TITOLO: INEVITABILMENTE ….
PROLOGO
“ Amarlo è stato come vivere di nuovo e perderlo come morire ancora ….
Non riuscirò mai a scordare i suoi occhi blu come il cielo e talvolta freddi come il ghiaccio …. Lo amerò fino a che questa lunga agonia non finirà e oltre la vita …. e l’unica cosa che mi resta ormai sono queste pagine bianche su cui riporre i miei ricordi …… aspettando l’inevitabile!
Il nostro è stato un’ amore bruciante …. Una passione consumata in fretta forse, ma non rimpiango nulla e se devo essere sincera non so neppure cosa lui provasse per me …. So solo che mi voleva come io volevo lui …. E ogni notte sogno le sue mani su di me e i suoi occhi accecati dalla ferocia passione ….
Il modo in cui ci siamo separati ha lasciato un vuoto incolmabile dentro me … ma a questo punto cosa importa?
Domani forse non ci sarò più e lui non saprà …. Ma meglio così ….
Vorrei soltanto avere la consapevolezza che mi ricorda, che ogni tanto pensa a me come io faccio sempre …..
Sapere che mi ha amata sarebbe troppo suppongo …. Ma la piccola speranza che porto nel cuore forse mi farà andare via non triste ….
Lo amerò per sempre e se potessi esprimere un ultimo desiderio … sarebbe quello di vederlo un ultima volta e poterglielo dire …
Ma non accadrà, nessuno sa di lui e nessuno lo saprà mai ….
Elisabeth Anne Summers”
Dawn si asciugò gli occhi col dorso della mano e chiuse il diario di sua sorella.
A tre giorni dal funerale, quel diario le aveva rivelato molto di più di sua sorella di quanto in realtà la conoscesse.
Quell’uomo misterioso …. Era stato molto importante per lei e le aveva fatto del male …. Era morta dedicandogli la sua ultima pagina, ma quello che aveva letto sulla loro storia era un vascello di lacrime e sofferenza che lei aveva patito per causa sua.
Come aveva potuto amarlo?
Si chiese Dawn fissando la foto che aveva trovato all’interno del diario.
Occhi di ghiaccio e sorriso ironico …. Il classico menefreghista che gioca con le donne ….
La malattia di Buffy era stata inevitabile avevano detto i medici, e la tristezza non l’aveva aiutata… Non aveva combattuto!
Si era lasciata andare perché non aveva più lui…. Pensò.
Dawn fissò ancora la foto e una lacrima le rigò il viso ….
Qualcosa dentro di lei si agitò …
Era stata colpa sua!
Si alzò e prese le sue cose per tornare al college …. Ormai non aveva più nulla da fare lì …. Buffy non c’era più!
E nello stesso istante … giurò che non sarebbe importato il tempo che ci sarebbe voluto, ma un giorno si sarebbe vendicata!
INIZIO
Il diploma di Laurea era un traguardo, pensò Dawn appoggiandolo sulla scrivania insieme ai bagagli, mentre la documentazione che teneva nella mano era l’inizio di qualcosa.
Erano passati 3 anni dalla morte di Buffy …. E lei ormai conosceva a memoria ogni singola parola del suo diario …. Conosceva ogni particolare della sua storia con lui … e adesso conosceva anche il suo nome….
William Shelby ….. erede dell’impero industriale più importante del paese.
Guardò le foto che l’investigatore aveva messo all’interno della cartella.
Una ricerca accurata ….
Le foto delle donne con cui lui usciva e ogni suo gesto immortalato.
Non sapeva ancora come avrebbe fatto ad avvicinarlo, ma qualcosa si sarebbe inventata.
Per il momento, stava per trasferirsi a New York , per lavorare alla sede centrale della Shelby Enterprise e questo le bastava.
Si era impegnata per essere la migliore e il suo professore l’ aveva aiutata a trovare quel lavoro …
Voleva guardare negli occhi colui che aveva distrutto la vita di sua sorella e fargli provare la stessa sofferenza!
L’uomo di ghiaccio doveva avere un punto debole…. Doveva poterlo scalfire in qualche modo!
Intanto il nome che avrebbe usato gli avrebbe riportato alla memoria qualcosa … sperò.
E forse anche la sua somiglianza con “lei” ….
Perché adesso che era cresciuta, che era una donna …. I loro capelli biondi e i loro occhi si somigliavano molto e questo ogni volta che si guardava allo specchio le faceva male.
Era troppo piccola perché Buffy potesse confidarsi con lei allora …. E non aveva potuto far nulla per aiutarla, ma forse adesso poteva restituire a lei e al suo cuore un po’ di pace!
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Dawn fissò la porta chiudersi alle spalle della segretaria e si guardò attorno.
Era un piccolo ufficio dal quale sarebbe cominciata la sua scalata verso il successo e tra poco lo avrebbe visto per la prima volta.
Chissà cosa aveva provato lei, la prima volta che lo aveva visto? Si chiese…
Guardò il traffico sottostante al palazzo in cui adesso lavorava e pensò.
Stava facendo la cosa giusta?
Lei avrebbe voluto vendicarsi?
Eppure i suoi ultimi pensieri erano stati per lui ….
Già, erano stati per lui …. pensò amareggiata … aveva pensato soltanto all’uomo che l’aveva fatta tanto soffrire, e per lei neppure una parola, nulla che l’aiutasse a sopravvivere alla sua scomparsa.
Perché?
La mezz’ora era passata e al citofono la segretaria del piano l’avvertì che il capo l’aspettava.
Dawn prese la giacca del tailleur che aveva indossato quella mattina e cercando di mantenersi calma s’incamminò.
Appena entrò nel grande ufficio, il sole che splendeva dalle finestre l’accecò.
L’uomo si bloccò bruscamente e i loro occhi s’incrociarono .
Fu allora che Dawn sentì un tuffo al cuore.
I suoi occhi azzurri …. E il suo sorriso…
Rimasero a fissarsi e ognuno studiò l’altro ….
Lui sembrò aver perso la parola, così fu lei a parlare.
Lui la fissò sconcertato.
Dawn annuì e sorrise.
Ricordava allora ….
Lui continuò a guardarla e poi scosse il capo … si alzò dalla sua scrivania e le tese la mano…
Spike la fissò ancora e poi annuì.
Dawn lo guardò negli occhi.
Il nervosismo non svanì anche se in quel momento sembrava essere la donna ghiaccio.
Si voltò per uscire e poi la sua voce la fermò.
Lo guardò interrogativa.
Lui si avvicinò.
Dawn alzò il viso verso di lui.
Spike la fissò in modo strano …
Dawn lo guardò un ultima volta e uscì.
Facendolo si fermò un’ attimo sulla porta per riprendersi.
Quell’uomo l’aveva sorpresa e sconcertata più di quanto avesse mai immaginato potesse accadere.
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La sala riunioni era gremita di gente.
C’erano hostess del catering, gli addetti alla sicurezza e infine tutti gli impiegati che lei ancora non conosceva bene.
Un ragazzo biondo le si avvicinò e le sorrise.
Dawn gli sorrise e gli strinse la mano.
L’entrata di Spike in sala fece zittire tutti .
Sussurrò il ragazzo prima di girarsi verso di lui.
Dawn lo guardò e fece lo stesso.
I loro occhi s’incontrarono ancora, e lei non abbassò lo sguardo, sostenne quello di Spike spiazzandolo.
Fu lui ad abbassarlo come se si sentisse in imbarazzo.
Tutti i presenti annuirono e sorrisero soddisfatti compreso Andrew.
Evidentemente si erano impegnati molto per quel lavoro.
Spike la fissò ancora.
Dawn lo guardò ancora dritto negli occhi e questa volta Spike non si voltò da un’altra parte.
La guardò affondo e poi come aver ritrovato il suo spirito ribelle piegò la testa da un lato e sorrise.
Un sorrisetto impercettibile, ma che lei notò subito e che le provocò un brivido lungo al schiena.
Quell’uomo era imprevedibile, pensò.
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Alla fine del suo primo giorno, rimasta mezz’ora più del previsto per organizzarsi bene, prese l’ascensore principale, si tirò su i capelli con una matita e si tolse la giacca.
Non vedeva l’ora di essere a casa.
In quel piccolo appartamento che aveva affittato da poco e che ancora doveva mettere a posto.
Le porte dell’ascensore si aprirono al piano inferiore a quello in cui lei era salita e improvvisamente si ritrovò davanti proprio lui.
Vedendola un po’ più umana di come si era dimostrata durante i loro brevi incontri Spike sorrise beffardo.
Le disse sorprendendola;
Dawnlo fissò.
Avendo i capelli tirati e i bottoni della camicia sbottonati, si sentì vulnerabile.
Spike si voltò a fissarla.
Adesso faccia a faccia nella lentezza della discesa, Dawn sentiva di essere ancora di più in difficoltà …. Quegli occhi stavano diventando una prigione.
Ora capiva cosa aveva provato “lei” ….
