccoli rumori, poi prese l’amico per le braccia – Dobbiamo andarcene!
Lasciamola qui! È morta ormai! –
Andrew lo spinse lontano – Tu…avresti il coraggio di lasciare qui il suo
corpo per salvare la tua pelle? Lurido bastardo vigliacco! Dovresti vergognarti!
Avevi detto di volerla salvare…e ora… –
- Ma…ma…è morta! - balbettò l’altro.
Andrew si voltò verso il corpo di Buffy, contemplandola, poi prese il lenzuolo
e la coprì fino al collo, nascondendo la sua nudità - Non ha importanza
ormai… - rispose laconico, fissando la sua amica nell’immobilità della
morte.
In quel momento un singolo applauso giunse dalle scale dove i due amici erano
scesi poco prima.
Spike, sorridente e in perfetta forma scendeva verso di loro.
- Complimenti… - iniziò – Perfetta interpretazione… -
Paul guardò il vampiro confuso e terrorizzato, poi sentì Andrew alzarsi alle
sue spalle.
- Guardare tutti quei film può tornare sempre utile vero? Sei stato un attore
impeccabile…Andrew –
Andrew rise – Grazie Spike… -
Paul si voltò, vedendo che l’amico ora era in piedi, sorridente e per nulla
preoccupato.
Il vampiro afferrò una catena da terra e raggiunse i due ragazzi – Sei stato
formidabile, lo hai portato da me senza alcun problema… -
- È stato facile…il codardo voleva fare l’eroe alle mie spalle…salvando
la principessa e sperando di poterla stupire per il suo gesto… - rispose il
ragazzo.
- Ma che diavolo state dicendo? Cos’è questa messinscena? – domandò Paul
allontanandosi dai due.
Spike fu rapido e lo catturò, imprigionandolo con la catena – Ma non hai
capito ancora? Eri tu che volevo qui stupido pivello sciupafemmine e spezzacuori…è
stato facile convincerti a venire dritto da me…e da Buffy… -
- Ma allora l’hai uccisa tu! – gridò Paul.
Andrew scoppiò a ridere.
- O certo…ma credi che non le farà piacere trovare qui un volto amico al suo
risveglio? – lo gettò a terra come un sacco dell’immondizia e Paul si mise
a piangere terrorizzato.
- Cosa ne sarà di me? –
Andrew si affiancò a Spike – Io vado – fece al vampiro – L’alba è
vicina e dovrai riposare per la prossima notte… -
Spike sorrise maligno – Già godo al pensiero di quando lei si sveglierà…e
troverà questa merda umana come primo pasto… - poi si rivolse a Paul – Sei
un perfetto regalo per la mia dolce e oscura compagna Paul…dovresti ritenerti
onorato di essere il suo primo pasto… - e scoppiò a ridere, mentre Andrew si
allontanava fischiettando dal sotterraneo per tornare a casa sua.
Spike si voltò nella direzione del ragazzo – Andrew… - gli disse – grazie
per la collaborazione… -
Lui fece un cenno con la mano senza girarsi – Tutto ciò che vuoi per la
felicità di Buffy, la morte di quell’idiota e… - e proseguì per la sua
strada.
Una volta rinchiuso Paul in una stanza segreta del mausoleo, Spike tornò al
corpo della cacciatrice che giaceva senza vita sul letto.
La scoprì ammirando la sua opera malvagia e dopo essersi tolto i vestiti
giacque con lei fino al suo risveglio, tenendola stretta per accompagnarla nel
sentiero che era stato segnato per lei dalla notte della prima cacciatrice.
23.
Un lieve tremore scosse il corpo di Spike: il sole stava tramontando, presto
Sunnydale sarebbe caduta nelle tenebre come ogni notte.
Ma quella doveva essere una notte speciale.
Il suo braccio circondava pigramente il corpo minuto della cacciatrice che
ancora giaceva senza vita accanto a lui.
Presto avrebbe riaperto gli occhi.
Le accarezzò il viso, scese lungo il collo, la spalla e la scoprì per toccare
ogni centimetro della sua pelle fredda.
Non stava più nella pelle, voleva che si svegliasse il prima possibile perché
stare senza di lei era una tortura.
L’aveva ottenuta, la sua compagna, l’unica degna di stargli accanto,
l’unica in grado di tenergli testa, l’unica che lui amava.
Le scostò una ciocca di capelli dal viso.
