.:: Sonno profondo ::.
Parte I - La profezia dei Quattro
di Franca Bersanetti ( dreamhunter72@libero.it
e frankab@tin.it :mi raccomando,
scrivetemi per pareri e critiche!!)
nota : la storia è un crossover a episodi tra le serie "BUFFY
THE VAMPIRE SLAYER", "STREGHE" e "ANGEL" e
si colloca all'incirca all'inizio della sesta stagione di BTVS, della
quarta di STREGHE e della terza di ANGEL, quando sia Buffy Summers che
Prue Hallliwell sono morte, Giles se n'è andato e Cole/Belthazor
ha ancora i poteri di demone.
disclaimer: i personaggi non sono di mia proprietà e li uso
senza alcun scopo di lucro senza il permesso degli autori.
San Francisco
§ L'incantesimo che non c'era mai stato, ora era lì , tra
le pagine del Libro delle Ombre, proprio come le aveva rivelato la sua
defunta sorella Prue in sogno, qualche notte prima. Piper Halliwell
scrutò di nuovo le parole oscure e magicamente intrecciate, massaggiandosi
la fronte. Dentro di sè voleva credere di aver travisato il messaggio
di quel sogno, ma non poteva illudersi: l'avvertimento di Prue era stato
chiarissimo e ad esso bisognava aggiungere le agghiaccianti premonizioni
di Phoebe: stava per accadere...Anzi stava già accadendo. E questa
volta, il Potere del Trio non sarebbe bastato.
Quando Paige entrò nella soffitta con un vassoio di tramezzini,
la trovò con la testa tra le mani, china sul leggìo. Piper
sollevò gli occhi cerchiati di stanchezza e subito scosse il
capo. "No, non ho fame".
"Beh, io sì!", protestò Paige. "E comunque
se la situazione è così grave, devi sforzarti di mandar
giù qualcosa". Posò il vassoio, poi guardò
esitante la sorella maggiore. "Ed è davvero grave ?".
Piper annuì sospirando. "Sì, lo è".
Paige prese un tramezzino, senza convinzione. "Credi che riusciranno
a convincerlo ?".
Piper annuì ancora. "Devono riuscirci". §
§§§
Los Angeles
§ L'oscurità sudicia del vicolo deserto tremolò come
acqua sporca e dal nulla apparvero un uomo alto e bruno e una ragazza
vestita di rosa, dai lunghi riccioli ribelli.
"Oddio, Cole!",bisbigliò lei disgustata. "Credo
che un topo mi sia appena passato sopra un piede...Che schifo!".
"Io non sono convinto, Phoebe", mormorò lui, guardandosi
intorno circospetto. "La Sorgente lo citava ad esempio,ti rendi
conto?
Sosteneva che non esistesse killer migliore e altrettanto spietato,
in questo mondo o negli altri...".
Dietro di loro, si accese un vortice di scintille azzurre da cui si
materializzò un giovane biondo.
"Questo succedeva prima. Adesso sono gli Anziani a citarlo come
esempio, per il suo coraggio e il suo senso di sacrificio. Pare che
lo attenda un destino importante".
"Leo, il guaio di voi angeli bianchi è che vedete sempre
tutto in positivo, ma...".
Spazientita, Phoebe li afferrò entrambi per le maniche e diede
uno strattone. "Volete farla finita, ragazzi?
Buono o cattivo, se non verrà con noi, nè il suo, nè
alcun destino in generale si compirà mai e..."
"Zitta, tesoro!", la interruppe Cole. "Eccolo che arriva,
proprio come avevi previsto tu...".
Si udì un gran trambusto e una creatura grottesca, tutta corna,
zanne e squame irruppe correndo e ansimando nel vicolo.
"Me lo aspettavo diverso",osservò Leo con una smorfia.
"Non credo che sia...", iniziò a dire Phoebe, quando
una seconda figura si scagliò veloce come un'ombra addosso al
mostro. Una spada roteò fendendo il buio e la testa del demone
balzò via con un suono disgustoso, rotolando fino ai piedi dei
tre.
"Beh...", disse Cole. "Sa usare la spada, vero?".
§
§§§
Sunnydale
§ Nella foto, Buffy Sommers sorrideva, quel suo sorriso bellissimo
e luminoso che ti rimaneva nel cuore. Sua sorella Dawn si era addormentata
davanti al portaritratti, temendo che se avesse distolto lo sguardo,
anche quell'ultima immagine virtuale della Cacciatrice sarebbe potuta
svanire nel buio della Morte.
Willow Rosenberg e la sua ragazza, Tara, in piedi dall'altra parte della
stanza, sospirarono quasi all'unisono.
"Così non va bene", disse Tara, "si sta chiudendo
sempre più in sè stessa e rifiuta di accettare la scomparsa
di Buffy...".
Willow si ravviò i capelli rossi e uscì nel corridoio.
"Il fatto è che nessuno di noi la vuole accettare...Come
posso aiutare Dawn se io per prima non voglio credere che se ne sia
andata per sempre ?".
Tara le circondò la vita con le braccia e le posò un piccolo
bacio sulla nuca. "Se almeno Giles fosse qui...".
"Già...". Willow si abbandonò al suo abbraccio,
chiudendo gli occhi. "Buffy è morta, lui è partito...E
poi quello che sta succedendo in città...E' come se il mondo
si fosse capovolto...".
In quel silenzio carico di tristezza, il suono del campanello irruppe
con la forza di un grido disperato. Le due ragazza trasalirono.
"Saranno Xander e Anja con le pizze ? ", chiese Tara.
"Può darsi...Vado io ".
Willow si diresse verso l'ingresso a passi pesanti e svogliati, ma quando
spalancò la porta il suo cuore perse un paio di battiti, prima
di accellerare bruscamente.
Sulla soglia, c'era un uomo alto e vestito di nero, bello come l'inquietudine.
E non era solo.
"Ciao, Willow", le disse.
"Ciao, Angel", sussurrò lei. §
§§§
§ Erano tutti riuniti in salotto, tranne Dawn, che ancora dormiva,
ignara. Willow non si capacitava di trovarsi di fronte al Trio. Aveva
sentito parlare delle sorelle Halliwell e si diceva che fossero le streghe
più potenti al mondo.
"Dunque, secondo voi qui a Sunnydale ci sarebbe un demone ? ",
domandò.
"Sai che novità...", borbottò Xander Harris,
che si era unito al gruppo insieme alla sua ragazza, Anja.
Piper lo ignorò. "Phoebe l'ha visto in una premonizione
e altri segni ce l'hanno confermato. E' Hypnos, il demone del sonno
profondo".
"Era relegato negli Inferi da molto tempo", intervenne Cole,
"ma la morte della Cacciatrice ha rafforzato il Male e nella Bocca
dell'Inferno si è aperta una breccia".
"E come agisce questo demone ?", chiese Tara.
"Non sta forse accadendo qualcosa di inquietante qui, ultimamente
?", replicò Leo.
"Sai che...", ricominciò Xander ma Anja lo zittì
con una gomitata.
"Beh...Facciamo tutti sogni strani, è vero", ammise
Willow, scambiando un'occhiata circospetta con gli altri, "e la
mattina sembra sempre più difficile svegliarsi...Inoltre ho notato
molte finestre chiuse, giardini deserti, come se intere famiglie fossero
svanite chissà dove...".
"Non sono svanite", la corresse Paige, "dormono".
"E' così che agisce Hypnos", proseguì Phoebe,
"fa cadere le sue vittime in un sonno profondo, simile alla morte.