Quelle ultime parole sussurrate congelarono il tempo intorno a lei.
Lo guardò e vide che si avvicinava pericolosamente.
Si scostò tremando e cercando di non far vedere il suo nervosismo, appoggio la sua borsa in terra e indossò la giacca.
Replicò seria.
Spike la osservò indossare la giacca come uno scudo fra di loro e rise.
La guardò e appena le porte dell’ascensore si aprirono, si avvicinò d’un passo la fissò negli occhi e le disse:
Dawn sbarrò gli occhi e sentì la gola seccarsi, poi lo vide uscire.
Rimase lì a riprendere la padronanza di sé per qualche istante, poi s’incamminò per tornare a casa.
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La mattina dopo varcando la porta del suo ufficio si sentiva a pezzi, non aveva dormito bene.
Aveva sognato per l’intera notte sua sorella e un paio d’occhi che sicuramente avrebbe rivisto presto.
Che diavolo le stava succedendo?
Doveva concentrarsi su ciò che doveva fare e basta.
L’intera settimana passò.
Andrew le fu d’aiuto …. Le spiegò ogni cosa sulla fusione e lei cominciò ad essere attiva sul campo.
Il sabato libera dal lavoro lo passò ad aggiustare casa e siccome non conosceva ancora nessuno bene per uscire, la sera decise che sarebbe andata a trovare del cibo cinese e ad affittare qualche DVD.
In jeans e giubbino trovò dopo qualche isolato un ristorantino cinese che faceva al caso suo.
Entrò e ordinò aspettando seduta a guardare dalla vetrina la gente che passeggiava fuori.
Dawn si voltò stupefatta mentre un brivido la scuoteva al solo sentire il suono della sua voce.
Spike le sorrise.
Spike la fissò dalla testa ai piedi.
Sorrise e sedendole accanto disse:
Dawn lo guardò e poi si guardò in giro.
Il locale non era molto popolato.
Annuì e si alzò.
La condusse al suo tavolo e presto portarono le loro ordinazioni.
Spike sorrise .
Dawn lo fissò.
Lei bevve dell’acqua e poi disse:
Spike si fermò un secondo e poi rise.
Dawn sorrise alzando un sopracciglio.
Spike fu ancora più sorpreso.
La fissò prima sbalordito, ma poi si alzò di scatto e la trascinò su.
Pagò il conto e uscì dal locale.
Dawn lo guardò senza capire, ma ciò che accadde dopo non le fece rimanere alcun dubbio.
Spike la prese fra le braccia e prima che lei potesse decidere il da farsi, la baciò.
La strinse a sé, le sue mani le accarezzarono la schiena e poi a fior di labbra, la sfidò.
Dawn tremò.
Non era nei suoi piani ciò che stava accadendo.
Sentì le sue dita accarezzarle la schiena e rabbrividì.
Lo fissò negli occhi e poi come una calamita gli si avvicinò e lo baciò… adesso non poteva più tirarsi indietro!
Il letto del suo appartamento era grande e soffice.
Sotto di sé sentì il paradiso e sopra qualcosa che non riuscì a definire.
L’unica esperienza che aveva avuto, riuscì a non farla sembrare una sprovveduta, ma ciò che sentì dentro quando Spike la fece sua fu qualcosa che mai aveva provato.
Ad ogni spinta e ad ogni suo bacio, sentiva di non sapersi più controllare.
Le loro mani si intrecciarono e lo guardò negli occhi.
Spike le sorrise e spinse più forte.
Dawn allocciò le gambe dietro la sua schiena e urlò.
Le sussurrò all’orecchio.
Dawn sbarrò gli occhi e gli conficcò le unghie nella carne sentendosi arrivare.
Spike diede un’ultima spinta e anche lui le si accasciò di sopra, poi la guardò, le baciò la punta del naso e le si mise a fianco abbracciandola e coprendola col lenzuolo.
L’ultimo pensiero coerente prima di addormentarsi fu rivolto a lui.
Essere fra le sue braccia dopo aver condiviso ore del genere era più di quanto lei si aspettasse… Ma adesso?
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Gli occhi puntati alla sveglia le dissero che erano le otto di domenica mattina.
Si voltò verso di lui ricordando ogni singola cosa accaduta quella notte e la sua totale resa.
Lui era bellissimo, addormentato e rilassato.
Scivolò da sotto il suo braccio e prendendo le sue cose corse verso la porta.
Doveva andare via di lì e pensare.
Cosa aveva fatto?
Aveva ceduto ai sensi … aveva donato se stessa come prima l’aveva fatto “lei” ….
Il sole accompagnò la sua camminata fino a casa.
Improvvisamente aveva capito ilperché di quell’amore insaziabile che aveva posseduto sua sorella.
Improvvisamente era stato tutto chiaro.
Ma lei non era Buffy, lei non si sarebbe fatta rinchiudere in quella gabbia dorata chiamata amore.
Forse non era un male … pensò.
Esserci andata al letto voleva dire legarlo in qualche modo a sé e scoprire un paio di carte.
Lo avrebbe reso pazzo di lei, se poteva, facendogli vedere come ci si poteva sentire desiderando qualcuno che ti usa solamente.
Per tutto il giorno però …. La mancanza di lui la rese nervosa e instabile.
Quel breve ma intenso contatto ….. l’aveva già resa succube di lui e sola nel suo letto avrebbe voluto sentire il tocco gentile e passionale delle sue carezze.
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Il lunedì arrivata al lavoro, non fece in tempo ad entrare nel suo ufficio, che due mani forti la bloccarono.
Dawn fissò quegli occhi irati e con uno strattone si allontanò.
Spike sorrise nervosamente e scosse il capo.
Gli chiese.
Spike la fissò dritto negli occhi.
Dawn alzò una mano bloccandolo e fredda disse:
Spike sbarrò lo sguardo e accusò il colpo.
Dopodichè uscì dal suo ufficio sbattendo la porta.
Un secondo più tardi Andrew fece capolino sulla porta.
Dawn fece spallucce e poi il ragazzo le sorrisee le disse:
Lo fissò …. Lei ne era già al corrente, ma ciò che aveva in mente avrebbe sorpreso tutti quanto perfino il grande amatore….
Il ragazzo le sorrise e la lasciò sola.
Quel pomeriggio però, la segretaria personale di Spike, le portò il progetto di un’ albergo in costruzione in Irlanda e un biglietto aereo.
Chiese alla donna.
Dawn la guardò sorpresa, poi annuì e la segretaria andò via.
Fissò il biglietto aereo e sorrise.
Quella sarebbe stato un momento propizio … sarebbe stata sola con lui e nessuno avrebbe disturbato i suoi piani per due settimane!
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Il viaggio era stato lungo e Spike le aveva rivolto la parola solo per parlarle di lavoro.
Sembrava una persona diversa, molto distante e sicuramente ancora molto in collera con lei.
Ma Dawn aveva fatto finta di nulla e ora rilassata sul letto dell’albergo voleva solo dormire… avrebbe lanciato a cena la sua prima freccia.
E infatti quando si preparò, uscì dalla valigia il vestito che avrebbe fatto ricordare al caro Spike molte cose.
Ricordò come “lei” ne parlava sul diario … era un’ abito che le aveva regalato lui e che teneva gelosamente nell’armadio in suo ricordo.
Lungo e nero, di pura seta …. Era bellissimo e sarebbe servito allo scopo…
Quando raggiunse la hall lo vide seduto in un divanetto a bere un whisky .
Appena i loro occhi s’incontrarono e Spike notò l’abito che indossava cambiò espressione e divenne paonazzo.
La guardò per molto tempo prima di riuscire a trovare le parole.
Gli chiese.
Spike annuì e bevve tutto d’un sorso ciò che restava nel suo bicchiere.
Spike la fissò, si alzò in piedi e respirò a fondo.
Dawn lo seguì e sorrise compiaciuta.
Lo aveva riconosciuto e per ora questo bastava.
La cena fu con alcuni dirigenti e soci irlandesi nell’ ala agibile e già costruita dell’albergo.
Dawn fu attenta a tutto, ad ogni parola e particolare e cercò di guardare il meno possibile Spike.
Alla fine della cena uno dei soci seduto accanto a lui, con cui aveva conversato la invitò a bere qualcosa.
Dawn non aveva nessuna voglia di andare con lui, ma sentendosi osservata continuamente da Spike accettò.
Rimase con l’uomo il tempo necessario per non essere scortese e mantenne le distanze per poi tornare in camera sua.
Cambiatasi per la notte si mise al letto a leggere.
Non aveva visto andare via Spike e non sapeva come aveva preso il suo dopo cena, ma quando la sveglia scoccò l’una il bussare frenetico alla sua porta la distolse da quei pensieri dandogli una risposta.
Spike le si presentò davanti con un’aria cupa e prima di guardarla in viso, guardò dentro la sua camera per vedere se fosse da sola.
Dawn lo fissò sorpresa.
Gli chiese.