- Per l’inferno maledetto! – imprecò.
Si sentiva uno sciocco, un ragazzino, eppure voleva che lei si svegliasse…e
subito!
Si fermò a fissarla: giurò che non si sarebbe mosso di un millimetro fino a
quando lei non avesse aperto gli occhi.
Bastava solo avere pazienza e lui…ne aveva…per lei si.
Qualcosa si mosse.
Le labbra di Buffy si dischiusero lentamente, mentre lei apriva gli occhi.
Sbatté le palpebre per mettere a fuoco la vista, poi si voltò nella direzione
di Spike e sorrise.
- Ciao… - le mormorò lui con voce roca, baciandole delicatamente le labbra.
Buffy mosse una mano per accarezzargli il viso – Ciao – rispose con voce
bassa – Ho fatto un sogno bellissimo… -
Lui la strinse a se – Cos’hai sognato? –
- Te…e questo momento… -
Spike cercò la sua bocca e Buffy rispose con impeto a quel bacio, assaporando
le sue labbra e duellando con la sua lingua.
- Era così… - mugolò lei non appena si furono staccati.
Spike sorrise.
- Mi sei mancata tantissimo… - le disse.
Buffy sorrise – Sono sempre stata qui con te… -
Lei scosse il capo – Eri lontana ancora…dovevi tornare da me…rinata come
me raggio di sole… -
- Non sono più un raggio di sole… - puntualizzò lei con un sorriso malizioso
dipinto in volto: le sue mani ormai fredde s’impossessarono del corpo del
vampiro, come a rivendicarne il possesso.
- Oh…lo sarai per sempre invece piccola…mia per sempre… - terminò lui
facendo altrettanto con il corpo di lei.
Buffy mugolò mentre lui risvegliava i suoi sensi con il suo tocco – Non mi
sono mai sentita così…viva e completa Spike… -
Lui annuì – Sei un vampiro raggio di sole, ciò che sei stata destinata ad
essere dal giorno della tua nascita! – le baciò la fronte – Ora sei
veramente completa piccola mia…una dolce, romantica, passionale, letale
signora della notte… -
Buffy ridacchiò a quelle parole che la descrivevano – Una signora della notte
hai detto? – domandò baciandogli una spalla.
Lui annuì passando sulla sua spalla con la lingua, raggiungendo il punto dove
la notte prima l’aveva morsa per trasformarla e ora la pelle era candida e
perfetta.
Buffy si lasciò sfuggire una risata divertita mentre lui prendeva un seno tra
le mani e con la bocca scendeva a torturarle piacevolmente l’altro.
Lei sospirò di piacere e con le mani affondò nei suoi capelli, ancorandosi poi
con le gambe al suo corpo.
- Spike… - mormorò languida.
Lui grugnì senza abbandonare quello che stava facendo.
Buffy rise ancora e gli sollevò il viso: lui ringhiò di disappunto - Amore…
- mormorò poi lei accarezzandogli il viso – Ho fame… -
Il vampiro si fermò a fissarla negli occhi che ora brillavano di scintille
gialle: il suo demone bramava il primo pasto, il suo demone doveva cibarsi e lui
aveva tutto pronto.
- Usciamo a caccia? – domandò lei.
Spike scosse il capo e in risposta Buffy aggrottò le sopracciglia.
- No raggio di sole… - fece lui sorridendo maligno mentre lei lo fissava, in
volto un misto tra sospetto e divertimento crescente.
- Hai pensato a qualcosa di particolare amore? – chiese lei stringendo gli
occhi per scrutare nei suoi pensieri.
Spike si passò la lingua sulle labbra mentre lei invece si mordeva quello
inferiore come faceva quando era nervosa: lui si sentì infiammare a quel gesto
e la baciò, mordendole il labbro fino a farlo sanguinare.
Mugolò di piacere mentre la baciava, assaporando dalla sua bocca il suo sangue.
Sapeva che renderla sua simile sarebbe stata la cosa più giusta.
Si staccò dalla sua bocca leccandole le labbra un’ultima volta prima di
alzarsi.
- Spike… - lo incitò lei – Cos’hai in mente? –
Il vampiro ghignò e la prese per mano, costringendola ad uscire dal letto.