Può mantenerle in quello stato anche per millenni e intanto si
nutre dei loro sogni. Se non lo fermiamo, dilagherà come un virus
e l'intero pianeta si addormenterà. Per sempre".
"Quindi siete venute per sconfiggerlo...", disse Anja.
"Purtroppo non è così semplice...", sospirò
Piper torcendosi le mani. "Hypnos è troppo forte anche per
noi. Non siamo in grado di distruggerlo. Secondo il Libro delle Ombre
deve farlo qualcun altro...".
Tutti guardarono Angel, che fino a quel momento se n'era rimasto in
disparte, perso in chissà quali ricordi di casa Summers.
"Nelle sue premonizioni, Phoebe ha visto me e gli altri".
"Gli altri ? ", chiese Willow.
Paige tirò fuori un foglio dalla giacca. "Il Libro delle
Ombre dice che : "...Hypnos dovrà essere sfidato dai Quattro
: un angelo, un diavolo, un diavolo a metà e un diavolo con un'anima...".
"Ok, quello con l'anima sappiamo chi è", esclamò
Xander," ma alzi la mano chi fra di noi è un angelo...".
Leo sollevò una mano. "Eccomi".
Xander inarcò un sopracciglio, dubbioso. "Certo...E le ali
dove le tieni, eh ?".
Piper gli scoccò un'occhiata fiammeggiante. "Non so chi
tu sia, ma non eri nelle premonizioni di mia sorella, perciò
per quanto mi riguarda equivali a uno zero. Mio marito è un angelo
bianco, chiaro ?".
Phoebe le accarezzò la schiena. "Piper, tesoro...Respira,
d'accordo?
Gli angeli bianchi sono i protettori di noi streghe. E non volano ma
vi assicuro che...".
Leo e Paige si disintegrarono in una cascata di luce azzurra e riapparvero
dall'altro lato del salotto.
"...sanno fare anche di meglio!",concluse Phoebe.
Paige arrossì. "Scusa Leo, non ho resistito".
"Gente, non divaghiamo...", ringhiò Piper.
"Hai ragione", si fece avanti Cole. "Il diavolo a metà
sono io. Mio padre era umano. Il mio nome demoniaco è Belthazor.
Fino a poco tempo fa uccidevo le streghe per conto della Sorgente, poi...Beh,
adesso non lo faccio più,ecco".
Phoebe gli sorrise affettuosamente, poi si accorse che Anja fissava
Cole a bocca aperta.
"Che c'è ?", volle sapere, vagamente infastidita da
tanto interesse.
"Tu sei Belthazor ?! Cavolo, eri un mito per tutti noi!!! ".
"Anche Anja era un demone", spiegò Tara. "Vendicava
le donne tradite".
Questa volta fu Cole a stupirsi. "Tu eri Anjanka ?".
"Gente!!!!", sbraitò Piper, "Stiamo divagando
ancora!!!".
"Manca un diavolo", mormorò una voce sottile.
Il gruppo ammutolì. Willow vide Dawn, ferma sulla porta.
"Dawn...Credevamo dormissi...".
La ragazzina fissava Angel. "Avete detto che devono essere in quattro
a sfidare Hypnos, ma manca un diavolo. Non lo abbiamo".
Angel le sorrise. "Ce l'abbiamo, invece".
"E chi sarebbe ?", domandò Willow.
"Spike", rispose Angel. §
§§§
§ "Non accetterà mai...", si lamentò Willow.
"Se gli parli tu, ti ascolterà", la rassicurò
Angel.
Camminavano fianco a fianco, lui alto e scuro come un presagio, le spalle
curve sotto un peso soltanto suo, lei, esile e sottile, con un lungo
vestito di velluto a fiori e un maglione a cui stava cercando di allungare
le maniche, torcendole nervosamente.
"Non funzionerà, Angel, te lo ripeto..."
I loro passi risuonavano inquietanti nel silenzio della notte. Già...C'era
un gran silenzio, quasi solido. Troppe finestre buie, troppe persiane
chiuse. Hypnos.
"Funzionerà, invece".
Willow guardò il vampiro di traverso. "E invece no! Non
appena ti vedrà, non vorrà più saperne...".
"Io non conto. E Spike non è uno stupido. Capirà
che in ballo c'è ben di più che le nostre divergenze".
"Divergenze ? Io avrei usato un'altra parola...Angel, sul serio
! E tu ? Che mi dici di te ?
Non ti crea problemi dover collaborare con Spike ?".
Angel sorrise fugacemente. "Buffy ha sacrificato la vita per fare
il proprio dovere. Credo che ora sia il mio turno. E sopportare Spike
sarà il male minore".
Willow si bloccò e lo tirò delicatamente per una manica.
"Oh, Angel...Dopo che sono venuta a Los Angeles per dirtelo, non
abbiamo più avuto occasione di... Come stai ? Come...?".
Lui le strinse la mano, con forza, limitandosi a fissarla intensamente.
Willow comprese, ricambiando la stretta e meravigliandosi di quanto
la pelle del vampiro fosse calda.
Angel, alla fine, distolse da lei gli occhi scuri e li puntò
su qualcosa alle sue spalle. "Tocca a te", mormorò.
Willow si voltò. Erano di fronte alla vecchia cripta, il rifugio
di Spike. §
§§§
§ Quando rientrarono a casa Summers, il volto di Angel era al
solito indecifrabile, mentre Willow sembrava reduce da uno scontro a
fuoco dall'esito incerto. Spike li seguiva, con un'espressione a metà
tra il disgustato e lo scettico.
Paige osservò il nuovo arrivato, con un lungo spolverino di pelle
nera, i capelli biondissimi e una cicatrice che gli attraversava il
sopracciglio sinistro. "Credevo che i vampiri dovessero mettere
paura...", confidò in un bisbiglio a Phoebe. "Finora
ne ho visti solo due, ma a me sembrano soprattutto tanto sexy...!".
Spike spostò rumorosamente una sedia e ci si mise sopra a cavalcioni.
"Allora ? Chi è il capo, qui ?". Aveva una voce profonda,
dal timbro sensuale, e Paige fece per agguantare la sedia accanto alla
sua. Phoebe la riacchiappò per la maglietta.
"Tenete presente che questa notte sono sceso dal lato sbagliato
del loculo, ok ?", continuò Spike. "...e chi ti vedo,
poi, appena sveglio ?
Il tetro principe Amleto e la versione lesbica di Samantha Stevens...Ho
sperato che fosse un incubo. Invano".
Piper lo stava guardando come se fosse un bizzarro tipo di insetto.
"Hai finito ?".
Spike le puntò contro un dito. "Ah, sei tu il capo, dunque...Sai
che c'è ?
C'è che no, non ho finito affatto. Io non so perchè ho
seguito la coppia più bella del mondo fin qui. Forse è
colpa di questo stramaledetto chip che ho in testa...Insomma, dolcezza,vuota
il sacco e alla svelta. Non ho tempo da perdere".
Piper annuì. "Sono le prime cinque parole sensate che sento
uscire dalla tua bocca. In effetti, nessuno di noi ha tempo da perdere.
Hypnos sta diventando sempre più forte e non possiamo permettergli
di uscire dai confini di Sunnydale".
"Hypnos non ha corpo.", spiegò Phoebe. " E' un'entità
astratta e va sfidato su un piano astratto, nel suo regno del sonno,
chiamato il Labirinto".
Paige tirò fuori un altro dei suoi fogli pieni di appunti, tenendo
d'occhio Spike. "Noi disegneremo un varco magico e reciteremo un
incantesimo per permettere a Leo, Cole, Angel e Spike di entrare. Prima
daremo loro da bere una pozione".
"Ne daremo una anche agli altri", aggiunse Piper.