Spike fece un passo avanti, si guardò ancora attorno e poi senza darle il modo di allontanarsi, la prese per le braccia e mettendola con le spalle al muro la bacio con foga.
Dawn sbarrò gli occhi…. Ma il sapore delle sue labbra le offusco la ragione.
Gli passò le braccia intorno al collo e ricambiò il bacio con lo stesso ardore.
Spike si fermò un’ attimo a guardarla.
Le sorrise a fior di labbra…. E poi riprese a baciarla.
La spogliò accarezzandola dappertutto.
Dawn si sentì urlare quando lui scese con la bocca verso il basso…
Si ritrovò sopra di lui sul letto….
Le loro mani si allacciarono e mentre si muoveva e lo sentiva dentro fino allo spasmo lo vide sorridere di nuovo.
Per quella notte aveva vinto lui!
*********
Quando si mosse aveva su di sé i raggi del sole che filtravano della veranda che la sera prima non aveva fatto in tempo a chiudere.
Si girò nel letto per alzarsi, ma qualcosa glielo impedì.
Le parole di Spike le fecero gelare il sangue, ma non per paura, per desiderio.
Credeva di aver sognato di fare l’amore con lui e invece lui era lì e la stringeva a sé.
Lo fissò negli occhi conscia di essere nuda fra le sue braccia e sentì la passione vibrante ardere ancora.
Gli accarezzò il braccio e i loro occhi s’incontrarono.
Spike le sorrise maliardo e scese piano sulla sua bocca.
Dawn sospirò sulla sua bocca mentre una sua mano scendeva in mezzo le sue cosce e con voce tremante di desiderio replicò:
Fare l’amore con lui era come rinascere ogni volta.
Dawn scopriva qualcosa di sé e qualcosa sul sesso e su due corpi uniti ogni qualvolta che lui osava solo sfiorala.
Non aveva mai provato niente del genere nella sua vita e questo la spaventava.
Rifletté mentre l’acqua della doccia scorreva sul suo corpo.
Qualcosa che la sfiorò la riscosse da quei pensieri e le braccia di Spike le cinsero la vita senza farla girare.
Piccoli baci ardenti scesero sul suo collo e ad occhi chiusi Dawn si sentì morire.
Sussurrò Spike al suo orecchio mentre le sue mani esploravano il suo seno con crescente ardore.
Dawn ansimò quasi con dolore e sentì dietro di sé quanto Spike la desiderava.
Le baciò il collo e poi con mani sapienti la spinse verso il vetro.
Le appoggiò le mani sui fianchi e aderì a lei….
Poi avvenne qualcosa che Dawn non avrebbe mai immaginato potesse accadere.
Sentì il flusso del suo sangue andare più veloce e si sentì esplodere.
Spike dietro di lei e dentro di lei la fece urlare di piacere e piangere di emozione.
Quando finalmente i loro occhi riuscirono a scontrarsi e le loro bocche toccarsi ancora sotto il getto dell’acqua Spike le sorrise e Dawn tremò.
Dawn lo guardò ancora e poi circondandogli il collo con le braccia lo strinse.
Fu una reazione naturale… voleva sentirlo vicino e sentire come poteva essere … amarlo….
Ma forse era qualcosa che sapeva già anche se non voleva ammetterlo a sé stessa!
Il resto della giornata, la passarono come promesso a letto, ma Spike non fece solo l’amore con lei…. Le parlò di molte cose.
Dei suoi progetti, di ciò che gli piaceva e risero insieme …..
Dawn lo guardò durante la notte e non riuscì a dormire…. Le pagine del diario le tornavano alla mente con dolore… e si sentiva in colpa…
Quello che stava accadendo era sbagliato, ma era più forte di lei…. Qualcosa che lei adesso non riusciva a controllare…..
Spike le dormiva accanto e sembrava diverso… Un’ angelo… il suo angelo!
Quel pensiero la sconvolse…..
Lui non era suo…
Era solo di passaggio nella sua vita….. era così e basta…
Cercò di convincersi per tutta la notte fino a che il sonno non vinse anche lei!
**********
Dawn lo fissava mentre parlava con alcuni soci e il suo cuore era un tumulto.
Si sentì ad un tratto come se le mancasse l’aria e si alzò da dov’era seduta.
Spike la fissò sorpreso come tutti gli altri.
Il tavolo delle riunioni nell’attico dell’albergo ad un certo punto si era fatto troppo stretto per lei.
Disse prima di correre via.
Doveva stare per conto suo…. Doveva uscire di lì ….
Prese l’ascensore senza guardare dove stesse andando….
Si ritrovò in una piccola serra al piano terra piena di gente che ammirava il lavoro del giardiniere.
Con una mano sul petto mentre ascoltava il battere veloce del suo cuore camminò fino a fermarsi davanti ad un roseto.
Lacrime cocenti le salirono agli occhi e spaventava da quella reazione sospirò impotente.
Gli attacchi di panico non erano da lei …. Cosa le stava accadendo?
Ad un tratto guardò una rosa e di colpo le venne in mente il diario.
Lo stelo schiacciato di una rosa dentro custodita…. Un ricordo troppo importante per “lei” … e improvvisamente capì.
Quello che stava accadendo fra loro era sbagliato … era il “suo amore” e lei non aveva il diritto di provare quei sentimenti.
Ma cosa stava provando?
Era così confusa… stordita da tutto….
Ciò che era accaduto nella doccia, al letto e fra le sue braccia.
Forse era tutto più grande di lei e non riusciva più ad uscirne.
Una mano le toccò una spalla facendola trasalire bruscamente.
Spike le era di fronte con aria preoccupata.
Proprio quello di cui adesso non aveva bisogno…. Pensò.
Rispose acida allontanandosi da lui.
Spike la rincorse facendola girare di colpo .
I suoi occhi mandarono lampi.
Spike la prese per la vita.
Gli urlò pentendosene subito.
Lui la osservò bene.
Si allontanò con uno strattone e cose via….
Oddio cosa aveva detto……..
*********
Il viaggio di ritorno fu peggio dell’andata.
Spike si chiuse in se stesso e neppure quando la lasciò sotto casa le parlò.
Il giorno dopo in ufficio Andrew fece capolino come sempre davanti la sua scrivania.
Le chiese scherzando.
Dawn accusò il colpo e lo fissò.
Cercò di ironizzare.
Andrewla osservò mentre faceva finta di riordinare dei documenti e le disse:
Lo guardò.
Dawn sbalordita aprì la bocca.
Chi era Lady Milione?
Andrew vide che non aveva capito e ridendo le spiegò:
Dawn rimase scioccata e perse il respiro per una manciata di secondi.
Andrew non si accorse di nulla, uscì la testa fuori dalla porta e poi la chiamò con la mano.
Lei si avvicinò tremando e li vide.
Spike camminava lungo il corridoio con una donna.
Aveva lunghi capelli neri e la sua risata echeggiò fino a che non sparirono dalla sua vista.
Quella sera sola nel suo letto immaginò Spike fare l’amore con quella donna e lo stomaco le si strinse in una morsa di dolore.
Cosa le importava di chi avrebbe sposato?
Lei doveva solo usarlo e sbattergli in faccia la verità …..
Ma qualcosa dentro di lei le diceva che non era quello che voleva.
Si alzò dal letto ricordando improvvisamente qualcosa.
Prese il diario di sua sorella e guardò fra le pagine, fino ad arrivare a ciò che le interessava.
“ Ho sempre saputo che l’avrebbe sposata … ma guardare i suoi occhi mentre me lo sbatteva in faccia è stato troppo per me…. Non posso competere con lei, anche se so che non la ama, forse non ha mai amato davvero… neppure me!
Ma fa male…. Fa troppo male….. “
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Arrivò di nuovo il fine settimana senza che lo vedesse neppure una volta, ma era stata informata da Andrew che Lady Milione l’aveva rapito con la scusa di un viaggio d’affari.
Le aveva detto ridendo.
L’odio e la frustrazione crebbero in lei .
Se solo l’avesse avuto tra le mani gli avrebbe tirato il collo.
Scese per comprarsi la cena al solito orario… ra una schiappa in cucina…
Voltato l’angolo un’ uomo di spalle attirò la sua attenzione.
Il cuore cominciò a batterle forte in petto.
L’uomo era con una donna e si stavano baciando.
Dawn sbarrò gli occhi e d’un tratto le lacrime le salirono agli occhi.
Si nascose tra la folla e poi guardò meglio trattenendo il respiro mentre una lacrima le solcava il viso.
“Non era lui” …..
Si appoggiò una mano sulla bocca singhiozzando e presa dal panico si mise a correre per tornare a casa.
Non era lui…. Era solo qualcuno ….
Pensò disperata.
E allora perché quelle lacrime?
La consapevolezza le bruciò il cuore ………
Lo amava!
Si era perdutamente e inevitabilmente innamorata di lui …….
Scosse il capo per scacciare quel pensiero, ma quella era la verità….. anche lei aveva fatto il “suo” stesso errore…. Si era innamorata dell’uomo sbagliato.