“Ora sono pronta ad ucciderti”
- Vestiti raggio di sole… - le suggerì Spike mentre si infilava la sua maglia
nera e gli inseparabili jeans. Buffy si soffermò un istante ad osservarlo
mentre copriva il suo corpo, poi cercò i suoi pantaloni e la maglietta che
erano stati piegati e riposti sulla cassapanca ai piedi del letto.
La sua testa bionda sbucò fuori dalla scollatura a V e Spike le sistemò i
capelli scompigliati con gesti lenti e delicati.
Lei sorrise e gli prese una mano tra le sue, baciando ogni singolo dito.
- Piccolo demone tentatore… - bisbigliò lui.
Buffy come risposta lo fissò, leccandogli il dito indice.
Spike l’attirò a se con un ringhio ma si limitò a quello – Attendi mia
amata…. – le mormorò con un soffio nell’orecchio – Prima ho un dono per
te… -
La sua giovane childe rispose con una risata cristallina – Mi sono appena
destata amor mio e già mi vizi? –
Spike inarcò il sopracciglio sinistro – Aspetta e vedrai… - le sussurrò a
fior di labbra, allontanandosi prima che lei lo potesse baciare.
Buffy mise il broncio per il bacio mancato, ma lui rise – Non arrabbiarti
raggio di sole…sono convinto che i tuoi baci saranno migliori dopo che avrai
visto il mio dono per te… - la prese per mano e la trascinò con se.
- Dove mi porti? – domandò lei curiosa.
Il vampiro raggiunse una pesante tenda di velluto nero e la tirò, scostandola
ai lati grazie ad una corda dorata, rivelando poi un corridoio oscuro.
- Spike? – fece Buffy – Che significa? –
Lui la prese tra le braccia – Percorrilo piccola, i tuoi occhi vedranno
nell’oscurità…in fondo troverai la tua sorpresa mia regina… -
Buffy si leccò le labbra, avvertendo un languore crescente alla bocca dello
stomaco.
La sete.
- Hai fame amore… - le disse lui, indicandole di nuovo il buio.
Buffy annuì, cercando di nuovo la sua bocca e anche questa volta Spike
indietreggiò.
Lui scoppiò a ridere – Prima placa il tuo appetito amore…poi penseremo al
resto… -
Buffy ringhiò, poi con la coda dell’occhio scrutò il corridoio.
- Vai amore… - sarai contenta di ciò che troverai… -
L’ormai ex cacciatrice si voltò lentamente, inoltrandosi da sola
nell’oscurità profonda.
*****
Sfiorò con le mani il muro, temendo l’oscurità, poi si rese conto di vedere.
Amava la sua nuova natura, amava il suo sire…
Nell’aria avvertiva qualcosa di familiare, un profumo, si doveva essere
quello, mischiato al sudore umano, al sale delle lacrime e alla paura.
Ma lei lo conosceva quel profumo?
Si, lo aveva già sentito…
Si, ora lo riconosceva , il profumo dei suoi abiti, l’odore che lei si sentiva
addosso ogni volta che lui lasciava il suo letto, l’odore che rimaneva nelle
lenzuola e sulla sua pelle ogni mattina…
Chiuse gli occhi e sorrise, reclinando lievemente la testa all’indietro e
riempiendosi i polmoni di quel profumo, riempiendosi dell’odore del corpo di
Paul.
Il respiro di Paul era regolare, forse dormiva, oppure era svenuto per la paura.
Poco importava, l’angelo della morte lo avrebbe svegliato, portandolo nel
mondo dei sogni, ma non dei suoi.
Buffy vide una cella in fondo al corridoio, la pesante porta appena socchiusa,
una lieve luce che usciva dalle sbarre: doveva esserci una candela o una
lanterna ad olio.
Meglio così, Paul avrebbe visto in faccia la sua dolce cacciatrice.
Buffy entrò silenziosamente, cercando di non svegliarlo, non ancora almeno.
Era seduto a terra, la schiena appoggiata al muro.
Le catene lo tenevano bloccato per i piedi e le mani al terreno.
Doveva essersi addormentato per lo stress fisico e mentale, i polsi erano
insanguinati, forse aveva cercato di liberarsi con la forza.
Buffy si passò la lingua sulle labbra avvertendo l’odore inebriante del suo
sangue e il suo pensiero andò a Spike e alla sorpresa che le aveva preparato.
Come lo aveva portato fin laggiù?
Si accucciò accanto a Paul e gli accarezzò il viso, delicatamente.