"Gli altri ? Cioè noi ?", chiese Xander. "E perchè
?".
"Hypnos si accorgerà del nostro varco e ci attaccherà",
spiegò Phoebe. "Noi saremo occupate a sostenere loro quattro
con i nostri incantesimi e non potremo proteggervi. Così abbiamo
pensato di donarvi un sonno fatato, in cui Hypnos non riuscirà
a penetrare. Se tutto finirà bene, vi risveglieremo a cose fatte.
Altrimenti...".
"Altrimenti ?", la incitò Xander.
"Altrimenti non vi risveglierete più",lo accontentò
Angel.
"Tu sei sempre quello delle buone notizie, vero ?", sghignazzò
Spike scuotendo la testa, poi si girò verso il Trio. "Cocchine,
e del Labirinto che ci dite ? Com'è fatto? Che ci accadrà
là dentro ? E soprattutto come ne usciamo ?".
Le sorelle Halliwell rimasero in silenzio, guardandosi a vicenda.
Spike allargò le braccia. "Che c'è ? Troppe domande
tutte insieme ? Vi sillabo la prima ?".
Piper alzò d'istinto le mani, spinta dall'oscuro desiderio di
bloccare il vampiro biondo, ma le riabbassò riluttante. "Sul
Libro delle Ombre non abbiamo trovato nessuna descrizione del Labirinto...Nè
su qualsiasi altro testo, in effetti. Willow ha persino chiamato il
signor Giles, in Inghilterra, ma lui ne sa ancora meno di noi.".
Spike si schiarì la voce. "Fammi indovinare...Non c'è
niente perchè nessuno è mai tornato per raccontare ciò
che ha visto, giusto?".
Silenzio. Paige annuì appena.
"Quindi, noi quattro poveri idioti entriamo là dentro senza
una minima idea di cosa ci aspetti...",mormorò Spike quasi
tra sè, poi scattò in piedi così all'improvviso
da far rovesciare la sedia con un tonfo. "No...No...NO! Ve lo potete
scordare! Sono già stato abbastanza pazzo a venire qui...Ma che
sono pazzo lo sanno tutti...". Si sistemò il giubbotto."Scemo
no, però ! Quello no! Arrangiatevi eroi: io con voi non c'entro
niente!".
Tutti esclamarono "Spike,aspetta!", tranne Angel, che restò
a capo chino a contemplarsi le scarpe, e Cole, che scagliò una
sfera di fuoco demoniaco, incenerendo un angolo della porta che Spike
stava già attraversando.
Cole lo raggiunse tenendo in equilibrio su una mano un'altra sfera di
fuoco. "Ascoltami bene, bassa imitazione di Billy Idol: giù
agli Inferi, mi chiamano Belthazor, sono il terrore di demoni ben più
forti di un succhiasangue impotente come te e, come vedi, posso incenerirti
nel giro di mezzo secondo. Senza paletto".
Spike si ripulì dalle schegge di legno, con aria annoiata. "Sì,
certo...Beh,perchè no?
D'accordo, inceneriscimi. In ogni caso, voi in tre siete e in tre rimanete!".
Inarcò il sopracciglio con la cicatrice, prima di uscire. "E
quella di Billy Idol era cattiva, Belfagor, cattiva davvero...Ho il
cuore in pezzi".
Cole spalancò la bocca, la sua sfera di fuoco si spense di colpo.
"Ehi! Io...".
"Cole!", lo apostrofò Piper.
"Cole, tesoro, lascia perdere...",lo supplicò Phoebe.
"Ma mi ha chiamato Belfagor!", protestò lui.
Mentre tutti discutevano, Angel vide Dawn scendere i gradini della scala
nell'ingresso. Si guardarono. Angel annuì. §
§§§
§ Spike uscì a passo di carica da casa Summers, sognando
un malfunzionamento del chip, che gli permettesse di dissanguare un
passante qualsiasi , fino a farne indigestione.
Poi si fermò, ricordando la prima volta in cui si era trovato
esattamente in quel punto, sul vialetto lastricato davanti al portico
bianco. Rivide Buffy che rivelava a sua madre di essere la Cacciatrice.
Pensò che nè Buffy, nè Joyce facevano più
parte del mondo dei vivi. Quel mondo che ora rischiava di precipitare
nell'oblìo sempiterno del sonno...
"Ma sì...Sogni d'oro, mondo. Forse non sarà poi una
gran perdita se ci addormentiamo tutti".
"Qualche anno fa, non eri dello stesso parere", disse Angel
, dietro di lui.
Spike scrollò il capo, come per liberarsi di un'interferenza.
"Che vai blaterando ?".
"Quando ero tornato ad essere Angelus e volevo liberare Acathla,
tu ti sei alleato con Buffy, per fermarmi e salvare il mondo".
"Non è esatto. Era il mio cibo che volevo salvare. E Drusilla...Allora
avevo la mia Drusilla. E adesso...".
"Già...", concordò Angel.
"...adesso ho questo stupido chip ficcato nel cervello e...".
"E non hai più Buffy".
Spike trasalì, poi scoppiò a ridere. "L'anima dà
alla testa, eh ?".
Angel non si lasciò intimorire. "Spikey, andiamo...Rammenti
con chi stai parlando ?
Non puoi darmela a bere su Buffy. Non a me".
Spike aggrottò la fronte e tirò su il mento. "Forse
aveva iniziato a risultarmi simpatica...E con ciò ?".
"Lo so come ti faceva sentire...", mormorò Angel. "Ti
faceva credere di poter guardare nel sole". Si mise una mano sul
petto. "Ti faceva credere che il tuo cuore morto stesse ancora
battendo e pompando sangue caldo nelle tue vene".
"Commovente...", convenne Spike. "E' una poesia tua o
l'hai copiata?".
Angel sollevò il volto verso il cielo, ridendo, e Spike si sorprese
ad indietreggiare, perchè, in quell'atteggiamento e in quella
luce notturna, sembrava proprio Angelus.
"Piccolo inglese testardo!", esclamò Angel. "Lo
so che ti faceva sentire così, Spike, ci sono passato prima di
te! Te lo ripeto, su questo argomento non mi puoi ingannare!".
"Sì...Beh...",borbottò Spike dando un calcetto
a un sasso, "...lei ti faceva credere di essere...un uomo. Un'illusione
crudele...". Sbirciò l'altro.
Angel ricambiò il suo sguardo esitante. "Ma bellissima.".
Per un breve e infinito istante i due vampiri si fissarono, legati da
una reciproca quanto inaspettata e misteriosa comprensione. Poi Spike
si disimpegnò con un colpo di tosse. "Già...Ma eri
tu il suo principe azzurro, no ?
Io non contavo nulla per Buffy".
"Mhmm...Ne sei convinto?", lo punzecchiò Angel. "Ti
ha permesso di avvicinarti alla sua famiglia, alle persone più
importanti della sua vita.
Spike...Per Joyce, ormai non puoi più fare niente, ma per Dawn
sì. Buffy ha sacrificato sè stessa per il mondo e per
il futuro di sua sorella e ora questo suo sacrificio minaccia di trasformarsi
in una tragica beffa, se noi...Io e te, Spike!...non facciamo quanto
in nostro potere per impedirlo".
Vedendo succedersi sul volto del vampiro biondo svariate e contrastanti
emozioni, Angel avanzò verso di lui, fino a trovarglisi di fronte.
"Fu Angelus a dirlo, una volta", proseguì come se stesse
parlando di una terza persona e non del proprio lato oscuro. "Lei
ci ha fatti sentire esseri umani. Angelus lo considerava uno sgarbo
imperdonabile. Io credo sia stato un dono indimenticabile. Glielo dobbiamo".