Corse su per le scale e arrivò davanti alla porta senza vedere dove andava….
Lo sguardo velato dalle lacrime le offuscava la vista.
Qualcosa le bloccò il passaggio e frustrata fissò senza vedere.
La voce di Spike la riportò sulla terra.
Lo fissò sconvolta e Spike fece lo stesso.
Era la prima volta che la vedeva piangere.
La strinse fra le braccia e Dawn non riuscì a trattenersi.
Si allacciò a lui e lo baciò con tutta la disperazione che aveva dentro.
Ne aveva bisogno… aveva bisogno di lui …….
Spike rispose al bacio e la strinse forte.
La passione divampò come ogni volta e non ci fu nulla da dire ……. Erano l’uno il completamento dell’altro…..
*************
Quando si svegliò lui era seduto di fronte al letto e la fissava.
Dawn lo guardò accennando ad un sorriso.
La consapevolezza di esserne innamorata d’un tratto aveva cambiato qualcosa in lei.
Ma il viso duro di Spike la bloccò.
Lui si alzò e si accese una sigaretta, poi prese una cartella piena di fogli e la gettò sul letto.
Dawn guardò e poi una foto richiamò la sua attenzione.
“Buffy!”
Si alzò a sedere tirandosi su il lenzuolo e lo guardò.
Spike si girò sorridendo irato e disse:
Dawn lo fissò sperando di non piangere ….
Lui la fissò e scosse il capo.
Le chiese triste.
Dawn annuì.
Spike chiuse gli occhi e le mani a pugno.
Dawn allora si alzò dal letto.
Spike la fissò truce.
Dawn si sentì improvvisamente distrutta a abbassò il capo.
Spike le si avvicinò le fece alzare il viso con una mano e le disse:
Dawn si allontanò con le lacrime agli occhi.
Lui la fissò senza dire nulla e Dawn continuò.
Spike la fissò ancora.
Dawn abbassò lo sguardo.
Spike le passò oltre pronto ad andare via.
Ma prima di farlo si fermò sulla porta e le disse:
Dawn chiuse gli occhi mentre le lacrime le rigavano il viso e lo sentì andare via…
Adesso era finita!
**************
Dawn si comportò come un automa per il resto del giorno.
Sembrava che una parte del suo cuore, l’altra parte, quella che dopo la morte di Buffy le era rimasta integra per poter lottare fosse ormai sgretolata come ogni cellula del suo corpo.
Davanti la finestra mentre pioveva, con le braccia intorno alle ginocchia non riusciva a smettere di piangere.
Non voleva piangere, ma era qualcosa che non poteva fermare.
Ogni singolo istante vissuto fra le sue braccia le tornava alla mente e la tormentava.
Era finita! Pensò con amarezza.
Ma in fondo non era mai iniziata…. Ciò che aveva avuto era stato solo sesso …
Una lacrime le scese bagnadole la mano e Dawn la fissò.
Mentire a sé stessa non l’avrebbe aiutata ad andare avanti, ammise.
Si era innamorata di Spike, come “lei” lo aveva fatto e le si spezzava il cuore il pensiero di aver tradito sua sorella.
Aveva tanto sofferto per averlo perduto per un’altra e lei si era ficcata nel suo letto senza pudore ….
Forse Spike aveva avuto ragione …. Voleva quello che aveva avuto “lei”!
Ma perché?
Guardò il diario sul letto e lo prese.
Un biglietto cadde dalle pagine.
Non lo aveva mai notato.
Lo prese …. Era sgualcito e strappato, ma riuscì a leggerlo comunque.
“ Mi dispiace …. So che non è molto, ma è tutto quello che posso fare adesso…. Addio…”
La scrittura non era di Buffy … era di … Spike! La riconobbe.
Perché quel biglietto? Di cosa parlava?
Non ci capiva più nulla ormai…. Così prese una decisione…. Lo avrebbe affrontato, doveva capire e forse anche perdonare se poteva!
**********
Sapeva che Spike aveva un’ appartamento in centro …. Ed fu lì che andò.
Col cuore in gola suonò il campanello e attese.
Spike aprì assonnato e la fissò con occhi sbarrati.
Disse cercando di ritrovare il coraggio perduto.
Spike la fece passare senza dire nulla.
Il suo profumo la inebriò e chiudendo gli occhi cercò di non guardare il suo torace nudo.
Spike si accese una sigaretta e la fissò.
Dawn appoggiò il diario sul tavolo e lui non si mosse.
Spike la fissò prima duro e poi andò a mettersi davanti alla finestra.
Lui si voltò a guardarla.
Dawn sentì una fitta al cuore …. Era gelosa di ciò che era stato…..
Spike le si avvicinò e la guardò negli occhi.
Dawn sbarrò gli occhi e abbassò il capo.
Spike glielo alzò con una mano e serio le disse:
Dawn scosse il capo, non poteva più ascoltare.
Fece un passo indietro nel tentativo di scappare, ma Spike la prese per le braccia e la trattenne.
Sussurrò con le lacrime agli occhi.
Lui la fissò e continuò imperterrito.
Dawn abbassò il capo e chiuse gli occhi.
Dawn lo guardò.
Spike la lasciò andare ma non si mosse.
Dawn ricordò ciò che “lei” aveva scritto ….
“ Ho sempre saputo che l’avrebbe sposata … ma guardare i suoi occhi mentre me lo sbatteva in faccia è stato troppo per me…. Non posso competere con lei, anche se so che non la ama, forse non ha mai amato davvero… neppure me!
Ma fa male…. Fa troppo male….. “
Parlava di quella donna non di lui …..
Spike chiuse gli occhi e poi disse ancora:
Dawn lesse il dolore nei suoi occhi …. Lui l’amava ancora….
Una lacrima le rigò il viso …. Non aveva alcun diritto su di lui …. Non poteva e non doveva!
Fece un passo indietro allontanandosi da lui, non riusciva a stargli vicino.
Le chiese;
Dawn lo fissò.
Finì Spike per lei!
Dawn annuì .
Era stato tutto vano però …. Lui non l’avrebbe mai amata ne avrebbe sofferto per il loro distacco.
Spike la fissò.
Gli chiese;
Dawn abbozzò un sorriso triste.
Spike la fissò negli occhi.
Dawn abbassò il capo.
Lo guardò tra le lacrime.
Le lacrime le impedirono di continuare.
Spike fece un passo verso di lei, ma Dawn alzò una mano per fermarlo.
Spike scosse il capo stanco e poi disse:
Dawn alzò lo sguardo e trattenendo le lacrime lo fissò.
Fu una doccia fredda.
Riuscì solo a dire prima di voltarsi per andare via col cuore in pezzi.
Le chiese lui improvvisamente.
Dawn si bloccò sulla porta e singhiozzò.
Spike le fu alle spalle … sentì il suo alito caldo sui capelli e strinse i pugni.
Le chiese lui di rimando.
Dawn appoggiò la mano sulla maniglia della porta.
Dawn si voltò come una furia e urlò:
Spike la fissò.
Spike tentò di prenderle una mano, ma lei si allontanò.
Allora arrabbiato disse:
Mentì.
Spike le si avvicinò e la prese fra le braccia.
Scese sulla sua bocca e la baciò con crudeltà facendola capitolare.
Poi si allontanò da lei e disse:
Dawn lo fissò, gli toccò il petto con una mano e sentendo battere forte il suo cuore tra le lacrime, disse:
Spike fissò la sua mano sul suo petto e scosse il capo.
Dawn lo fissò senza capire.
Appoggiò la mano sulla sua.
Dawn lo fissò.
Dawn scosse il capo energicamente.
Spike sorrise amaro.
Corse via verso la porta … doveva andare via e ….
Dawn si fermò sulla porta e vi si appoggiò contro nascondendosi il viso fra le mani.
Singhiozzando di dolore e di sollievo sfogò ogni sua lacrima.
Sentì la mano di Spike sfiorarle i capelli.
Dawn si voltò a guardarlo tra le lacrime.
Spike rimase zitto.
Dawn alzò una mano per toccargli il viso e le sfuggì un singhiozzo.
Spike allora non riuscì più a trattenersi, la prese fra le braccia e l’abbracciò forte.
Dawn si strinse a lui.
Lo amava da morire.
Spike la strinse come se non volesse mai più lasciarla.
Lo fissò con un sorriso triste sulle labbra.
Spike sorrise felice e prendendole il viso fra le mani la baciò.
Il passato era stato improvvisamente spazzato via e il futuro si apriva davanti ai suoi occhi con tanta fiducia.
Spike le sfiorò le labbra con un dolce bacio e Dawn lo guardò negli occhi.
Sussurrò a fior di labbra.
Spike scosse il capo.
Dawn sorrise ….
Spike le sorrise e poi non ci fu più bisogno di dire nulla, i loro corpi e i loro sentimenti danzavano al ritmo del loro amore.
Fine by SpikeJem 21.05.2006
TITOLO: INEVITABILMENTE ….