Lui mosse gli occhi e socchiuse la bocca, emettendo un verso sofferto.
Buffy gli accarezzò i polsi feriti, soffermandosi sui tagli che lui si era
procurato.
Voleva aspettare…
Lentamente, Paul aprì gli occhi, cercando di mettere a fuoco la vista: sentiva
le mani di Buffy su di se e trasalì quando la vide, schiacciandosi contro il
muro il più possibile.
- Tu…tu… - balbettò terrorizzato - …tu eri morta! –
Buffy sorrise, poi assunse un’aria preoccupata – No…non è come
credi…ero solo ferita gravemente! –
Paul le strinse un braccio – Ma come hai fatto a riprenderti? –
- Sono una cacciatrice Paul, il mio fisico si rigenera diversamente dal tuo! –
Il ragazzo sembrò credere alle sue parole.
Possibile che non si fosse accorto di quanto lei fosse fredda?
- E…il vampiro? –
Buffy chiuse gli occhi e sospirò – È morto… - mentì – L’ho ucciso io
stessa pochi minuti fa! Ho finto di essere morta e non appena ne ho avuto la
forza, l’ho colpito di sorpresa! –
Paul sorrise – Sei stata bravissima Buffy… - alzò la mano, cercando di
accarezzarla, ma la catena glielo impedì.
Buffy allora la afferrò con due mani e la spezzò, dandogli sollievo.
Lui si massaggiò il polso, poi buffy lo liberò del tutto – Aspetta ad
alzarti… - gli fece lei – Restiamo un po’ qui soli… - si inginocchiò
accanto a lui.
Paul la guardò curioso: la paura sembrava averlo abbandonato del tutto.
- Come hai fatto a finire qui? Eri venuto per salvarmi? –
Lui annuì – Con Andrew…ma lui mi ha tradito…credeva che fossi morta e che
Spike ti avesse vampirizzata…era d’accordo con il vampiro, io sarei stato il
tuo primo pasto…come dono… -
Buffy lo guardò sorpresa – È stato Andrew? – sbattè gli occhi incredula.
< Andrew? > pensò dentro di se.
Paul annuì – Lui era in combutta con Spike…ti ha tradita anche lui… -
Lei gli baciò la fronte – Tu sei stato l’unico che ha cercato di
salvarmi… - sussurrò dolce – Grazie… -
Si creò un silenzio imbarazzante.
- Mi hai perdonato? – fece lui.
- Per cosa? La nostra storia? –
Lui annuì.
Buffy strinse le labbra e per un momento il suo viso divenne una maschera di
cattiveria.
Un fugace attimo.
- Tu…pensi di farti perdonare ora? – gli domandò con una punta di malizia
nella voce.
- Vuoi dire…noi due? –
Buffy annuì.
- Certo… - rispose prontamente lui.
Le lacrime uscirono dal viso candido della cacciatrice – Paul… - mormorò
lasciandosi circondare dalle sue braccia – Io lo amavo…ma lui mi ha
delusa…ingannata… -
Lui la strinse a se – Ci sono io con te ora… -
Buffy sorrise – Ne sei sicuro? –
Paul la allontanò da se – Cosa intendi dire? –
Lei scoppiò a ridere – Tu sei così sicuro che io possa tornare con te? Dopo
quello che mi hai fatto? –
Lui la guardò confuso.
- Sei un cretino, un idiota se pensi questo! – lo fissò con occhi gelidi.
- Sei così stupido che non ti sei nemmeno accorto che la mia pelle è gelida?
– gli strizzò l’occhio maliziosa.
- Cosa…cosa vuoi dire? –
Buffy gli diede uno schiaffo che gli fece sanguinare un labbro.
- Paul….stai sanguinando troppo ormai….non credi di esagerare? – fece lei
sorridente, passandosi famelica la lingua tra i denti.
- Buffy ma che significa? –
- Ancora non ci sei arrivato? – gli prese un polso e leccò avidamente la
ferita sanguinante.
Paul cercò di divincolarsi ma la stretta era ferma e troppo forte per lui.
- Tu allora…eri veramente morta… -
Buffy rise di nuovo – Bravo bambino…allora hai capito! – gridò lei,
imitando la voce di una bimba che gioca.