Spike restò a occhi bassi, le mani nelle tasche del giubbotto.
"Io le devo anche di più...Quando è morta, io c'ero,
Angel...C'ero e non sono riuscito a proteggerla".
Un lieve, triste, sorriso apparve e scomparve sulle labbra di Angel.
"Tu, almeno, c'eri".
Spike, per una volta, non seppe cosa rispondere. §
§§§
§ "Gente, qui si batte la fiacca!", sbraitò Spike
rialzando la sedia che aveva rovesciato e rimettendocisi di nuovo a
cavalcioni. "Allora ? Non c'era da preparare un piano ?".
"Hai deciso ? Sei dei nostri ?", gli domandò raggiante
Paige.
"Sì, basta che io e lui non stiamo vicini", rispose
Spike riferendosi a Angel, che stava rientrando a passi lenti e misurati.
"Sta tranquillo", gli fece eco quest'ultimo. "Non credo
sarà necessario".
Willow afferrò Angel per un braccio. "Incredibile!",
bisbigliò. "Alla fine sei stato proprio tu a convincerlo...Ma
come hai fatto?".
Lui si strinse nelle spalle."Dopotutto sono tornato dall'Inferno,
no?".
Piper si avvicinò sorridendo a Spike. "Mi fa piacere che
tu abbia cambiato idea". D'un tratto lo strinse per il bavero dello
spolverino. "Ma se mi giochi un altro tiro simile, giuro che ti
infilo nel cranio qualcosa di ben più grosso e doloroso di un
chip, è chiaro ?".
Spike non si scompose. "Come un cristallo di Boemia, capo".
"E d'ora in poi, quando ti rivolgi a me", continuò
Piper lasciando andare il bavero e risistemandolo intorno al collo del
vampiro, "fallo sempre usando frasi composte da un massimo di cinque
parole. Per la mia sanità mentale e la tua incolumità
fisica".
"Non - ti - sono - simpatico - vero?",chiese Spike contando
ogni parola sulla punta delle dita.
"Cosa - ti - induce - a - pensarlo ?",ribattè Piper.
"Caspita, ma è deliziosa!",esclamò Spike voltandosi
verso Leo.
"Quando vuole", ammiccò l'angelo bianco.
Phoebe notò con preoccupazione che le mani di Piper tremavano
e si affrettò ad intervenire. "Tra poco è l'alba
e il varco va aperto di notte, quindi per adesso non possiamo agire.
Le mie sorelle ed io trascorreremo la giornata a preparare gli incantesimi
e le pozioni e voi...Beh, riposatevi".
"Sarà il caso", concordò Leo. "Avremo bisogno
di tanta forza ...".
"Oh, hai ragione, Obi Uan!", si intromise Spike. "E dimmi,
di che colore saranno le nostre spade las...".
Il vampiro biondo non portò a termine la frase e si immobilizzò,
con la bocca semiaperta e una mano a mezz'aria.
"Che è successo?", domandò Tara stupefatta.
"Lo ha bloccato", rispose Cole con un sorrisetto compiaciuto.
Piper si lasciò sfuggire un profondo sospiro appagato. "Senza
un motivo preciso. E' stato una specie di bisogno".
"E per quanto rimarrà in quello stato?".
"Ci devo riflettere".
Il gruppo iniziò ad uscire alla spicciolata dalla stanza e Phoebe
si fermò ad osservare il vampiro bloccato, scacciando una mosca
che stava per entrargli in gola. "Bella mossa, sorellina...E se
esplodeva?".
In piedi sulla porta, Angel la rassicurò. "Impossibile.
Spike è di materiale troppo resistente per esplodere". §
FINE PRIMA PARTE
Parte II - L'attesa
ORE 7.15 - SALOTTO DI CASA SUMMERS
§ "Sei sicura di volerlo fare ?", domandò Cole
, la fronte imperlata di sudore.
La luce del primo mattino filtrava nella stanza attraverso le persiane
accostate. Piper si passò una mano tra i lunghi capelli bruni,
serrando le labbra.
"Non ho altra scelta...", mormorò. Esitò ancora
un istante, poi tagliò l'aria con un gesto secco e uscì
senza voltarsi.
"...er ?", terminò di dire Spike con un sorriso beffardo,
prima di rendersi conto che stava parlando ad una parete vuota. "Ehi...Che
diamine...?!".
Cole ammiccò con aria d'intesa. "Bentornato, biondino".
"Perchè, Balthazar ? Dov'ero andato ?".
Cole impallidì. §
§§§
ORE 7.17 - PIANO SUPERIORE DI CASA SUMMERS
§ Willow sbirciò in quella che era stata la stanza di Buffy.
Seduto sul letto, Angel parlava animatamente al cellulare.
"Sì, Cordy,ok...No, non preoccuparti della mia biancheria.
La porterò io alla solita lavanderia, quando torno, d'accordo?
Altrimenti finirai per restringere tutto come...No, adesso non ti arrabbiare,
io...".
Willow si ritirò divertita. Quel tono di complice famigliarità
suonava bizzarro nella voce del vampiro. Non ricordava di averlo mai
percepito in precedenza . Ma forse, pensò la ragazza, Cordelia,
Wesley e Gunn, ora sono i veri amici che qui Angel non aveva.
Meditando, quasi si scontrò con Piper. Vide che anche l'altra
era pensierosa.
"Qualche problema ?
Abbiamo la lista degli ingredienti per le pozioni e stavo andando al
Magic Box con Anya e Paige. Potresti venire anche tu...".
Piper annuì. "Sì, aspettatemi...Devo solo parlare
un momento con Angel...Sai dov'è ?".
"Dietro quella porta", le indicò Willow.
Quando Piper entrò nella camera di Buffy, Angel aveva spento
il cellulare : appoggiato alla testiera del letto, stava giocherellando
con un peluche a forma di maialino.
"Mister Gordo", precisò.
Piper sorrise. "Già...Sì...Senti, tu mi sembri uno
tra i più ragionevoli , in questa casa e...".
Angel scoppiò a ridere, prendendola in contropiede : lei si era
quasi convinta che lui non ne fosse capace. E invece era anche sorprendentemente
bello quando rideva.
"Interpella una persona qualsiasi, al piano di sotto e comincerà
a descrivermi con ben altri aggettivi".
"Del tipo?".
"...uhm...fammi pensare...Debole ? Patetico ? Vigliacco ?":
Piper andò a sedersi in fondo al letto. "E hanno ragione
? ".
Angel accarezzò il maialino. "In una certa misura. Per il
resto...Neanche mi conoscono, in realtà".
"E tu cosa hai fatto per lasciarti conoscere ?".
"Niente, è chiaro". Angel si accigliò, intento
a togliere un qualche invisibile filo dal peluche. "Neanche Buffy
mi conosceva. Non voleva, credo. Si comportava come se Angelus fosse
un'infezione da cui sarei potuto guarire. E invece Angelus sono io.
La parte di me da cui nasce la passione. E la mia passione era Buffy".
Piper aggrottò la fronte. "Temevi che l'amore potesse risvegliare
il demone dentro di te ?".
Lei stava pensando a sua sorella Phoebe e al complicato e pericoloso
sentimento che la legava a Cole.
"Avevo deciso di non lasciarla , alla fine...", le confidò
Angel, con gli occhi che gli brillavano. "Stavo morendo e vedevo
tutto con più chiarezza. Poi lei mi ha guarito con il suo sangue.
E c'è stato un istante...". Si piegò verso Piper.