PROLOGO
“ Amarlo è stato come vivere di nuovo e perderlo come morire ancora ….
Non riuscirò mai a scordare i suoi occhi blu come il cielo e talvolta freddi come il ghiaccio …. Lo amerò fino a che questa lunga agonia non finirà e oltre la vita …. e l’unica cosa che mi resta ormai sono queste pagine bianche su cui riporre i miei ricordi …… aspettando l’inevitabile!
Il nostro è stato un’ amore bruciante …. Una passione consumata in fretta forse, ma non rimpiango nulla e se devo essere sincera non so neppure cosa lui provasse per me …. So solo che mi voleva come io volevo lui …. E ogni notte sogno le sue mani su di me e i suoi occhi accecati dalla ferocia passione ….
Il modo in cui ci siamo separati ha lasciato un vuoto incolmabile dentro me … ma a questo punto cosa importa?
Domani forse non ci sarò più e lui non saprà …. Ma meglio così ….
Vorrei soltanto avere la consapevolezza che mi ricorda, che ogni tanto pensa a me come io faccio sempre …..
Sapere che mi ha amata sarebbe troppo suppongo …. Ma la piccola speranza che porto nel cuore forse mi farà andare via non triste ….
Lo amerò per sempre e se potessi esprimere un ultimo desiderio … sarebbe quello di vederlo un ultima volta e poterglielo dire …
Ma non accadrà, nessuno sa di lui e nessuno lo saprà mai ….
Elisabeth Anne Summers”
Dawn si asciugò gli occhi col dorso della mano e chiuse il diario di sua sorella.
A tre giorni dal funerale, quel diario le aveva rivelato molto di più di sua sorella di quanto in realtà la conoscesse.
Quell’uomo misterioso …. Era stato molto importante per lei e le aveva fatto del male …. Era morta dedicandogli la sua ultima pagina, ma quello che aveva letto sulla loro storia era un vascello di lacrime e sofferenza che lei aveva patito per causa sua.
Come aveva potuto amarlo?
Si chiese Dawn fissando la foto che aveva trovato all’interno del diario.
Occhi di ghiaccio e sorriso ironico …. Il classico menefreghista che gioca con le donne ….
La malattia di Buffy era stata inevitabile avevano detto i medici, e la tristezza non l’aveva aiutata… Non aveva combattuto!
Si era lasciata andare perché non aveva più lui…. Pensò.
Dawn fissò ancora la foto e una lacrima le rigò il viso ….
Qualcosa dentro di lei si agitò …
Era stata colpa sua!
Si alzò e prese le sue cose per tornare al college …. Ormai non aveva più nulla da fare lì …. Buffy non c’era più!
E nello stesso istante … giurò che non sarebbe importato il tempo che ci sarebbe voluto, ma un giorno si sarebbe vendicata!
INIZIO
Il diploma di Laurea era un traguardo, pensò Dawn appoggiandolo sulla scrivania insieme ai bagagli, mentre la documentazione che teneva nella mano era l’inizio di qualcosa.
Erano passati 3 anni dalla morte di Buffy …. E lei ormai conosceva a memoria ogni singola parola del suo diario …. Conosceva ogni particolare della sua storia con lui … e adesso conosceva anche il suo nome….
William Shelby ….. erede dell’impero industriale più importante del paese.
Guardò le foto che l’investigatore aveva messo all’interno della cartella.
Una ricerca accurata ….
Le foto delle donne con cui lui usciva e ogni suo gesto immortalato.
Non sapeva ancora come avrebbe fatto ad avvicinarlo, ma qualcosa si sarebbe inventata.
Per il momento, stava per trasferirsi a New York , per lavorare alla sede centrale della Shelby Enterprise e questo le bastava.
Si era impegnata per essere la migliore e il suo professore l’ aveva aiutata a trovare quel lavoro …
Voleva guardare negli occhi colui che aveva distrutto la vita di sua sorella e fargli provare la stessa sofferenza!
L’uomo di ghiaccio doveva avere un punto debole…. Doveva poterlo scalfire in qualche modo!
Intanto il nome che avrebbe usato gli avrebbe riportato alla memoria qualcosa … sperò.
E forse anche la sua somiglianza con “lei” ….
Perché adesso che era cresciuta, che era una donna …. I loro capelli biondi e i loro occhi si somigliavano molto e questo ogni volta che si guardava allo specchio le faceva male.
Era troppo piccola perché Buffy potesse confidarsi con lei allora …. E non aveva potuto far nulla per aiutarla, ma forse adesso poteva restituire a lei e al suo cuore un po’ di pace!
***********
Dawn fissò la porta chiudersi alle spalle della segretaria e si guardò attorno.
Era un piccolo ufficio dal quale sarebbe cominciata la sua scalata verso il successo e tra poco lo avrebbe visto per la prima volta.
Chissà cosa aveva provato lei, la prima volta che lo aveva visto? Si chiese…
Guardò il traffico sottostante al palazzo in cui adesso lavorava e pensò.
Stava facendo la cosa giusta?
Lei avrebbe voluto vendicarsi?
Eppure i suoi ultimi pensieri erano stati per lui ….
Già, erano stati per lui …. pensò amareggiata … aveva pensato soltanto all’uomo che l’aveva fatta tanto soffrire, e per lei neppure una parola, nulla che l’aiutasse a sopravvivere alla sua scomparsa.
Perché?
La mezz’ora era passata e al citofono la segretaria del piano l’avvertì che il capo l’aspettava.
Dawn prese la giacca del tailleur che aveva indossato quella mattina e cercando di mantenersi calma s’incamminò.
Appena entrò nel grande ufficio, il sole che splendeva dalle finestre l’accecò.
L’uomo si bloccò bruscamente e i loro occhi s’incrociarono .
Fu allora che Dawn sentì un tuffo al cuore.
I suoi occhi azzurri …. E il suo sorriso…
Rimasero a fissarsi e ognuno studiò l’altro ….
Lui sembrò aver perso la parola, così fu lei a parlare.
Lui la fissò sconcertato.
Dawn annuì e sorrise.
Ricordava allora ….
Lui continuò a guardarla e poi scosse il capo … si alzò dalla sua scrivania e le tese la mano…
Spike la fissò ancora e poi annuì.
Dawn lo guardò negli occhi.
Il nervosismo non svanì anche se in quel momento sembrava essere la donna ghiaccio.
Si voltò per uscire e poi la sua voce la fermò.
Lo guardò interrogativa.
Lui si avvicinò.
Dawn alzò il viso verso di lui.
Spike la fissò in modo strano …
Dawn lo guardò un ultima volta e uscì.
Facendolo si fermò un’ attimo sulla porta per riprendersi.
Quell’uomo l’aveva sorpresa e sconcertata più di quanto avesse mai immaginato potesse accadere.
************
La sala riunioni era gremita di gente.
C’erano hostess del catering, gli addetti alla sicurezza e infine tutti gli impiegati che lei ancora non conosceva bene.
Un ragazzo biondo le si avvicinò e le sorrise.
Dawn gli sorrise e gli strinse la mano.
L’entrata di Spike in sala fece zittire tutti .
Sussurrò il ragazzo prima di girarsi verso di lui.
Dawn lo guardò e fece lo stesso.
I loro occhi s’incontrarono ancora, e lei non abbassò lo sguardo, sostenne quello di Spike spiazzandolo.
Fu lui ad abbassarlo come se si sentisse in imbarazzo.
Tutti i presenti annuirono e sorrisero soddisfatti compreso Andrew.
Evidentemente si erano impegnati molto per quel lavoro.
Spike la fissò ancora.
Dawn lo guardò ancora dritto negli occhi e questa volta Spike non si voltò da un’altra parte.
La guardò affondo e poi come aver ritrovato il suo spirito ribelle piegò la testa da un lato e sorrise.
Un sorrisetto impercettibile, ma che lei notò subito e che le provocò un brivido lungo al schiena.
Quell’uomo era imprevedibile, pensò.
**************
Alla fine del suo primo giorno, rimasta mezz’ora più del previsto per organizzarsi bene, prese l’ascensore principale, si tirò su i capelli con una matita e si tolse la giacca.
Non vedeva l’ora di essere a casa.
In quel piccolo appartamento che aveva affittato da poco e che ancora doveva mettere a posto.
Le porte dell’ascensore si aprirono al piano inferiore a quello in cui lei era salita e improvvisamente si ritrovò davanti proprio lui.
Vedendola un po’ più umana di come si era dimostrata durante i loro brevi incontri Spike sorrise beffardo.
Le disse sorprendendola;
Dawnlo fissò.
Avendo i capelli tirati e i bottoni della camicia sbottonati, si sentì vulnerabile.
Spike si voltò a fissarla.
Adesso faccia a faccia nella lentezza della discesa, Dawn sentiva di essere ancora di più in difficoltà …. Quegli occhi stavano diventando una prigione.
Ora capiva cosa aveva provato “lei” ….