- Spike non è morto quindi….era tutto vero…io sono il tuo… -
- Primo pasto… - terminò lei – Si mio caro, sei il dono che il mio Sire ha
preparato per me…avevi ragione…ero morta su quel letto ieri…avrei potuto
entrare qui dentro e ucciderti immediatamente ma… - fece una piccola pausa -
…volevo vedere come ti saresti comportato vedendomi qui a salvarti! –
- Sei crudele… - piagnucolò lui, ormai consapevole che non sarebbe uscito
vivo da quel posto.
- Crudele io? Si…è vero! Ma tu come sei stato con me? Sincero? Amorevole? Mi
amavi? Non osare dirmi di si perché so che non è la verità! Sei un pezzo di
merda, mi hai usata, solo per portarmi a letto! Mi hai corteggiata fino allo
sfinimento, facendomi innamorare di te per poi? Buttarmi come una calza rotta e
vecchia! Mi meritavo questo? – gridò alzandosi e bloccandolo al muro per le
spalle – Dovevo essere usata come hai fatto tu? Dovevi ferire i miei
sentimenti in quel modo? Io ti amavo Paul, io avevo intenzioni serie con te! –
- Ma io… - balbettò lui.
Lei gli puntò un dito sotto il mento, costringendolo a guardarla.
- Maledetta quella cagna che ti ha messo al mondo… - sibilò lei fredda - la
ucciderò per aver messo al mondo un abominio come te…tu non meritavi di
nascere… -
- No no…- gridò lui cercando di divincolarsi, ma la stretta di Buffy era
ferma e salda.
- Cerchi la libertà piccolo verme? - lo schernì lei respirandogli contro il
viso, leccandogli le labbra provocatoria – Povero piccolo uomo…tu non sai
che libertà ti donerò io tra poco…sarà la morte più dolce che un essere
spregevole come te si possa meritare…credimi…non è necessario che ti
preoccupi per la tua famiglia…sarà mia premura avvisarli della tua
dipartita…amore… -
Paul strinse gli occhi, cercando di non affrontare lo sguardo di Buffy.
- Guardami! – gridò lei.
Lui aprì gli occhi, emettendo contemporaneamente dei suoni indecifrabili.
- Devi guardarmi in faccia mentre ti uccido stupido! – sibilò, mutando per la
prima volta i lineamenti.
Paul urlò terrorizzato.
- Che c’è…non ti piace la mia faccia? Ma se fino a pochi minuti fa volevi
tornare insieme a me…non ti piaccio più? Non sono abbastanza alla tua
altezza? –
- Io…io…ti prego…lasciami vivere… -
Buffy sorrise, mostrando le zanne aguzze e letali – Adoro sentirti
implorare… - lo fissò coi suoi occhi dorati – Ma non servirà a nulla mi
dispiace! Io ti ho implorato abbastanza…ma non ti ha fatto cambiare…ora…io
non cambierò idea! – terminò lapidaria, avventandosi sul suo collo.
Paul gridò.
Buffy non si era limitata a morderlo, gli aveva letteralmente squarciato la
gola, provocandogli una ferita ampia che sanguinava copiosa e un dolore immenso.
Il sangue entrava nella sua bocca, riscaldandola.
Si sporcò il viso mentre si nutriva, lasciando che anche i suoi abiti si
riempissero di ciò che era stato Paul…solo un pasto.
La vita scorreva in lei, abbandonando lui, quel piccolo uomo che l’aveva solo
fatta soffrire.
Povero piccolo uomo…la sua vita terminava all’età di 33 anni, così,
miseramente.
Aveva ciò che meritava.
Lei era stata giudice e giuria in quel processo, la morte era giunta come una
giustiziera di un cuore infranto, privato delle sue speranze e delle aspettative
di una vita.
Il suo cuore smise di battere e Buffy tornò al suo volto umano, leccandosi gli
angoli della bocca, anche se era completamente sporca.
Lo lasciò cadere a peso morto per terra, fissandolo inespressiva.
Il suo primo pasto.
- È stato bello Paul…la nostra ultima volta…non la dimenticherò mai amore
mio… - si passò una mano sulla bocca: le era piaciuto uccidere.
Del resto, anche quando era la cacciatrice le era sempre piaciuto…ma ora…
La vendetta, l’aveva finalmente gustata ed era stata una delle sensazioni più
belle mai provate.
Lui meritava di morire, doveva smettere di fare del male alle donne.
Finalmente il mondo era libero da quel bastardo!
Si voltò per tornare da Spike.