"...una frazione di secondo in cui Angelus ha preso il sopravvento,
in cui ho desiderato disperatamente di renderla mia per sempre, di trasformarla
in una mia creatura. Di diventare il suo sire. Una frazione di secondo
troppo lunga". Sospirò, pur non respirando, come se quella
confessione l'avesse stremato.
"Ti manca", gli fece notare Piper.
"Mi mancava anche quando stavo con lei". Angel raddrizzò
le spalle e sembrò rilassarsi. "Che volevi chiedermi, Piper
?".
La ragazza aggrottò la fronte. "Spike...Possiamo fidarci
?
Non so che pensare di lui...E non abbiamo che una possibilità
per fermare Hypnos ! Una !".
"Lo farà. Non temere. Magari non per noi o per se stesso,
ma per Buffy non si tirerà indietro".
Piper trasecolò. "Intendi dirmi che anche quello svitato
era innamorato di lei ?".
"So riconoscere i sintomi".
"E Buffy ? Lo ricambiava ?".
Angel non commentò.
"Scusa, ma la cosa non ti disturba ?", continuò ad
insistere Piper.
"Ti assicuro che con tutta la sua buona volontà, non avrebbe
potuto farla soffrire più di me". Il vampiro stropicciò
il maialino tra le mani. "Calmati, ok?
Questa notte ci saremo. Tutti e quattro. Va meglio ?".
Piper annuì, alzandosi in piedi con rinnovata decisione. "Sì...Sì
! Giù mi aspettano... Ti lascio con...Mister Gordo! ".
Uscendo, finì addosso a Spike.
"Stavi origliando ?", lo accusò.
"Stavo passeggiando. E' vietato ?
Dopotutto, è un pò che non faccio movimento, grazie a
te...", puntualizzò acido il vampiro biondo.
"E passeggi proprio qui ? Nel corridoio ?".
"Beh, capo...Tu capisci che se uscissi, questa notte dovreste soffiarmi
nel Labirinto, anzichè mandarmici con un incantesimo: non so
se il mio apporto al gruppo risulterebbe altrettanto efficace...".
Una risposta feroce risalì lungo la gola di Piper. Cercò
di moderarsi. "D'accordo...Sì...Ti va di dare una mano,
invece di bighellonare senza meta ?".
Spike si incuriosì. "Cioè ?".
"Tu eri un poeta, prima di diventare un vampiro, giusto ?".
Le labbra del vampiro assunsero una piega compiaciuta. "La mia
fama mi precede, dunque...".
Piper non raccolse. "Me l'ha detto Angel. Personalmente non ti
ho mai sentito nominare, ma...".
Spike le agitò davanti al naso una sigaretta fumata per metà.
"Ti avverto: offendere non ti avvantaggia".
Piper ingoiò di nuovo. "Ok. Ti chiedo scusa, va bene ?
Saresti così gentile da mettere il tuo incredibile talento al
nostro servizio ?
Phoebe ha bisogno d'aiuto per la formula dell'incantesimo di questa
notte...".
Spike fu veloce e le allungò un buffetto su una guancia, prima
che lei potesse ritrarsi. "Certo, capo. Ci pensa Spike!".
Le porse il braccio. Piper accettò , riluttante.
"Non so proprio perchè lo faccio", borbottò
seguendolo. §
§§§
ORE 8.22 - MAGIC BOX
§ Anya diede una rapida occhiata alla lista degli ingredienti per
l'incantesimo e le pozioni. "Ok. Credo che troveremo tutto...Paige
! Seguimi!".
Piper,intanto, si stava guardando intorno. "E' un posticino pittoresco...".
Willow sorrise. "Già. Quando è partito, Giles ci
ha lasciato le chiavi. Non so cosa intenda farne...Se venderlo, oppure...
Ma io spero sempre che decida di tornare...".
Piper lesse nei suoi grandi occhi uno smarrimento che ben conosceva.
"Come cambia la vita, vero ?
Fino a poco tempo fa avevi due amici pieni di forza e intelligenza,
su cui fare affidamento... E ora che loro non ci sono più, sei
diventata tu il porto sicuro".
Willow assunse la sua tipica e accattivante espressione di stupore.
"...Uh...come l'hai...Oh...Prue...".
L'altra si appoggiò al bancone, lo sguardo perso nel vuoto. "Prue
era la maggiore, quella che si era accollata tutte le responsabilità
dopo la morte della mamma e della nonna". Sospirò. "Oh,
aveva dei difetti, è chiaro...Era intransigente, pignola, spesso
egocentrica e faceva scintille con Phoebe. Io ero la sorella di mezzo,
con il compito di sanare le controversie...Ma mi sentivo protetta. Perchè
Prue era anche incredibilmente forte. Una leader".
"E adesso sei tu la sorella maggiore", concluse Willow.
"Infatti... E Phoebe sta con un demone, che mi è simpatico
ma di cui non mi fido. Poi c'è Paige...". Osservò
brevemente la sorella minore impegnata a rovistare tra gli scaffali.
"Ancora non si è abituata all'idea di essere una strega
per metà angelo bianco. Prende tutto come un gioco. E io...io,
lo vedi, sono un fascio di nervi. Non sono una leader".
"Sai, anche Buffy era un pò come Prue", replicò
Willow. "Non è stato sempre facile averla come amica, ma
sapere che esisteva, che facevo parte del suo mondo...Solo dopo la sua
morte mi sono resa conto di quanto la ritenessi fondamentale".
Capì di stare per piangere e ingurgitò con forza. "Vorrei
essere una strega migliore, più potente...Forse...".
Piper le afferrò una mano. "Willow, no. Non desiderare un
grande potere. Non è come credi, te lo assicuro. Io ci convivo
ogni giorno e non sai cosa darei per potermene sbarazzare...Resta quella
che sei. Per carità".
Willow, impallidita, aprì la bocca per ribattere, ma un gridolino
di spavento attirò l'attenzione di entrambe.
In fondo al negozio, Paige fissava attonita la ragazza bionda e minuta
che giaceva immobile, con gli occhi spalancati e vitrei, all'interno
di uno sgabuzzino.
"Qualcuno mi dica subito cos'è!!", strepitò
Paige.
Anya abbandonò tutte le boccette che aveva radunato sul bancone
e si precipitò a chiudere la porta dello sgabuzzino con aria
colpevole. "Cavolo...L'avevo scordato...".
"E' il Buffybot", spiegò Willow.
"Il Buf-che?", esclamarono all'unisono le sorelle Halliwell.
"E' un robot con le sembianze di Buffy. Spike se l'è fatto
costruire la scorsa primavera. Lo usavamo per la caccia ai demoni, ma
si è rotto...".
Piper ascoltò perplessa. "Ma perchè mai Spike...?".
Scrollò la testa, cambiando idea. "No. Che nessuno mi risponda.
Non voglio saperlo". §
§§§
ORE 9.45 - PIANO SUPERIORE DI CASA SUMMERS
§ Cole aveva salito e sceso le scale tante volte da perderne il
conto.
Non riusciva a stare fermo, con le mani in mano. Per un lungo , lunghissimo
tempo, era stato il miglior sicario della Sorgente e aveva avuto tutto,
ogni particolare, sotto il proprio controllo. Fino a che non era arrivata
Phoebe. Phoebe... La sua donna... La sua dolce rovina...Phoebe...Dov'era
Phoebe ?
Improvvisamente udì la sua voce. Proveniva da una stanza con
la porta socchiusa, insieme al bagliore soffuso di una lampada. Cole
si avvicinò e si rese conto che le voci erano due.
Spalancò la porta.
Fianco a fianco, sdraiati sul letto della defunta Joyce Summers, Phoebe
e Spike sollevarono la testa da un quaderno pieno di scarabocchi e cancellature.