Quelle ultime parole sussurrate congelarono il tempo intorno a lei.
Lo guardò e vide che si avvicinava pericolosamente.
Si scostò tremando e cercando di non far vedere il suo nervosismo, appoggio la sua borsa in terra e indossò la giacca.
Replicò seria.
Spike la osservò indossare la giacca come uno scudo fra di loro e rise.
La guardò e appena le porte dell’ascensore si aprirono, si avvicinò d’un passo la fissò negli occhi e le disse:
Dawn sbarrò gli occhi e sentì la gola seccarsi, poi lo vide uscire.
Rimase lì a riprendere la padronanza di sé per qualche istante, poi s’incamminò per tornare a casa.
**************
La mattina dopo varcando la porta del suo ufficio si sentiva a pezzi, non aveva dormito bene.
Aveva sognato per l’intera notte sua sorella e un paio d’occhi che sicuramente avrebbe rivisto presto.
Che diavolo le stava succedendo?
Doveva concentrarsi su ciò che doveva fare e basta.
L’intera settimana passò.
Andrew le fu d’aiuto …. Le spiegò ogni cosa sulla fusione e lei cominciò ad essere attiva sul campo.
Il sabato libera dal lavoro lo passò ad aggiustare casa e siccome non conosceva ancora nessuno bene per uscire, la sera decise che sarebbe andata a trovare del cibo cinese e ad affittare qualche DVD.
In jeans e giubbino trovò dopo qualche isolato un ristorantino cinese che faceva al caso suo.
Entrò e ordinò aspettando seduta a guardare dalla vetrina la gente che passeggiava fuori.
Dawn si voltò stupefatta mentre un brivido la scuoteva al solo sentire il suono della sua voce.
Spike le sorrise.
Spike la fissò dalla testa ai piedi.
Sorrise e sedendole accanto disse:
Dawn lo guardò e poi si guardò in giro.
Il locale non era molto popolato.
Annuì e si alzò.
La condusse al suo tavolo e presto portarono le loro ordinazioni.
Spike sorrise .
Dawn lo fissò.
Lei bevve dell’acqua e poi disse:
Spike si fermò un secondo e poi rise.
Dawn sorrise alzando un sopracciglio.
Spike fu ancora più sorpreso.
La fissò prima sbalordito, ma poi si alzò di scatto e la trascinò su.
Pagò il conto e uscì dal locale.
Dawn lo guardò senza capire, ma ciò che accadde dopo non le fece rimanere alcun dubbio.
Spike la prese fra le braccia e prima che lei potesse decidere il da farsi, la baciò.
La strinse a sé, le sue mani le accarezzarono la schiena e poi a fior di labbra, la sfidò.
Dawn tremò.
Non era nei suoi piani ciò che stava accadendo.
Sentì le sue dita accarezzarle la schiena e rabbrividì.
Lo fissò negli occhi e poi come una calamita gli si avvicinò e lo baciò… adesso non poteva più tirarsi indietro!
Il letto del suo appartamento era grande e soffice.
Sotto di sé sentì il paradiso e sopra qualcosa che non riuscì a definire.
L’unica esperienza che aveva avuto, riuscì a non farla sembrare una sprovveduta, ma ciò che sentì dentro quando Spike la fece sua fu qualcosa che mai aveva provato.
Ad ogni spinta e ad ogni suo bacio, sentiva di non sapersi più controllare.
Le loro mani si intrecciarono e lo guardò negli occhi.
Spike le sorrise e spinse più forte.
Dawn allocciò le gambe dietro la sua schiena e urlò.
Le sussurrò all’orecchio.
Dawn sbarrò gli occhi e gli conficcò le unghie nella carne sentendosi arrivare.
Spike diede un’ultima spinta e anche lui le si accasciò di sopra, poi la guardò, le baciò la punta del naso e le si mise a fianco abbracciandola e coprendola col lenzuolo.
L’ultimo pensiero coerente prima di addormentarsi fu rivolto a lui.
Essere fra le sue braccia dopo aver condiviso ore del genere era più di quanto lei si aspettasse… Ma adesso?
******************
Gli occhi puntati alla sveglia le dissero che erano le otto di domenica mattina.
Si voltò verso di lui ricordando ogni singola cosa accaduta quella notte e la sua totale resa.
Lui era bellissimo, addormentato e rilassato.
Scivolò da sotto il suo braccio e prendendo le sue cose corse verso la porta.
Doveva andare via di lì e pensare.
Cosa aveva fatto?
Aveva ceduto ai sensi … aveva donato se stessa come prima l’aveva fatto “lei” ….
Il sole accompagnò la sua camminata fino a casa.
Improvvisamente aveva capito ilperché di quell’amore insaziabile che aveva posseduto sua sorella.
Improvvisamente era stato tutto chiaro.
Ma lei non era Buffy, lei non si sarebbe fatta rinchiudere in quella gabbia dorata chiamata amore.
Forse non era un male … pensò.
Esserci andata al letto voleva dire legarlo in qualche modo a sé e scoprire un paio di carte.
Lo avrebbe reso pazzo di lei, se poteva, facendogli vedere come ci si poteva sentire desiderando qualcuno che ti usa solamente.
Per tutto il giorno però …. La mancanza di lui la rese nervosa e instabile.
Quel breve ma intenso contatto ….. l’aveva già resa succube di lui e sola nel suo letto avrebbe voluto sentire il tocco gentile e passionale delle sue carezze.
**************
Il lunedì arrivata al lavoro, non fece in tempo ad entrare nel suo ufficio, che due mani forti la bloccarono.
Dawn fissò quegli occhi irati e con uno strattone si allontanò.
Spike sorrise nervosamente e scosse il capo.
Gli chiese.
Spike la fissò dritto negli occhi.
Dawn alzò una mano bloccandolo e fredda disse:
Spike sbarrò lo sguardo e accusò il colpo.
Dopodichè uscì dal suo ufficio sbattendo la porta.
Un secondo più tardi Andrew fece capolino sulla porta.
Dawn fece spallucce e poi il ragazzo le sorrisee le disse:
Lo fissò …. Lei ne era già al corrente, ma ciò che aveva in mente avrebbe sorpreso tutti quanto perfino il grande amatore….
Il ragazzo le sorrise e la lasciò sola.
Quel pomeriggio però, la segretaria personale di Spike, le portò il progetto di un’ albergo in costruzione in Irlanda e un biglietto aereo.
Chiese alla donna.
Dawn la guardò sorpresa, poi annuì e la segretaria andò via.
Fissò il biglietto aereo e sorrise.
Quella sarebbe stato un momento propizio … sarebbe stata sola con lui e nessuno avrebbe disturbato i suoi piani per due settimane!
*************
Il viaggio era stato lungo e Spike le aveva rivolto la parola solo per parlarle di lavoro.
Sembrava una persona diversa, molto distante e sicuramente ancora molto in collera con lei.
Ma Dawn aveva fatto finta di nulla e ora rilassata sul letto dell’albergo voleva solo dormire… avrebbe lanciato a cena la sua prima freccia.
E infatti quando si preparò, uscì dalla valigia il vestito che avrebbe fatto ricordare al caro Spike molte cose.
Ricordò come “lei” ne parlava sul diario … era un’ abito che le aveva regalato lui e che teneva gelosamente nell’armadio in suo ricordo.
Lungo e nero, di pura seta …. Era bellissimo e sarebbe servito allo scopo…
Quando raggiunse la hall lo vide seduto in un divanetto a bere un whisky .
Appena i loro occhi s’incontrarono e Spike notò l’abito che indossava cambiò espressione e divenne paonazzo.
La guardò per molto tempo prima di riuscire a trovare le parole.
Gli chiese.
Spike annuì e bevve tutto d’un sorso ciò che restava nel suo bicchiere.
Spike la fissò, si alzò in piedi e respirò a fondo.
Dawn lo seguì e sorrise compiaciuta.
Lo aveva riconosciuto e per ora questo bastava.
La cena fu con alcuni dirigenti e soci irlandesi nell’ ala agibile e già costruita dell’albergo.
Dawn fu attenta a tutto, ad ogni parola e particolare e cercò di guardare il meno possibile Spike.
Alla fine della cena uno dei soci seduto accanto a lui, con cui aveva conversato la invitò a bere qualcosa.
Dawn non aveva nessuna voglia di andare con lui, ma sentendosi osservata continuamente da Spike accettò.
Rimase con l’uomo il tempo necessario per non essere scortese e mantenne le distanze per poi tornare in camera sua.
Cambiatasi per la notte si mise al letto a leggere.
Non aveva visto andare via Spike e non sapeva come aveva preso il suo dopo cena, ma quando la sveglia scoccò l’una il bussare frenetico alla sua porta la distolse da quei pensieri dandogli una risposta.
Spike le si presentò davanti con un’aria cupa e prima di guardarla in viso, guardò dentro la sua camera per vedere se fosse da sola.
Dawn lo fissò sorpresa.
Gli chiese.
Spike fece un passo avanti, si guardò ancora attorno e poi senza darle il modo di allontanarsi, la prese per le braccia e mettendola con le spalle al muro la bacio con foga.
Dawn sbarrò gli occhi…. Ma il sapore delle sue labbra le offusco la ragione.
Gli passò le braccia intorno al collo e ricambiò il bacio con lo stesso ardore.
Spike si fermò un’ attimo a guardarla.
Le sorrise a fior di labbra…. E poi riprese a baciarla.
La spogliò accarezzandola dappertutto.
Dawn si sentì urlare quando lui scese con la bocca verso il basso…
Si ritrovò sopra di lui sul letto….
Le loro mani si allacciarono e mentre si muoveva e lo sentiva dentro fino allo spasmo lo vide sorridere di nuovo.
Per quella notte aveva vinto lui!
*********
Quando si mosse aveva su di sé i raggi del sole che filtravano della veranda che la sera prima non aveva fatto in tempo a chiudere.
Si girò nel letto per alzarsi, ma qualcosa glielo impedì.
Le parole di Spike le fecero gelare il sangue, ma non per paura, per desiderio.
Credeva di aver sognato di fare l’amore con lui e invece lui era lì e la stringeva a sé.
Lo fissò negli occhi conscia di essere nuda fra le sue braccia e sentì la passione vibrante ardere ancora.
Gli accarezzò il braccio e i loro occhi s’incontrarono.
Spike le sorrise maliardo e scese piano sulla sua bocca.
Dawn sospirò sulla sua bocca mentre una sua mano scendeva in mezzo le sue cosce e con voce tremante di desiderio replicò:
Fare l’amore con lui era come rinascere ogni volta.
Dawn scopriva qualcosa di sé e qualcosa sul sesso e su due corpi uniti ogni qualvolta che lui osava solo sfiorala.
Non aveva mai provato niente del genere nella sua vita e questo la spaventava.
Rifletté mentre l’acqua della doccia scorreva sul suo corpo.
Qualcosa che la sfiorò la riscosse da quei pensieri e le braccia di Spike le cinsero la vita senza farla girare.
Piccoli baci ardenti scesero sul suo collo e ad occhi chiusi Dawn si sentì morire.
Sussurrò Spike al suo orecchio mentre le sue mani esploravano il suo seno con crescente ardore.
Dawn ansimò quasi con dolore e sentì dietro di sé quanto Spike la desiderava.
Le baciò il collo e poi con mani sapienti la spinse verso il vetro.
Le appoggiò le mani sui fianchi e aderì a lei….
Poi avvenne qualcosa che Dawn non avrebbe mai immaginato potesse accadere.
Sentì il flusso del suo sangue andare più veloce e si sentì esplodere.
Spike dietro di lei e dentro di lei la fece urlare di piacere e piangere di emozione.
Quando finalmente i loro occhi riuscirono a scontrarsi e le loro bocche toccarsi ancora sotto il getto dell’acqua Spike le sorrise e Dawn tremò.
Dawn lo guardò ancora e poi circondandogli il collo con le braccia lo strinse.
Fu una reazione naturale… voleva sentirlo vicino e sentire come poteva essere … amarlo….
Ma forse era qualcosa che sapeva già anche se non voleva ammetterlo a sé stessa!
Il resto della giornata, la passarono come promesso a letto, ma Spike non fece solo l’amore con lei…. Le parlò di molte cose.
Dei suoi progetti, di ciò che gli piaceva e risero insieme …..
Dawn lo guardò durante la notte e non riuscì a dormire…. Le pagine del diario le tornavano alla mente con dolore… e si sentiva in colpa…
Quello che stava accadendo era sbagliato, ma era più forte di lei…. Qualcosa che lei adesso non riusciva a controllare…..
Spike le dormiva accanto e sembrava diverso… Un’ angelo… il suo angelo!
Quel pensiero la sconvolse…..
Lui non era suo…
Era solo di passaggio nella sua vita….. era così e basta…
Cercò di convincersi per tutta la notte fino a che il sonno non vinse anche lei!
**********
Dawn lo fissava mentre parlava con alcuni soci e il suo cuore era un tumulto.
Si sentì ad un tratto come se le mancasse l’aria e si alzò da dov’era seduta.
Spike la fissò sorpreso come tutti gli altri.
Il tavolo delle riunioni nell’attico dell’albergo ad un certo punto si era fatto troppo stretto per lei.
Disse prima di correre via.
Doveva stare per conto suo…. Doveva uscire di lì ….
Prese l’ascensore senza guardare dove stesse andando….
Si ritrovò in una piccola serra al piano terra piena di gente che ammirava il lavoro del giardiniere.
Con una mano sul petto mentre ascoltava il battere veloce del suo cuore camminò fino a fermarsi davanti ad un roseto.
Lacrime cocenti le salirono agli occhi e spaventava da quella reazione sospirò impotente.
Gli attacchi di panico non erano da lei …. Cosa le stava accadendo?
Ad un tratto guardò una rosa e di colpo le venne in mente il diario.
Lo stelo schiacciato di una rosa dentro custodita…. Un ricordo troppo importante per “lei” … e improvvisamente capì.
Quello che stava accadendo fra loro era sbagliato … era il “suo amore” e lei non aveva il diritto di provare quei sentimenti.
Ma cosa stava provando?
Era così confusa… stordita da tutto….
Ciò che era accaduto nella doccia, al letto e fra le sue braccia.
Forse era tutto più grande di lei e non riusciva più ad uscirne.
Una mano le toccò una spalla facendola trasalire bruscamente.
Spike le era di fronte con aria preoccupata.
Proprio quello di cui adesso non aveva bisogno…. Pensò.
Rispose acida allontanandosi da lui.
Spike la rincorse facendola girare di colpo .
I suoi occhi mandarono lampi.
Spike la prese per la vita.
Gli urlò pentendosene subito.
Lui la osservò bene.
Si allontanò con uno strattone e cose via….
Oddio cosa aveva detto……..
*********
Il viaggio di ritorno fu peggio dell’andata.
Spike si chiuse in se stesso e neppure quando la lasciò sotto casa le parlò.
Il giorno dopo in ufficio Andrew fece capolino come sempre davanti la sua scrivania.
Le chiese scherzando.
Dawn accusò il colpo e lo fissò.
Cercò di ironizzare.
Andrewla osservò mentre faceva finta di riordinare dei documenti e le disse:
Lo guardò.
Dawn sbalordita aprì la bocca.
Chi era Lady Milione?
Andrew vide che non aveva capito e ridendo le spiegò:
Dawn rimase scioccata e perse il respiro per una manciata di secondi.
Andrew non si accorse di nulla, uscì la testa fuori dalla porta e poi la chiamò con la mano.
Lei si avvicinò tremando e li vide.
Spike camminava lungo il corridoio con una donna.
Aveva lunghi capelli neri e la sua risata echeggiò fino a che non sparirono dalla sua vista.
Quella sera sola nel suo letto immaginò Spike fare l’amore con quella donna e lo stomaco le si strinse in una morsa di dolore.
Cosa le importava di chi avrebbe sposato?
Lei doveva solo usarlo e sbattergli in faccia la verità …..
Ma qualcosa dentro di lei le diceva che non era quello che voleva.
Si alzò dal letto ricordando improvvisamente qualcosa.
Prese il diario di sua sorella e guardò fra le pagine, fino ad arrivare a ciò che le interessava.
“ Ho sempre saputo che l’avrebbe sposata … ma guardare i suoi occhi mentre me lo sbatteva in faccia è stato troppo per me…. Non posso competere con lei, anche se so che non la ama, forse non ha mai amato davvero… neppure me!
Ma fa male…. Fa troppo male….. “
************
Arrivò di nuovo il fine settimana senza che lo vedesse neppure una volta, ma era stata informata da Andrew che Lady Milione l’aveva rapito con la scusa di un viaggio d’affari.
Le aveva detto ridendo.
L’odio e la frustrazione crebbero in lei .
Se solo l’avesse avuto tra le mani gli avrebbe tirato il collo.
Scese per comprarsi la cena al solito orario… ra una schiappa in cucina…
Voltato l’angolo un’ uomo di spalle attirò la sua attenzione.
Il cuore cominciò a batterle forte in petto.
L’uomo era con una donna e si stavano baciando.
Dawn sbarrò gli occhi e d’un tratto le lacrime le salirono agli occhi.
Si nascose tra la folla e poi guardò meglio trattenendo il respiro mentre una lacrima le solcava il viso.
“Non era lui” …..
Si appoggiò una mano sulla bocca singhiozzando e presa dal panico si mise a correre per tornare a casa.
Non era lui…. Era solo qualcuno ….
Pensò disperata.
E allora perché quelle lacrime?
La consapevolezza le bruciò il cuore ………
Lo amava!
Si era perdutamente e inevitabilmente innamorata di lui …….
Scosse il capo per scacciare quel pensiero, ma quella era la verità….. anche lei aveva fatto il “suo” stesso errore…. Si era innamorata dell’uomo sbagliato.