Phoebe si tirò su in ginocchio, poggiando una mano sulla spalla
del vampiro per sostenersi.
"Cole! Amore! Stiamo lavorando alla formula per l'incantesimo...".
"Ed è necessario che lo facciate sul letto ?", la interruppe
lui, restringendo gli occhi.
Phoebe sporse le labbra con innocenza. "Beh...Stavamo più
comodi...".
"Decisamente", confermò Spike. "E bada bene che
io di letti me ne intendo".
"Che ne dici di una pausa, Spike ?", sbottò Phoebe
con una mezza risatina nervosa. "La formula è praticamente
terminata...".
Il vampiro fu in piedi con un balzo e, raccolto lo spolverino, rivolse
alla giovane strega il migliore tra i sorrisi seducenti del suo repertorio.
"Se mi rivuoi, non hai che da chiedere. E' stato un piacere intingere
di nuovo la penna...".
Uscendo strizzò l'occhio a Cole. "Ehilà, Baradur!".
Phoebe si affrettò a tendere le mani verso il suo amante. "Vieni
qui, dai. Stai un pò con me...".
Cole restò sull'uscio. "Non mi piace che tu gli stia vicina".
Phoebe gli si accostò, graziosamente imbronciata. "Che stupidaggine...Spike
è simpatico. E poi mi è stato di grande aiuto. Non farci
caso se storpia sempre il tuo nome...Credo che lo faccia apposta!".
Lui la allontanò, brusco. Phoebe sentì gli occhi bruciarle
di pianto. "Perchè stiamo litigando, adesso ?", gli
chiese con la voce incrinata. "E' ancora mattina, ma presto, troppo
presto, sarà notte e allora tu dovrai entrare nel Labirinto...".
Gli voltò le spalle. "E io...io non saprò che ne
sarà di te...se ti rivedrò...Perchè stiamo litigando?".
Cole la raggiunse in un istante, circondandola con le braccia e affondando
il volto nei suoi capelli. §
§§§
ORE 9.50 - SALOTTO DI CASA SUMMERS
§ Non la vide subito, ma capì di essere osservato.
"Ciao, briciola", mormorò scorgendola a un'estremità
del divano, nella penombra.
"E' da molto che non ti fai vedere qui, Spike", lo rimproverò
Dawn. Aveva raccolto i lunghi capelli castani e gli occhi blu sembravano
più grandi.
"Sono stato impegnato", si schermì lui, cercando l'accendino
nelle tasche dei jeans. "Il Buffybot è inservibile e c'erano
un sacco di demoni...".
"Bugiardo", lo zittì Dawn. "Piper mi ha detto
che i demoni e i vampiri comuni temono Hypnos, ne avvertono la presenza
e probabilmente se ne stanno nascosti".
Spike non si scompose. "Ah, sì ? Beh, io non ho avvertito
alcuna presenza...".
"E' ovvio. Tu non sei un vampiro comune ".
Si sorrisero.
"Non voglio addormentarmi, Spike", sussurrò Dawn, tornando
seria. "La mamma e Buffy mi mancano tanto e ho pensato che sarebbe
facile addormentarsi, sognarle...".
Spike aveva smesso di cercare l'accendino. Qualcosa, nel suo petto morto,
si muoveva.
"Ma poi ricordo quel momento, sulla piattaforma", continuò
Dawn. "Buffy che guarda verso l'orizzonte, poi guarda me, poi...Non
lascerai che mi addormenti, vero, Spike ?". I suoi occhi non erano
più soltanto grandi, ma immensi. "Vero ?".
"Certo che no, briciola", la rassicurò lui con un filo
di voce. "Camminerei sotto il sole, se servisse".
Lei sospirò, un sospiro gonfio di speranza. "Devi andare
d'accordo con Angel", aggiunse.
Spike riprese meticolosamente le operazioni per accendersi l'agognata
sigaretta. "Motivo?".
"Buffy", rispose Dawn con candore. "L'avete amata più
di chiunque. E se c'è qualcuno, che può tornare da quel
Labirinto, siete voi due. Se unite le forze".
La prima boccata non gli procurò nessun piacere. Spike guardò
la sigaretta, realizzando che non aveva il minimo desiderio di fumarla.
Irritato, la gettò sul pavimento e la spense sotto la suola pesante
di uno dei suoi scarponi. Senza proferire parola, lasciò il salotto.
Cominciava ad essere innervosito dall'armosfera ovattata della casa,
con le sue stanze dalle persiane chiuse e come in attesa. Gli ci voleva
qualcosa che assomigliasse un pò alla sua cripta, qualcosa che
sapesse di vampiro e non di umanità disperata...
Quando fu sceso in cantina e vi scoprì Angel, seduto a terra,
in un angolo, comprese di non essere stato l'unico ad avere quell'idea.
Fece un cenno annoiato all'altro vampiro e andò a sistemarsi
al lato opposto del locale.
Il tempo, nell'oscurità umida e impolverata, si dilatò
e il silenzio si posò sui loro pensieri e sulla loro pelle fredda.
§
§§§
ORE 14.45 - CANTINA DI CASA SUMMERS
§ La luce elettrica si accese come una conflagrazione accecante
ed entrambi i vampiri si coprirono gli occhi.
"Mi dispiace", si scusò timidamente Tara. "E'
pomeriggio, ormai...Willow ha pensato che aveste fame". Porse loro
due grosse tazze piene di sangue. "L'abbiamo scaldato".
"Grazie", sospirò Spike. "Non mi sono mai abituato
al sangue di frigorifero...".
"Già", commentò Angel, "anch'io, quando
vivevo da solo, finivo sempre per berlo così...Adesso ci pensa
Cordelia. Lo riscalda e poi lo mescola per mantenerlo a temperatura
ambiente e impedire la coagulazione".
Spike annuì pensieroso. "Lo mescola, eh ? Con un cucchiaio
di legno o di metallo ?".
Tara risalì pallida in volto e Willow si preoccupò. "Ti
senti bene ?".
"No...Ora sono certa che l'Apocalisse sia imminente".
Piper ,intenta a preparare una pozione sul tavolo della cucina, sussultò.
"Hai anche tu premonizioni come mia sorella Phoebe ?".
Tara scosse il capo. "No, ma se scendete in quella cantina, ci
troverete Angel e Spike che si scambiano ricette...Se non è la
fine del mondo, cos'è ?".
Nessuno seppe rispondere.
Il mutismo generale venne interrotto dall'apparizione improvvisa di
Leo. Le tre ragazze sobbalzarono. Gli appunti che Willow teneva in mano
svolazzarono dovunque.
"Ehm...Scusate",balbettò Leo. "A casa ormai ci
sono abituate...".
Piper lo guardò storto. "Dipende...Trovato qualcosa?".
"Sono stato in Inghilterra da Giles e anche a Los Angeles da Wesley.
Si tenevano in contatto telefonico e scartabellando nei loro testi pare
che abbiano scovato qualche nuova informazione sul Labirinto".
L'angelo bianco posò sul tavolo una cartellina rigonfia . "E'
tutto qui".
Tara la aprì e ne visionò rapidamente il contenuto , riconoscendo
la precisa ed elegante calligrafia di Giles. "Oh...", mormorò.
"Oh...?", ripetè Willow. "E cosa intendi con "Oh..."?
Significa "Oh...Che bello!" oppure "Oh, mio Dio!"...?".