Corse su per le scale e arrivò davanti alla porta senza vedere dove andava….
Lo sguardo velato dalle lacrime le offuscava la vista.
Qualcosa le bloccò il passaggio e frustrata fissò senza vedere.
La voce di Spike la riportò sulla terra.
Lo fissò sconvolta e Spike fece lo stesso.
Era la prima volta che la vedeva piangere.
La strinse fra le braccia e Dawn non riuscì a trattenersi.
Si allacciò a lui e lo baciò con tutta la disperazione che aveva dentro.
Ne aveva bisogno… aveva bisogno di lui …….
Spike rispose al bacio e la strinse forte.
La passione divampò come ogni volta e non ci fu nulla da dire ……. Erano l’uno il completamento dell’altro…..
*************
Quando si svegliò lui era seduto di fronte al letto e la fissava.
Dawn lo guardò accennando ad un sorriso.
La consapevolezza di esserne innamorata d’un tratto aveva cambiato qualcosa in lei.
Ma il viso duro di Spike la bloccò.
Lui si alzò e si accese una sigaretta, poi prese una cartella piena di fogli e la gettò sul letto.
Dawn guardò e poi una foto richiamò la sua attenzione.
“Buffy!”
Si alzò a sedere tirandosi su il lenzuolo e lo guardò.
Spike si girò sorridendo irato e disse:
Dawn lo fissò sperando di non piangere ….
Lui la fissò e scosse il capo.
Le chiese triste.
Dawn annuì.
Spike chiuse gli occhi e le mani a pugno.
Dawn allora si alzò dal letto.
Spike la fissò truce.
Dawn si sentì improvvisamente distrutta a abbassò il capo.
Spike le si avvicinò le fece alzare il viso con una mano e le disse:
Dawn si allontanò con le lacrime agli occhi.
Lui la fissò senza dire nulla e Dawn continuò.
Spike la fissò ancora.
Dawn abbassò lo sguardo.
Spike le passò oltre pronto ad andare via.
Ma prima di farlo si fermò sulla porta e le disse:
Dawn chiuse gli occhi mentre le lacrime le rigavano il viso e lo sentì andare via…
Adesso era finita!
**************
Dawn si comportò come un automa per il resto del giorno.
Sembrava che una parte del suo cuore, l’altra parte, quella che dopo la morte di Buffy le era rimasta integra per poter lottare fosse ormai sgretolata come ogni cellula del suo corpo.
Davanti la finestra mentre pioveva, con le braccia intorno alle ginocchia non riusciva a smettere di piangere.
Non voleva piangere, ma era qualcosa che non poteva fermare.
Ogni singolo istante vissuto fra le sue braccia le tornava alla mente e la tormentava.
Era finita! Pensò con amarezza.
Ma in fondo non era mai iniziata…. Ciò che aveva avuto era stato solo sesso …
Una lacrime le scese bagnadole la mano e Dawn la fissò.
Mentire a sé stessa non l’avrebbe aiutata ad andare avanti, ammise.
Si era innamorata di Spike, come “lei” lo aveva fatto e le si spezzava il cuore il pensiero di aver tradito sua sorella.
Aveva tanto sofferto per averlo perduto per un’altra e lei si era ficcata nel suo letto senza pudore ….
Forse Spike aveva avuto ragione …. Voleva quello che aveva avuto “lei”!
Ma perché?
Guardò il diario sul letto e lo prese.
Un biglietto cadde dalle pagine.
Non lo aveva mai notato.
Lo prese …. Era sgualcito e strappato, ma riuscì a leggerlo comunque.
“ Mi dispiace …. So che non è molto, ma è tutto quello che posso fare adesso…. Addio…”
La scrittura non era di Buffy … era di … Spike! La riconobbe.
Perché quel biglietto? Di cosa parlava?
Non ci capiva più nulla ormai…. Così prese una decisione…. Lo avrebbe affrontato, doveva capire e forse anche perdonare se poteva!
**********
Sapeva che Spike aveva un’ appartamento in centro …. Ed fu lì che andò.
Col cuore in gola suonò il campanello e attese.
Spike aprì assonnato e la fissò con occhi sbarrati.
Disse cercando di ritrovare il coraggio perduto.
Spike la fece passare senza dire nulla.
Il suo profumo la inebriò e chiudendo gli occhi cercò di non guardare il suo torace nudo.
Spike si accese una sigaretta e la fissò.
Dawn appoggiò il diario sul tavolo e lui non si mosse.
Spike la fissò prima duro e poi andò a mettersi davanti alla finestra.
Lui si voltò a guardarla.
Dawn sentì una fitta al cuore …. Era gelosa di ciò che era stato…..
Spike le si avvicinò e la guardò negli occhi.
Dawn sbarrò gli occhi e abbassò il capo.
Spike glielo alzò con una mano e serio le disse:
Dawn scosse il capo, non poteva più ascoltare.
Fece un passo indietro nel tentativo di scappare, ma Spike la prese per le braccia e la trattenne.
Sussurrò con le lacrime agli occhi.
Lui la fissò e continuò imperterrito.
Dawn abbassò il capo e chiuse gli occhi.
Dawn lo guardò.
Spike la lasciò andare ma non si mosse.
Dawn ricordò ciò che “lei” aveva scritto ….
“ Ho sempre saputo che l’avrebbe sposata … ma guardare i suoi occhi mentre me lo sbatteva in faccia è stato troppo per me…. Non posso competere con lei, anche se so che non la ama, forse non ha mai amato davvero… neppure me!
Ma fa male…. Fa troppo male….. “
Parlava di quella donna non di lui …..
Spike chiuse gli occhi e poi disse ancora:
Dawn lesse il dolore nei suoi occhi …. Lui l’amava ancora….
Una lacrima le rigò il viso …. Non aveva alcun diritto su di lui …. Non poteva e non doveva!
Fece un passo indietro allontanandosi da lui, non riusciva a stargli vicino.
Le chiese;
Dawn lo fissò.
Finì Spike per lei!
Dawn annuì .
Era stato tutto vano però …. Lui non l’avrebbe mai amata ne avrebbe sofferto per il loro distacco.
Spike la fissò.
Gli chiese;
Dawn abbozzò un sorriso triste.
Spike la fissò negli occhi.
Dawn abbassò il capo.
Lo guardò tra le lacrime.
Le lacrime le impedirono di continuare.
Spike fece un passo verso di lei, ma Dawn alzò una mano per fermarlo.
Spike scosse il capo stanco e poi disse:
Dawn alzò lo sguardo e trattenendo le lacrime lo fissò.
Fu una doccia fredda.
Riuscì solo a dire prima di voltarsi per andare via col cuore in pezzi.
Le chiese lui improvvisamente.
Dawn si bloccò sulla porta e singhiozzò.
Spike le fu alle spalle … sentì il suo alito caldo sui capelli e strinse i pugni.
Le chiese lui di rimando.
Dawn appoggiò la mano sulla maniglia della porta.
Dawn si voltò come una furia e urlò:
Spike la fissò.
Spike tentò di prenderle una mano, ma lei si allontanò.
Allora arrabbiato disse:
Mentì.
Spike le si avvicinò e la prese fra le braccia.
Scese sulla sua bocca e la baciò con crudeltà facendola capitolare.
Poi si allontanò da lei e disse:
Dawn lo fissò, gli toccò il petto con una mano e sentendo battere forte il suo cuore tra le lacrime, disse:
Spike fissò la sua mano sul suo petto e scosse il capo.
Dawn lo fissò senza capire.
Appoggiò la mano sulla sua.
Dawn lo fissò.
Dawn scosse il capo energicamente.
Spike sorrise amaro.
Corse via verso la porta … doveva andare via e ….
Dawn si fermò sulla porta e vi si appoggiò contro nascondendosi il viso fra le mani.
Singhiozzando di dolore e di sollievo sfogò ogni sua lacrima.
Sentì la mano di Spike sfiorarle i capelli.
Dawn si voltò a guardarlo tra le lacrime.
Spike rimase zitto.
Dawn alzò una mano per toccargli il viso e le sfuggì un singhiozzo.
Spike allora non riuscì più a trattenersi, la prese fra le braccia e l’abbracciò forte.
Dawn si strinse a lui.
Lo amava da morire.
Spike la strinse come se non volesse mai più lasciarla.
Lo fissò con un sorriso triste sulle labbra.
Spike sorrise felice e prendendole il viso fra le mani la baciò.
Il passato era stato improvvisamente spazzato via e il futuro si apriva davanti ai suoi occhi con tanta fiducia.
Spike le sfiorò le labbra con un dolce bacio e Dawn lo guardò negli occhi.
Sussurrò a fior di labbra.
Spike scosse il capo.
Dawn sorrise ….
Spike le sorrise e poi non ci fu più bisogno di dire nulla, i loro corpi e i loro sentimenti danzavano al ritmo del loro amore.
Fine by SpikeJem 21.05.2006