Tara inclinò la testa, mordendosi un labbro dubbiosa. "Significa
"Oh...Che cosa ?!"...". §
§§§
TRAMONTO - PORTICO DI CASA SUMMERS
§ L ' aria era frizzante, quella sera. Il sole se ne andava con
decisione: nessuna nube, nessun alito di bruma a creare sfumature. Solo
colori netti e forti. Sarebbe stata una notte ricca di brividi e di
stelle.
"Stai tremando", disse Leo cingendo le spalle della moglie
con un braccio.
Piper non parlò.
Leo la strinse più forte. "Andrà bene, vedrai".
"Come è andata bene per Prue ? O per Andy ? O per la mamma
?". La voce di lei suonava dura, con una punta solo accennata di
fragilità. "Non è andata sempre bene. A volte abbiamo
combattuto, ce l'abbiamo messa tutta. E non è andata bene affatto".
Si staccò dal marito e sedette su un gradino del portico, le
mani allungate oltre le ginocchia. "Ho appena perso una sorella.
Non posso perdere anche te. Nemmeno consolandomi nel sapere che poi
dormirei per sempre". Chinò la testa, i lunghi capelli scompigliati
dalla brezza. "Perchè ti sognerei. Sognerei di averti perso.
In eterno. E Hypnos si nutrirebbe del mio dolore".
Leo si inginocchiò dietro di lei. "E' proprio al nostro
dolore che dobbiamo aggrapparci. Tutti noi, qui, siamo pieni di dolore,
per persone, occasioni , illusioni che abbiamo perduto...Possiamo usarlo
per creare energia, per contrastare i trucchi di Hypnos e opporci con
la forza delle nostre emozioni.
Convogliarle il dolore in uno scopo, anzichè subirlo. Mi capisci
?".
Piper si girò a guardarlo, così sorprendentemente chiaro
e luminoso tra le ombre incombenti, con i suoi occhi di mare e il pullover
di una tonalità appena più scura. La luce che emanava
quasi le offuscò la vista.
Lui cercò di decifrare la sua espressione. "Che c'è
? Vuoi schiaffeggiarmi o baciarmi ?".
Piper rise e lo baciò. "Mi dimentico troppo spesso perchè
ti ho sposato...". §
§§§
TRAMONTO...
§ "Spike...".
Buffy.
"Spike...".
Era la voce di Buffy...
"Spike, aiutami...".
Il vampiro biondo spalancò gli occhi. Intorno a lui, il cimitero
profumava di terra umida scavata di fresco. Un sogno, si disse. Un sogno...
Quale ? Dove ?
"Spike...".
Di nuovo Buffy. La cercò freneticamente con lo sguardo, aspettandosi
di scorgere la ben nota e piccola figura di lei farsi strada tra le
lapidi, con il suo inseparabile paletto.
Niente.
"Spike...". Un sussurro.
"SPIKE!!!". Un grido, questa volta, dal tono arrabbiato, minaccioso.
E una mano, un'esile manina emerse dalla terra,accanto a lui, artigliandogli
i pantaloni.
"Spike ! Tirami fuori ! Soffoco ! Ho la terra nella gola !".
E davvero la voce si trasformò, come se la bocca da cui proveniva
stesse masticando terriccio insieme alle parole. E le unghie...Le unghie
della manina, spezzate, fino alla carne, fino al sangue, dopo aver scavato,
scavato...
Spike si risvegliò.
La cantina era di nuovo buia, ma riuscì ugualmente a intravedere
Angel, che si era tolto la lunga giacca per usarla come cuscino.
"Hypnos...Dev'essere lui. Avevo già avuto incubi su Buffy,
ma mai come quello di oggi".
Spike si strofinò gli occhi. "Chi ti dice che abbia avuto
un incubo su Buffy ?".
"Hai gridato il suo nome", rispose laconico Angel. "E
non mi è sembrato un grido di piacere".
"E tu?", ritorse Spike. "Come l'hai sognata ? La mordevi
? La trasformavi in una di noi ?".
Angel rise piano. "Piper non si sbagliava. Questa mattina stavi
origliando".
"Dicevi sul serio ? Credi davvero che non avrei potuto farla soffrire
quanto te?".
" Spikey, lo so che detesti ammettere che io possa batterti in
qualcosa, ma è una verità inconfutabile: quando si tratta
di elargire sofferenza, ti sono superiore almeno di una spanna".
Spike alzò il mento. "Sicuro ? Una verità inconfutabile
o una scusa ?
Forse la sola verità è che ero io quello giusto per lei
e non tu".
Angel si abbandonò ad un'altra, bassa, risata. "E chi lo
sa...Se c'è una cosa che ho imparato dalla mia storia con Buffy,
è proprio questa: non sempre, anzi quasi mai, la persona che
amiamo o che ci ama è quella giusta. Pare che l'amore con la
persona giusta non c'entri un bel niente...".
La luce elettrica si accese d'un tratto, per la seconda volta, e Xander
spuntò dalla porta scendendo rumorosamente qualche gradino. "Quando
voi due piccioncini avete finito di tubare, noi, quassù, siamo
pronti ...".
Dopo un breve, attonito, momento di silenzio, Angel fece schioccare
le nocche delle mani e si rimise in piedi. "Lo so che io ho pur
sempre un'anima e tu hai il chip, ma fantasticare non è un reato...Se
torniamo tutti interi, ammazziamo Xander Harris ?".
Spike si stiracchiò. "La fantasia nutre la mente. E la mia
è fervida. Ci sto".
"Allora siamo d'accordo", disse Angel riinfilandosi la giacca.
"Ovviamente io mi limiterò a tenerlo e tu infierirai".
"Ovviamente", concordò Spike. "Certe finezze vanno
lasciate a chi si sa veramente divertire".
E con i loro abiti scuri, immortali e un tantino insonnoliti, si avviarono
su per le scale , verso la notte. §
FINE SECONDA PARTE
Parte terza - Il varco
Prima fase: Incantesimo del Sonno Fatato
§ "Non mi piace", protestò Piper per l'ennesima
volta.
Willow sedeva sul bordo del letto di Dawn e accarezzava i capelli della
ragazzina : la pozione stava facendo il suo effetto e il sonno fatato
calava su di lei gentilmente.
Tara, appoggiata a braccia conserte allo stipite della porta, restò
impassibile. "Non insistere, Piper. Willow ed io sappiamo essere
testarde quanto voi Halliwell e siamo decise".
"Non possediamo poteri come i vostri", ammise Willow, "ma
abbiamo aiutato molte volte Buffy e operato incantesimi rischiosi e
complicati".
"Vogliamo fare la nostra parte", rincarò Tara. "Niente
sonno fatato. Non se ne parla".
Phoebe guardò Piper stringendosi nelle spalle. "Sono in
pericolo in ogni caso...e a noi tre un pò di supporto non farà
certo male...".
Con un profondo sospiro, Piper acconsentì. "E va bene...".
Fece un cenno in direzione della stanza accanto. "Xander e Anya
?".
"Due neonati non dormirebbero più beatamente", rispose
Phoebe.§
§§§
Seconda fase: Preparazione dell'Incantesimo del Varco
§ Nel salotto, i mobili erano stati spostati e radunati in un angolo.
Mentre Cole camminava avanti e indietro lungo una linea retta tracciata
dalla sua impazienza, Spike sedeva per terra a gambe incrociate, osservando
Paige, che dopo aver disegnato la porta per il regno di Hypnos su una
parete, le stava facendo una cornice di simboli magici con gessetti
di diversi colori. Angel e Leo sostavano come due sentinelle silenziose
accanto alla finestra.
Quando Piper, Phoebe, Willow e Tara li raggiunsero, tutti si voltarono
a guardarle e l'atmosfera si caricò di aspettativa. Le quattro
streghe trasportavano le boccette con le pozioni, rotoli di fogli e
alcuni grossi cristalli bianchi.
"Il punto è questo", esordì Piper, "Volevamo
sapere chi fosse stato tanto potente da relegare Hypnos negli Inferi,
prima che venisse di nuovo liberato dalla breccia nella Bocca dell'Inferno...Purtroppo
pare non esista alcuna notizia in merito...Giles e Wesley, però,
hanno rintracciato alcune annotazioni relative a un uomo sopravvissuto
al Labirinto...".
"Fantastico!", esclamò Cole.
"Sopravvissuto solo per pochi giorni...", puntualizzò
Tara, "e poi morto in preda alla follia".
"E comunque non è certo che si tratti di una fonte attendibile",
precisò Phoebe. " L'uomo era uno dei Cavalieri della Tavola
Rotonda...S'imbattè in Hypnos durante la ricerca del Graal...".
"Ah, ma allora è tutto chiaro!", intervenne Spike.
"Fronteggeremo Fata Morgana e Mago Merlino ! Perchè non
ce l'avete detto prima ? ".
Piper si incupì. "Mi rendo conto che la cosa può
apparire alquanto fiabesca ...Ma ci terrei a ricordarvi che almeno mezzo
mondo riterrebbe un tantino dubbia l'esistenza dei vampiri, del demone,
dell'angelo e delle streghe presenti in questa stanza...Inoltre non
possiamo permetterci di fare gli schizzinosi".
"Prima di morire, il cavaliere ha lasciato una sorta di indizio...",
continuò Phoebe. "Queste parole: "Nel Labirinto, le
direzioni mutano e si intersecano. Sappiate scegliere, sappiate vedere.
E comprendere "."
Cole sbattè le palpebre. "E che razza di indizio sarebbe
?".
"Beh, è l'unico che abbiamo, giusto?", lo rimbrottò
Piper. "Ricordatevi queste parole. Forse assumeranno un significato
quando sarete là dentro...".
"E c'è dell'altro", aggiunse Tara. "Secondo i
dettagli del rituale scoperti da Giles e Wesley, i Quattro devono entrare
nel Labirinto privi di alcun artifizio umano, quindi...ehm...senza vestiti".
"Cioè ?", si interessò Leo, un pò sulle
spine.
Angel si fece più attento, Cole aggrottò la fronte. Spike
sbadigliò.
"Se-senza v-vestiti", balbettò nuovamente Tara, rossa
come un gambero.
"Nudi", le venne in soccorso Willow, con le guance di una
sfumatura leggermente meno accesa.
"Tutti nudi", precisò Paige, con un certo entusiasmo,
mentre disponeva i cristalli magici sul pavimento.
Silenzio di tomba.
Ora Leo stava decisamente sulle spine, Angel aveva l'espressione di
chi ormai le ha viste tutte, Cole era l'essenza dell'ombrosità.
Spike si concesse un sorrisino.
"Allora ? Che aspettate ?", li esortò Piper. "Andate
in cucina e spogliatevi".
Spike scattò in piedi. Gli altri ciondolarono senza muoversi.
"Non c'è motivo di imbarazzarsi", li rassicurò
Phoebe. "Saremo troppo concentrate sull'Incantesimo per farci caso".
Strizzò l'occhio a Cole. "E poi ho già visto due
di voi nudi, perciò...".
Cole si bloccò. "Due...?".
Leo ridacchiò. "Ero sotto la doccia, sai...".
"E io sono entrata in bagno. Per sbaglio", spiegò Phoebe
con candore. "Quel giorno ho capito perchè mia sorella sorrideva
sempre co...".
"Phoebe! Grazie...", la fulminò Piper.
Chiuse gli occhi immagazzinando ossigeno per calmarsi e quando li riaprì,
si ritrovò a faccia a faccia con Spike. La stava sbirciando con
malizia.
"Siamo proprio sicuri che questo particolare del rituale l'abbiano
scoperto Rupert e Wesley ?", le sussurrò. "Non si tratterà
per caso di un tuo espediente per riuscire a vedermi nudo, furbetta?".
Piper non mosse un muscolo.
Spike accennò con la testa a Leo. "In fondo si è
già capito che ti piacciono i biondi...".
"Infatti", sibilò lei recuperando una parvenza di contegno.
"E tu non sei biondo naturale".
Il vampiro annuì, divertito. "Touché...Ma, credimi,
quando mi vedrai nudo, il colore dei miei capelli non ti importerà
più".
Conterò fino a duemila, pensò Piper, ma lui se n'era già
andato in cucina. §
§§§
Terza fase: Incantesimo del Varco
§ Paige si era rammaricata di aver lasciato a casa la macchina
fotografica, poi aveva perso tempo ad esaminare il tatuaggio sulla schiena
di Angel. E per Tara e Willow non si era rivelata una passeggiata dipingere
i simboli protettivi sui corpi dei Quattro...
Ma alla fine era tutto pronto.
Loro erano pronti. O meglio, si costringevano ad esserlo.
Nessuna delle streghe si attardò con lo sguardo sull'angelo bianco,
il demone e i due vampiri, nudi e in attesa davanti alla porta disegnata
sulla parete. Nessuna indagò nei loro occhi per cercarvi paura
o dubbio. Non ci furono saluti o parole di troppo.
Non potevano indugiare, nè voltarsi indietro.
Tenendosi per mano, vestite di bianco e inginocchiate dentro il pentagono
formato dai cristalli, chiusero gli occhi e iniziarono a recitare la
formula dell'incantesimo:
"Ombre, indistinto suono,
un fulmine isolato, un tuono,
dei sogni noi cerchiamo il regno,
per entrarvi pagheremo un pegno.
Ombre, sospiri, grida,
della luce invochiamo la guida,
a varcare la soglia saranno in quattro,
tre diavoli e un angelo uniti da un patto.
Ombre , strada tortuosa,
che Hypnos venga a noi se osa,
il mondo degli umani non è il suo posto,
gli impediremo di averlo ad ogni costo.
Ombre, non siamo che ombre, è un fatto,
ma nostro è il potere del Trio e loro è il potere dei
Quattro!".
La porta sulla parete si illuminò e un gelido, rovente fascio
di luce attraversò la stanza. I simboli disegnati con i gessetti
si marchiarono a fuoco sulla carta da parati e i cristalli magici divennero
incandescenti.
Le cinque streghe riaprirono gli occhi e fissarono il varco nero come
inchiostro spalancatosi nel muro.
Angel, Cole, Leo e Spike erano svaniti.
Si ritrovarono in un luogo senza luce nè rumori, davanti ad una
porta di ghiaccio.
Ne attraversarono la soglia, spinti da una forza estranea, e il gelo
entrò loro nelle vene.
Divenne sempre più freddo, tanto che ogni loro fibra muscolare
si contorse nel dolore.
Poi ebbero l'impressione di infrangersi in mille pezzi, si sentirono
espandere, rompere, disgregare.
E credettero di morire.
D'improvviso furono di nuovo sè stessi, questa volta di fronte
a una porta di fuoco.
Quando la oltrepassarono, le fiamme li lambirono, il dolore li investì
e bruciarono come pezzi di carta.
Vedevano solo il rosso del fuoco e continuarono a bruciare, fino a che
di loro non rimase che la voce.
E la loro voce, il loro grido disperato di morenti, volò nell'oblìo,
sorvolando mari di tristezza e valli di solitudine, planando su deserti
di malinconia e cascate di dolore, e di nuovo su prati di lacrime, laghi
di singhiozzi e spiagge di paure.
Infine divennero muti. §
FINE TERZA PARTE
(continua...)
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